Quindi anni fa l'omicidio di
Rosario Livatino. Gli studenti di Agrigento gli dedicano l’anno
scolastico. La storia di un giovane magistrato scomodo
Rosario Livatino fu ucciso 15 anni fa.
Aveva 36 anni. Il giudice ragazzino – così fu chiamato – oggi è stato
ricordato ad Agrigento con numerose iniziative. Gli studenti, in
particolare, gli hanno dedicato l’anno scolastico appena iniziato. e in
particolare i suoi studenti, Rosario Livatino, già dichiarato "martire della fede" e per
il quale viene sollecitata una causa di beatificazione, venne assassinato
mentre da Canicattì stava raggiungendo in auto, dalla casa dei genitori, il
tribunale di Agrigento dove era in servizio. Due dei sicari, i palmesi
Domenico Pace e Paolo Amico, esponenti della "stidda" sono già stati
condannati all'ergastolo. I componenti del commando sono stati individuati
grazie al
testimone Pietro Ivano Nava, che con le sue dichiarazioni ha fatto
condannare gli assassini e in seguito anche i mandanti.
Sono tre i processi che si sono svolti in vari gradi di giudizio, e che si
sono conclusi con le condanne all'ergastolo e pene ridotte per i
collaboratori di giustizia. Livatino venne ucciso perché «perseguiva le
cosche mafiose impedendone l’attività criminale, laddove si sarebbe preteso
un trattamento lassista, cioè una gestione giudiziaria se non compiacente,
almeno, pur inconsapevolmente, debole, che è poi quella non rara che ha
consentito la proliferazione, il rafforzamento e l'espansione della mafia».
L' idea di ucciderlo, secondo quanto è emerso dalle inchieste, sarebbe
partita da Giovanni Avarello, esponente della cosca emergente a Canicattì in
contrapposizione con un vecchio clan capeggiato da Giuseppe Di Caro e legato
a Cosa nostra. Testimone dell' agguato fu un rappresentante di commercio,
Piero Ivano Nava di Sesto San Giovanni, che sopraggiunse poco dopo e vide
atterrito la disperata fuga a piedi del giudice nella campagna dove uno dei
sicari lo raggiunse sparandogli ancora a bruciapelo. Il testimone avvertì
subito dopo la polizia e la sua descrizione consentì di identificare in
Domenico Pace uno dei sicari. Pace fu arrestato alcuni giorni dopo in
Germania dove si era rifugiato insieme con Amico
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