Prima che riprenda il balletto della
disinformazione fine a se stessa, ritengo indispensabile fare un po'
di chiarezza su alcuni punti fondamentali di un disegno di legge che è
stato oggetto di tante critiche ma di nessun approfondimento". Lo
afferma il senatore Pietro Fuda, autore della modifica alla
finanziaria in Senato sui reati contabili che domani sarà cancellata
dal governo, con apposito decreto.
"Il testo dal quale è stato estrapolato il comma della discordia -
sottolinea Fuda - ha un contenuto ben differente da quello veicolato
in questi giorni: è un testo articolato, tanto contestato quanto mal
interpretato. Un disegno di legge di cui mi assumo la totale
responsabilità, che risponde ad un'istanza di civiltà giuridica, dando
effettività al principio della personalità della responsabilità, e
conseguentemente dell'illecito, del pubblico funzionario o del
dipendente dello Stato e degli enti pubblici, affermato dall'art. 1
della L. 20/1994, in attuazione dell'art. 28 della Costituzione. Il
mio disegno di legge è stato firmato anche da alcuni autorevoli
colleghi, esclusivamente in base ad un rapporto di fiducia di cui vado
fiero e che mi impone, più di ogni altra motivazione, di dare ai
troppi superficiali detrattori gli strumenti per poter parlare con
cognizione di causa. Sperando che possano comprendere che il problema
esiste, è reale e va affrontato con urgenza e che si dovrebbe, se mai,
discutere su un'eventuale miglioramento della formulazione del testo
presentato (anche con l'affermazione espressa della non
retroattività), invece di continuare a disinformare e cercare lo
scandalo dove non c'è".
"Basterebbe una domanda - prosegue Fuda - per comprendere
l'abbaglio preso: come si può ammettere che, in via di
interpretazione, alcuni soggetti possano essere perseguiti dopo
decenni ed in via indefinita? Appunto tale abnormità, e solo questa,
si voleva eliminare, imponendo che l'azione cominci comunque entro i
cinque anni, consentendo la possibilità concreta di difesa quale
garanzia del giusto processo: la legge è uguale per tutti, ed è
indispensabile intervenire per evitare di avere figli e figliastri
davanti a qualsiasi tribunale. E dunque non esonerare qualcuno dal
processo, ma permettere che l'azione sia avviata entro i cinque anni,
senza limitazioni del periodo necessario per il completamento
dell'azione. Il caso più ricorrente è quello dell'espropriazione
illegittima: l'amministratore viene perseguito al termine di
lunghissime cause intentate contro l'amministrazione espropriante dai
proprietari lesi. Si è commesso un errore grossolano quando si è
sostenuto che il disegno di legge si riferisce alla responsabilità
diretta, che deriva immediatamente all'Ente pubblico dalla condotta
dell'amministratore.
I casi di responsabilità per illecite coincidenze, di danni
conseguenti a concussioni, tangenti ed abusi, illecita erogazione di
fondi comunitari, incarichi illegittimi, e via dicendo, sono stati,
tutti, indicati a sproposito: la norma non riguarda i danni diretti,
ma la responsabilità per danno indiretto, che è la conseguenza di un
giudizio civile tra l'amministrazione e terzi danneggiati, avente ad
oggetto un comportamento illegittimo, come nel caso di responsabilità
per mancata espropriazione legittima, che richiede un'azione di
risarcimento dei danni. Molti sono stati gli errori interpretativi del
DDL sui quali bisognerebbe soffermarsi: non riguarda reati contabili,
ma semplici illegittimità amministrative. Né contempla alcuna ipotesi
di retroattività o volontà di cancellare giudizi pendenti; chi lo
continua ad affermare ignora i principi basilari della legge: tutti
sanno (o dovrebbero sapere) che il termine quinquennale non impone che
in cinque anni debba essere ultimata la causa, bensì solo che debba
essere promossa l'azione o interrotto il termine, con un semplice atto
interruttivo della prescrizione (quale l'invito a dedurre o una
richiesta scritta della Procura della Corte dei Conti o della stessa
Amministrazione danneggiata)".
"Non sono affatto pentito - dice ancora Fuda - di aver presentato
il DDL, ma sono molto amareggiato e preoccupato per l'ansia
inquisitoria che sta accompagnando la maggioranza dei commenti
superficiali ed errati. Non riesco a comprendere le ragioni che hanno
dato il via ad una corsa alla disinformazione che non potrà che
nuocere a tutti i livelli.Non volevo offendere nessuno, non volevo
alcun colpo di spugna. Sarebbe sufficiente leggere con attenzione il
DDL per dare un'interpretazione ben diversa all'intera vicenda, e
comprendere che il problema sottoposto all'attenzione di tutti
indubbiamente esiste, e va risolto: nella responsabilità indiretta è
irragionevolmente abolito, o prorogato per decenni, il termine della
contestazione, che dovrebbe essere quinquennale. Si tratta di un fatto
grave, che lede i principi costituzionali e diventa di rilevanza
comunitaria, esattamente come quello sulla ragionevole durata dei
processi che, nel giudizio penale, è stato censurato con condanna
comunitaria, costringendo il legislatore nazionale ad emanare la cd
legge Pinto, che introduce l'ipotesi di responsabilità dello Stato per
danni derivanti da irragionevole durata dei procedimenti.
Se ci fermiamo un attimo a ragionare forse riusciremo almeno ad
evitare un'altra censura europea". Fuda, infine, replica alle critiche
del senatore Udc Pionati. "Non riesco a capire se Pionati ha commesso
una semplice leggerezza, comprensibile in questo periodo natalizio da
dopo sciopero giornalistico, o se fa anche lui parte di quella schiera
di "commentatori" pronti a rilasciare dichiarazioni senza prima
informarsi sui contenuti di ciò che si apprestano a criticare.Come ho
avuto modo di ripetere fino alla noia, il comma 1346 porta
impropriamente il mio nome, ma non ha nulla a che vedere con il ben
più articolato disegno di legge che anche oggi ho provato a spiegare
nelle sue tante sfaccettature. Spiegare, non difendere: spiegare per
consentire a tutti, anche ai commentatori frettolosi dell'ultima ora,
oltre che ai responsabili di comunicazione di questo o quel partito,
di comprendere di cosa stiamo parlando".
"Non ho mai voluto - precisa ancora una volta - mettere in
discussione la cancellazione del comma all'interno della Finanziaria.
Vorrei solo che si smettesse di attribuire a me una singola frase che,
staccata dal contesto nel quale è nata, diventa solo un modo per
criticare una manovra Finanziaria di altissimo livello. E forse è
proprio questo il problema: l'unico modo per attaccare l'operato di
Prodi e del suo governo è continuare con la disinformazione
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