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19/04/2008 Otto mesi con la condizionale (http://www.beppegrillo.it)
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Otto mesicon la condizionale per la morte di un ragazzo. Mi ha
scritto la mamma di Andrea morto a 23 anni sul posto di lavoro
con il cranio schiacciato. Fa accuse gravi. E' stato celebrato un
processo per omicidio colposo. I casi sono due: gli amministratori
sotto accusa sono innocenti o colpevoli. Nel primo caso vanno assolti, nel
secondo la condanna a otto mesi rappresenta il fallimento della giustizia in
Italia. Sono curioso di leggere la sentenza.
Luca Cordero di Montezemolo afferma che i lavoratori sono più
vicini a Confindustria che ai sindacati. Sbaglia, i lavoratori
sono equidistanti. Li manderebbero tutti e due a fanculo. Il
precariato ha introdotto in Italia i salari più bassi d'Europa
e la pena di morte sul lavoro. Ridurre le misure di sicurezza conviene. Una vita
vale meno della produzione.
"Sono Graziella Marota, la mamma di Andrea Gagliardoni, morto
il 20 giugno 2006 presso la ditta Asoplast di Ortezzano mentre
stava svolgendo il suo lavoro di semplice operaio.
Una macchina tampografica gli ha schiacciato il cranio nel giro di pochi
secondi. Da quel giorno la mia vita è cambiata: vivo nel dolore e nell'angoscia,
ma da questo dolore e angoscia è scaturita una grande rabbia
che mi ha permesso di portare avanti questa lotta contro le "morti bianche".
Veramente non ho ancora capito perchè vengono definite con questo aggettivo.
Venerdì 4 aprile 2008 si è tenuta presso il tribunale di Fermo (AP) la prima
udienza preliminare: imputati per omicidio colposo l'amministatore
delegato dell'Asoplast Giuseppe Bonifazi e l'amministratore delegato della ditta
Mag System Srl con sede in Schio, Mario Guglielmi, costruttrice della suddetta
macchina modello T A 1000/S C/8.
Il primo per non aver messo a disposizione del lavoratore un' attrezzatura
idonea, e per aver disattivato l'unico sistema di sicurezza per
velocizzare la produzione.
Il secondo per aver costruito ed apposto il marchio CE ad una macchina
non conforme ai requisiti essenziali di sicurezza
previsti dall' allegato 1 del D.P.R. 459/96, delle norme UNI e comunque
inadeguate ai fini della sicurezza.
Con questi capi di imputazione mi aspettavo una condanna che fungesse da
deterrente per quegli imprenditori che agiscono ancora nell'illegalità, mettendo
a repentaglio la vita umana, la vita degli operai naturalmente.
Ma tutto il processo si è risolto in pochi minuti. Gli imputati hanno chiesto il
patteggiamento e il PM Bartolozzi ha ritenuto congrua la pena di otto
mesi di condizionale per entrambi gli imputati.
Ma Andrea non c'è più, gli hanno troncato la vita sul nascere….. aveva solo 23
anni.
Oggi ancora più di prima urlo tutto il mio dolore e la mia rabbia contro questa
sentenza scandalosa e irriverente nei confronti di tutti i
martiri del lavoro.Continuerò imperterrita la mia lotta, sperando che qualcosa
cambi."
Graziella Marota, mamma di Andrea
V2-day, 25 aprile, per un'informazione libera:
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