I lavoratori chiedono di estendere il welfare ai
soggetti meno protetti e adeguare la protezione sociale all'invecchiamento
della popolazione. Lo rileva la ricerca dell'IRES "L'Italia del lavoro
oggi.
La maggioranza dei lavoratori italiani ritiene che il
sistema di welfare e la rete di protezione sociale del Paese vadano estesi
ai soggetti meno protetti e adattati all'invecchiamento della popolazione.
Il dato emerge dalla ricerca "L'Italia del lavoro oggi. Condizioni e
aspettative dei lavoratori", diretta e coordinata dall'IRES e presentata
oggi presso la sede della CGIL di Roma.
Interrogati sull'atteggiamento che il sindacato dovrebbe
assumere di fronte agli schieramenti politici il 63,9% degli intervistati ha
risposto che non dovrebbe schierarsi con nessuno. Le priorità per il lavoro
riguardano in particolare la crescita delle retribuzioni nette, stabilità,
sicurezza e tutele sociali e una contrattazione di qualità che rimette al
centro le condizioni di lavoro. La ricerca dell'IRES ha inoltre rilevato che
il 63,2% degli intervistati ritiene che il sistema di welfare e la rete di
protezione sociale del Paese vadano estesi e adattati all'invecchiamento
della popolazione. In particolare, l'esigenza di estendere le protezioni
sociali ai soggetti meno protetti è stata segnalata dal 38,7% degli
intervistati ed è particolarmente avvertita fra i più giovani (fino ai 34
anni), fra le donne e i lavoratori non standard. La seconda richiesta
riguarda invece misure di adattamento dello Stato sociale all'invecchiamento
della popolazione ed è stata scelta da circa un quarto dei rispondenti: fra
essi soprattutto i lavoratori più anziani, sopra i 45 anni, che evidenziano
una netta sensibilità per questa tematica , ma anche le donne e i lavoratori
standard. Ben il 50,3% degli intervistati ritiene necessaria la
collaborazione fra lavoratori e datori di lavoro, il 38,7% la ritiene utile
e solo l'11% impossibile. Al sindacato, inoltre, i lavoratori intervistati
chiedono soprattutto più unità (36,8% delle risposte) e più azione
contrattuale (34,69%).
Nel corso del dibattito Andrea Pininfarina, Vice
Presidente della Confindustria, ha sottolineato la "non adeguata
specializzazione produttiva del Paese", mentre in tema di flessibilità ha
commentato che "c'è un approccio non negativo, questo lo reputo un elemento
positivo. La cosa più preoccupante è il pessimismo sul futuro, la
preoccupazione dei giovani di non mantenere lo status sociale è un elemento
distruttivo della fiducia dei cittadini". Intervenuto al dibattito, il
professor Aris Accornero ha rilevato che "sta crescendo la divaricazione fra
contenuti del lavoro e tutela dei lavoratori: il lavoro tende a migliorare
in qualità ma a peggiorare in garanzia" e ha ammonito che "bisogna fermare
la deriva della precarietà ma contrastare anche la psicosi della
precarietà".
I due dati che emergono dalla ricerca, ha sottolineato
il Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale Cesare Damiano, sono
quello sulle retribuzioni e quello relativo alla sicurezza del lavoro.
Importante è l'atteggiamento nei confronti della "buona flessibilità",
quella regolata e tutelata, mentre "è atipico il fatto che i giovani
lavoratori si sentano intrappolati nella precarietà. In Italia flessibilità
e precarietà riguardano l'intero arco generazionale di coloro che lavorano
ma si sta di più nella precarietà e diminuisce il tasso di conversione fra
lavoro flessibile e lavoro stabile". Secondo le previsioni disponibili, nel
2006 solo il 46% delle nuove assunzioni sarà a tempo indeterminato. Damiano
ha dunque sottolineato l'importanza delle proposte del Governo relative al
cuneo fiscale. "Voglio - ha affermato - che rigore, sviluppo ed equità
marcino di pari passo".
"Avremmo bisogno di dar vita a una grande inchiesta sociale
sulle condizioni del lavoro": questo il commento di Guglielmo Epifani,
Segretario Generale della CGIL, che ha ricordato la questione salariale e
l'ampliamento delle differenze salariali. "Il sentimento della precarietà è
esteso e tende a crescere: se questa percezione si collega al sentimento per
cui il futuro sarà uguale al presente questo gioca contro il futuro".
Focus sui Lavoratori Italiani I Parte
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