«Non basta riformare la Legge 30 per risolvere i
problemi del lavoro. L'obiettivo deve essere la tutela della
qualità della vita dei lavoratori, che debbono poter disporre di tempi certi
per la famiglia, il riposo, la formazione individuale». Sono queste le
considerazioni del presidente nazionale delle
Acli, Andrea Olivero, in vista della festa dei lavoratori, nonché, per
la Chiesa, festa di San Giuseppe Lavoratore.
La Festa dei lavoratori, o meglio la Festa del lavoro,
riconosciuta in molte nazioni del mondo ma non in tutte, intende ricordare
le battaglie operaie per la conquista di un diritto ben preciso: l'orario di
lavoro quotidiano fissato in otto ore.
«Forse lo dimentichiamo - spiega Olivero - ma in Italia ben un
terzo degli occupati alle dipendenze lavora abitualmente in orari
disagiati, ovvero di sera, di notte, nei week-end oppure a casa oltre
l'orario abituale. A questi se ne aggiunge un altro venti per cento cui
capita saltuariamente di dover lavorare in orari "pesanti". Il futuro della
flessibilità, in questa prospettiva, sembra giocarsi non tanto sulla
tipologia dei contratti quanto sul piano dei tempi e delle modalità di
lavoro».
«Il prossimo governo - continua il presidente delle Acli - non
potrà quindi fermarsi alla riforma introdotta dalla Legge 30, la
cosiddetta legge Biagi, ma non dovrà neppure tornare indietro in modo
avventato. Senza pesanti e forti investimenti sul capitale umano e sul
welfare locale non si produce sviluppo economico. Mercato e investimenti
finanziari da soli non bastano se non sono accompagnati da investimenti
sulla formazione, sui servizi per il lavoro, sugli ammortizzatori sociali e
le misure per rendere continuo e sicuro anche il lavoro flessibile. Priorità
sociale deve divenire la tutela della qualità della vita dei lavoratori, che
debbono poter disporre di tempi certi per la famiglia, il riposo, la
formazione individuale. Oltre a preoccuparsi di sgravi contributivi o di
incentivi alle assunzioni, il prossimo governo dovrà mettere in campo
politiche più efficaci per agevolare il part time, per ridurre il lavoro
domenicale, per fornire servizi adeguati alle famiglie, a partire dagli
asili e dalle scuole. Benedetto XVI ha recentemente ricordato che "è la
persona il metro della dignità del lavoro": in questo Primo Maggio non
occupiamoci solo di numeri o contratti collettivi, ma guardiamo alle
aspirazioni ed ai concreti bisogni di ciascun lavoratore»
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