La disoccupazione e' un male endemico di molte citta' del sud, Napoli in
testa. Tanti problemi si appianerebbero se almeno questo problema si
risolvesse. Facile a dirsi, meno a farsi. Resta, inoltre, il dubbio che
mantenere la cittadinanza ostaggio di sussidi e regalie da parte
dell'amministrazione -centrale o locale poco importa- sia meglio per
l'amministratore di turno, perche' quella fetta di popolazione sara'
fedele elettoralmente, pena la fine del sussidio. Tuttavia, qualche
proposta per risolvere la disoccupazione a Napoli la si trova depositata
anche in Parlamento.
Visto il nome della nostra rubrica scegliamo la migliore quella che
testualmente recita: "Bisogna passare dal Welfare al "Welfare to work"".
La proposta e' la n.6017 del deputato forzista, napoletano verace, Aldo
Perrotta: "Istituzione in via sperimentale nella citta' di Napoli di una
indennita' di inserimento al lavoro in favore dei cittadini disoccupati".
Tirare i dadi e iniziare il percorso nelle seguenti caselle:
UNO. Si censiscono tutti i disoccupati napoletani e si chiamano ad un
colloquio al ministero del Lavoro.
DUE. Si organizzano dei corsi per preparare i nostri ad un lavoro, come
richiesto dal mercato (?!), contemporaneamente se ne creano anche di nuovi
per potere assumere i nostri disoccupati (?!).
TRE. Alla fine di ogni mese i nostri percepiranno uno stipendio di 600
euro per tre anni a patto che frequentino almeno l'80% delle lezioni. Se
faranno forca la "paghetta" sara' tagliata. Obbligo di frequenza per
almeno il 60% delle lezioni. Quante siano le lezioni e quanto durino, non
e' dato sapere, ma gia' mettere in piedi dei corsi e' fonte per creare
nuovi lavori: insegnanti, segreteria, presidi, bidelli, addetti alle
pulizie delle aule, ecc...
QUATTRO. Se nel frattempo il nostro disoccupato viene assunto, la
"paghetta" passa pari pari al datore di lavoro (e prenditore di paghetta).
Il nostro esce dalla scuola per entrare nel mondo del lavoro, il sogno si
e' realizzato! Fine del gioco.
CINQUE. Tutti gli enti pubblici, e controllati dal pubblico, ogni volta
gli si libera un posto, devono assumere uno dei nostri alunni. Il fatto
che si liberi quello dell'usciere o del manager, non e' importante,
l'importante e' riempire il posto vacante.
SEI. Se uno dei nostri disoccupati invece dell'assunzione mirasse a
crearsi un lavoro da libero professionista godra', alla fine del corso, di
un prestito bancario in un unica soluzione della paghetta triennale, pari
cosi' a 21.600 euro. Lo Stato garantisce, gli interessi li paga l'ex
disoccupato. Fine del gioco, forse.
All'arrivo ci saranno tutti. Quelli piu' fortunati saranno assunti nel
pubblico impiego, quelli piu' intraprendenti avvieranno una libera
professione e quelli con meno ambizioni si accontenteranno di cio' che il
destino, o San Gennaro, ha loro destinato.
Comunque sia, nel giro di tre anni e a partire da ora, il problema e'
risolto. A voi i dadi!
Allegati
Pdl n.6017 - Istituzione in via sperimentale nella cittą di Napoli di una
indennitą di inserimento al lavoro in favore dei cittadini disoccupati
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