EIR, 27 ottobre N. 43 – Il 16 ottobre 2006, a meno di tre settimane
dalle elezioni del 7 novembre e con il tempo agli sgoccioli per un
attacco militare contro l’Iran che l’amministrazione Bush-Cheney conta
di usare a proprio vantaggio elettorale, come “sorpresa d’ottobre”, un
oratore presso l’Università di Californa a Los Angeles (UCLA) ha detto
agli studenti che occorre un genocidio contro i musulmani per generare
“una rinascita dell’orgoglio della civiltà occidentale”.
L’oratore in questione è Yaron Brook, direttore dell’Ayn Rand Institute
(ARI), il quale avrebbe anche affermato, come riferisce il giornale
universitario Daily Bruin, che “gli stati totalitari islamici pongono
una grave minaccia alla sicurezza degli Stati Uniti”, dicendosi inoltre
convinto il modo di sconfiggere questi regimi “è uccidere alcune
centianaia di migliaia dei loro sostenitori”. In tal modo, ha detto, “il
sostegno popolare per le idee estremistiche si ridurrebbe ad una piccola
minoranza nella popolazione”, invece del 40% che secondo Brook sostiene
attualmente questi regimi.
Chi crede di poter liquidare queste dichiarazioni come farneticazioni
del demente di turno che non ha voce in capitolo dovrebbe approfondire
la conoscenza di questi ambienti. Essi sono stati denunciati in una
pubblicazione diffusa dal movimento giovanile di LaRouche nei campus
universitari (“Is Joseph Goebbels on Your Campus?'').
Il dott. Brook, ex funzionario dello spionaggio militare israeliano, e
l’ARI fanno parte degli ambienti controllati da Lynne Cheney, la moglie
del vice presidente, che dal 1986 è impegnata a creare sue reti di
estremisti di destra nel mondo universitario. L’organizzazione più nota
è l’ACTA (American Council of Trustees and Alumni), fondata dalla moglie
del vice presidente nel 1993. Il dott. Brook e queste strutture di Lynne
Cheney sono impegnate a raccogliere sostegni nel mondo universitario per
il “partito della guerra” e ad eliminare ogni voce di dissenso con
minacce, intimidazioni e licenziamenti dei professori, in nome della
“libertà”, si capisce. Ad esempio l’ACTA della Cheney ha emesso una
dichiarazione sul conto di un professore del New Hampshire in cui si
legge: “Nel caso in cui ... un membro di facoltà insegna ‘teorie
cospiratorie’ fantastiche e infondate, i suoi insegnamenti evidentemente
non meritano le franchigie speciali della libertà accademica”. Per
questo da tempo l’ACTA ha prodotto un “indice” delle “dichirazioni” e
dei personaggi bollati come “anti-americani”, o di essere colpevoli
perché "invocano la tolleranza e la diversità come antidoto al male".
La conferenza di Brook del 16 ottobre è stata sponsorizzata dal LOGIC
(Liberty, Objectivity, Greed, Individualism, Capitalism), la succursale
dell’ARI presso l’UCLA, collegata al Collegiate Network, una catena di
novanta giornaletti universitari legatissima all’amministrazione Bush.
La Collegiate Network pubblica la rivista on line, CAMPUS, che conta tra
i consiglieri Midge Decter, moglie di Norman Podhoretz, uno dei
fondatori del movimento neo-con, ma anche suocera di Elliott Abrams,
paladino neo-con alla Casa Bianca ed inoltre tesoriere e membro del Cda
del Northcote Parkinson Fund di John Train, il coordinatore della
persecuzione legale di cui fu vittima LaRouche alla fine degli anni
Ottanta. Al Collegiate Network appartiene anche il Bruin Standard
diretto da Garin Hovannisian, un protetto di David Horowitz e attuale
calunniatore dell’organizzazione di LaRouche in ambiente universitario.
Il partito della guerra
Le guerre in Afghanistan e in Iraq si sono rivelate quelle sabbie mobili
che LaRouche aveva previsto prima che gli USA finissero per cacciarvisi
dentro, e di conseguenza i sostegni popolari per l’amministrazione Bush
sono crollati, dicono i sondaggi.
Alla crescita dell’opposizione interna si aggiunge la disapprovazione
internazionale, tanto che in Inghilterra persino gli alti ufficiali in
servizio sostengono che è ora di suonare la ritirata. Il partito della
guerra appare così sempre più disperato, e per questo attizza la crisi
nella Corea del Nord, sperando di poter arrivare a colpire nuclearmente
l’Iran.
Un esempio per tutti. George Shultz, padrino dell’attuale
amministrazione Bush ed eminenza grigia di tutte le amministrazione
repubblicane dai primi anni Settanta, ha pronunciato il 14 ottobre un
discorso alla Stanford University affermando che gli USA dovrebbero
passare ai fatti, subito. Con il suo tono accademico l’ex segretario di
stato dell’amministrazione Bush ha spiegato che il problema si colloca
nel fatto che i governi occidentali e l’ONU continuano a ripetere che
certe cose sono “inaccettabili”, ma quando poi accadono essi le
accettano. Il giornalista Ted Koppel gli ha chiesto che cosa propone di
fare e Shultz ha risposto: “Dobbiamo passare ai fatti — sparare”. Il
pubblico ha riso.
Shultz ha spiegato: “Quando entrai nei marines un sergente mi mise in
mano un fucile dicendo: ‘non lo puntare mai addosso a qualcuno se non
sei risoluto a premere il grilletto’. Oggi assistiamo ad una riluttanza
continentale a premere il grilletto: Darfur, Iran, Corea del Nord,
Hezbollah. Occorre andare fino in fondo e sparare”.
Dunque, tutta la macchina propagandistica del partito della guerra è
mobilitata a liquidare questa “riluttanza a premere il grilletto”.
Che cos’è L’Ayn Rand Institute?
L’ARI fu fondato nel 1985 da Leonard Peikoff, laureatosi all’Università
di New York sotto Sidney Hook. Dalla fine degli anni Sessanta Hook si è
distinto per l’odio nei confronti di LaRouche, ma anche come uno dei
fondatori del Congress for Cultural Freedom. Nel mondo universitario
fondò l’UCRA (University Centers for Rational Alternatives) che è stato
il diretto precedessore dell’ACTA di Lynne Cheney.
Peikoff è l’erede di Ayn Rand, la fondatrice del cosiddetto
“oggettivismo”. La teoria è una mistura di Aristotele, di John Locke, un
po’ di Friedrich Nietzsche, e sopratutto del fanatismo liberista di
Ludwig von Mises, della scuola austriaca. Ne risulta una glorificazione
dell’uomo hobbesiano, governato dal proprio egoismo e individualismo
nella lotta di ciascuno contro tutti.
Tra i principali seguaci della Rand spicca l’ex presidente della Federal
Reserve Alan Greenspan, appartenente al gruppo più ristretto dei
principali sostenitori della Rand, “il collettivo”, a quale apparteneva
anche Peikoff. La firma di Greenspan apparse per la prima volta sul New
York Times in una lettera alla redazione del 1957 in cui prendeva le
difese della Rand. Greenspan tenne inoltre lezioni per promuovere le
idee della Rand al Nathaniel Branden Institute. Anche Branden era un
esponente del “collettivo”. Quando fu nominato a capo del Consiglio
economico del presidente Gerald Ford, Greenspan invitò la Rand a
presenziare alla cerimonia del giuramento. Poi si sbracciò a consigliare
a Ford lo smantellamento dei programmi economici che favorivano il
‘general welfare’ e soprattutto riuscì a far passare la linea della ‘deregulation’.
La Rand chiamava Greenspan ‘Undertaker’, il becchino, forse per il suo
aspetto lugubre e allampanato, o forse presagendo il ruolo futuro di
Greenspan alla Federal Reserve, dove ha scavato la fossa all'economia
americana.
L’apologista del genocidio Yaron Brook dirige l’Ayn Rand Institute dal
2000 e nel sito dell’ARI si legge che “Gli anni trascorsi al servizio
dell’intelligence dell’esercito israeliano, insieme all’intenso lavoro
di ricerca da lui svolto, gli conferiscono un’esperienza sul conflitto
mediorientale e sul terrorismo come pure sulla politica estera americana
in tale regione. Molti campus universitari in ogni parte del paese lo
hanno recentemente invitato a parlare sul tema: ‘la ragione morale per
sostenere Israele’.” Brook ha fondato tre imprese, tra cui la BH Equity
Research che si occupa di consulenza per capitale di rischio a San Jose
in California, e per sette anni è stato professore assistente di finanza
all’Università di Santa Clara. Ha un titolo universitario del Technion
Israel Institute of Technology e un altro dell’Università del Texas ad
Austin.
Guerra nucleare preventiva
Sotterrare lo stato nazionale come ha fatto Greenspan con la sua
politica non basta al partito della guerra. Una breve analisi dei
collegamenti tra l’ARI e la rete della Cheney nelle università — ACTA/Campus
Watch/Horowitz — mostra come la macchina si sia messa in modo per
promuovere la guerra nucleare, riprendendo la strategia seguita da
Bertrand Russell dopo la scomparsa del presidente Franklin Delano
Roosevelt, per indurre il presidente Truman al bombardamento nucleare
del Giappone e cercando poi di arrivare al bombardamento nucleare
dell’Unione Sovietica.
In un articolo pubblicato sul The Ojective Standard Brook si scaglia
contro l’idea della “guerra giusta” brandendo la teoria del “proprio
interesse razionale”, formulata da Ayn Rand, per giustificare un attacco
preventivo contro l’Iran.
Brook sostiene: “Stiamo perdendo la guerra contro il Totalitarismo
Islamico perché la nostra leadership, politica e militare, è mutilata
dalla moralità dell’altruismo contenuta al fondo della teoria della
guerra giusta. Il codice morale inerente alla teoria della guerra giusta
definisce delle regole che ledono, inibiscono e sovvertono ogni speranza
di successo nella guerra”.
Coautore di questa tirata demenziale è Alex Epstein, anch’egli dell’ARI,
che figura nello staff di frontpagemagazine.com, il sito di David
Horowitz.
Horowitz, che in passato lavorò per Bertrand Russell, è un altro
sostenitore della necessità di usare le armi nucleari per eliminare in
massa i musulmani. Affrontato dagli esponenti del LYM di LaRouche
all’Università di Santa Barbara, Horowitz ha difeso il ricorso di Truman
alla bomba nucleare contro il Giappone ed ha aggiunto che gli USA
dovrebbero usare di nuovo le armi nucleari contro l’Iran.
Un altro esponente della confraternita del genocidio dell’ARI è il prof.
John Lewis, autore di un articolo apparso nel numero dell’aprile 2006 di
Capitalism Magazine intitolato “La lezione morale di Hiroshima”.
L’effetto delle bombe sul Giappone, sostiene il prof. Lewis, “furono
tanto benefici, così ampi e duraturi che quel bombardamento dovrebbe
essere elogiato come uno degli atti più morali che siano mai stati
compiuti”!
Per fare il parallelo con l’attuale ‘necessità’ di bombardare Iran, Nord
Corea ed altri, Lewis ripropone il ritornello randiano “C’è voluto un
paese che ha a cuore il destino del mondo per bombardare quel sistema
[imperiale giapponese] estinguendolo.
“Per gli americani far ciò, rifiutandosi di sacrificare le proprie
truppe per salvare i civili del nemico fu un atto di moralità sublime”.
Deliri a parte, la realtà militare del Giappone, quando fu bombardato
nuclearmente, è che stava trattando segretamente la resa attraverso
l’allora Mons. Giambattista Montini (poi diventato papa Paolo VI), e
poteva essere nel frattempo “convinto” ancora di più ad arrendersi con
un semplice blocco navale, giacché il Giappone non dispone di risorse
proprie. Di conseguenza, il motivo per cui fu bombardato non era
militare.
Yaron Brook e John Lewis hanno di nuovo tenuto a Boston un seminario
organizzato sempre dall’ARI tra il 20 e il 22 ottobre. Tra gli oratori
anche Daniel Pipes, uno dei collaboratori più stretti di Brook, noto
propagandista dello scontro di civiltà di marca neocon, e fondatore del
Campus Watch.
Nel settembre 2002 l’ARI produsse un’edizione speciale della sua
newsletter, Impact, intitolata “L’America in guerra”, con un articolo di
Onkar Ghate che predicava tra l’altro: “Una nazione libera non deve
ammettere che il timore di provocare vittime civili limiti la propria
auto-difesa”. E ancora, “la preoccupazione del governo, condivisa da
molti americani, a proposito dell’uccisione dei civili, è moralmente
errata”. La conclusione è tipica dell’“oggettivismo” randiano: “La
guerra è terribile ma talvolta necessaria. Per vincere la guerra al
terrorismo non dobbiamo lasciarci dissuadere da errate preoccupazioni
per gli ‘innocenti’. Come nazione libera abbiamo il diritto morale di
difenderci anche qualora ciò richiedesse uno sterminio dei civili nei
paesi terroristi” (enfasi nostra). Ghate è presentato come responsabile
dei programmi di istruzione per gli universitari all’ARI.
Lo stesso fondatore dell’ARI Leonard Peikoff scrisse un articolo
pubblicato su Capitalism Magazine il 2 ottobre 2001, (dunque a poca
distanza dall’11 settembre), intitolato “Porre fine agli stati che
sponsorizzano il terrorismo”. A suggerigli il titolo, scrisse, furono le
“parole eccellenti” di Paul Wolfowitz, allora vice segretario alla
Difesa, impegnato a spacciare le false informazioni sugli arsenali
iracheni usate dall’amministrazione Bush per giutificare la guerra
contro l’Iraq.
In quell’articolo Peikoff chiedeva un attacco contro l’Iran e sosteneva
l’opportunità di ricorrere alle armi nucleari: “Una guerra di vera
autodifesa dev’essere combattuta senza imporre limitazioni
autolesioniste ai nostri comandanti sul campo. Dev’essere combattuta con
le armi più efficaci che abbiamo a disposizione (qualche settimana fa
Rumsfeld correttamente si è rifiutato di escludere le armi nucleari)”.
Harley Schlanger
Fonte:
http://www.movisol.org
Link:
http://www.movisol.org/znews199.htm
EIR, 27 ottobre N. 43
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