Quello con Norberto Bellini,
co-fondatore delle Leghe Agrarie paraguaiane e perseguitato dal regime
dittatoriale di Alfredo Stroessner, il più longevo dell’America Latina del XX
secolo, è un incontro ricco di spunti per riuscire a comprendere una realtà poco
conosciuta ma assai rilevante sul piano regionale latinoamericano come quella
del Paraguay.
Anticipiamo un estratto
dell’intervista firmata da Luca Leone che è disponibile, con preghiera di
citazione della fonte, per i colleghi giornalisti sul sito internet
www.infinitoedizioni.it.
Norberto Bellini, il Paraguay è uscito da
una delle dittature più lunghe e dolorose (e misconosciute) dell'America Latina.
Nessuno degli appartenenti all'apparato della dittatura ha in realtà pagato e
oggi molti di loro continuano a fare politica e a rivestire ruoli di prestigio,
nonostante non godano del supporto di buona parte del Paese. In questo contesto,
quanto il rischio di brogli e il pericolo di violenze potrà condizionare sia il
voto sia – forse soprattutto – lo scrutinio?
Il 20 aprile i paraguaiani
saranno chiamati per la quarta volta dalla caduta di Alfredo Stroessner a
eleggere il Presidente della Repubblica, i membri di Camera e Senato, i
governatori delle Regioni e, per la prima volta, i membri di una struttura che è
l’equivalente del Parlamento Europeo, e cioè il Parlamento del Mercosur, il
mercato comune sudamericano, composto da Brasile, Uruguay, Argentina e Paraguay.
Per capire l’importanza di
queste elezioni bisogna chiarire il ruolo che ha avuto e ha in questo Paese il
Partito Colorado, al potere dal 1947, quindi da oltre 60 anni. È il partito che
ha legittimato il colpo di stato del generale Stroessner nel 1954, e lo ha
appoggiato e mantenuto ininterrottamente al governo per 35 anni, grazie a
elezioni farsa cui si consentiva partecipassero pseudo-partitini di opposizione.
Il colpo di stato del febbraio 1989 guidato dal generale Rodríguez, consuocero
di Stroessner, ha posto fine alla dittatura e aperto la cosiddetta “fase della
democratizzazione”. In realtà ben poco è cambiato, politicamente, perché il
Partito Colorado ha continuato a governare.
Vi sono state alcune
aperture democratiche: si è emanata, ad esempio, una nuova Costituzione che
prevede l’elezione del presidente della Repubblica per un solo mandato e si è
avuta una maggiore libertà di stampa, però non si sono affrontati i problemi
cruciali del Paese, primo fra tutti quello di una vera riforma agraria. Così la
forbice tra una piccola oligarchia di ultra-ricchi e la massa dei poveri si è
ulteriormente allargata. Attualmente, su 6 milioni di abitanti, oltre 100.000 si
trovano in Spagna, alla ricerca di una qualche prospettiva di vita. Si tratta
per la maggior parte di immigrati clandestini.
A questi bisogna sommare i
paraguaiani che hanno raggiunto l’Argentina e altri Paesi dell’Unione europea,
tra cui l’Italia. Moltissime famiglie paraguaiane sopravvivono oggi in patria
grazie alle rimesse di questi emigrati.
Infinito
edizioni
06 93162414
320 3524918 (Maria
Cecilia Castagna)
347 3807428
(Luca Leone)
info@infinitoedizioni.it
www.infinitoedizioni.it