13 novembre – La strategia elettorale di Lyndon
LaRouche, che ha puntato particolarmente sulla mobilitazione dei
giovani attraverso il suo movimento giovanile (LYM), anche
denunciando le strutture di controllo politico della vita
universitaria, ha avuto successo: l'afflusso straordinario dei
giovani alle urne è stato il fattore cruciale della vittoria
democratica negli USA.
Un centro di ricerca che segue la partecipazione dei giovani alla
vita politica (Center for Information & Research on Civic Learning &
Engagement, CIRCLE) calcola che sono almeno 10 milioni gli elettori
tra i 18 e i 30 anni ad aver votato il 7 novembre. Questo significa
un aumento di 2 milioni rispetto alle precedenti elezioni di
mid-term, che si svolsero nel 2002. Mentre allora votò il 20% dei
giovani aventi diritto, nel 2006 la percentuale è salita al 24%. Il
voto giovanile è stato l'11% del totale nel 2002 e il 13% nel 2006.
“Con i suoi 42 milioni, questa generazione assumerà sempre più peso
nelle prossime elezioni”, ha commentato Heather Smith, direttore di
Young Voter Strategies.
Il 61% degli elettori giovani ha votato per i candidati democratici
alla Camera dei Rappresentanti, il massimo tra tutte le fasce d'età.
Gli stati in cui la partecipazione giovanile al voto è stata più
alta sono il Michigan, il Montana, il Minnesota e il Missouri.
Nel periodo precedente al voto il LYM è intervenuto in molti campus,
soprattutto negli stati in cui si prospettavano dei testa a testa,
ad esempio nel Missouri e nel Michigan. In questi stati il voto
giovanile ha raggiunto il 17% del totale. Anche nei duelli
elettorali per il Senato, dove le sorti sono state decise da poche
migliaia di voti, la partecipazione dei giovani e il peso
organizzativo del LYM hanno avuto un ruolo apprezzabile.
I giovani sono stati particolarmente sensibili a temi come l'Iraq,
l'economia, il terrorismo, e poi l'impennata dei costi
dell'istruzione, riferisce Jane Erickson di MD Votes, gruppo
apartitico che ha registrato 8500 studenti in 12 colleges e
università: “I giovani si rendono conto di avere potere e lo hanno
voluto dimostrare con il voto”.
In otto stati i distretti elettorali che contengono università hanno
registrato un più alto afflusso di giovani alle urne. Nei 36
distretti presi in esame, l'aumento del voto è stato del 157%
rispetto al 2002, ovvero sei volte tanto l'aumento della media
nazionale. Il LYM ha fatto intensamente campagna in tre di questi
stati: Ohio, Connecticut e Michigan.
Secondo un sondaggio elettorale bipartitico il 40% dei giovani si
identifica con i democratici il 30% coi repubblicani e il 23% con
gli indipendenti. Dagli exit polls del 7 novembre risulta invece che
la metà dei giovani ha votato democratico e il 35% repubblicano.
La mobilitazione per l'impeachment
Finalmente, un'ondata di richieste di impeachment per
il presidente Bush e il vice presidente Cheney sta risvegliando le
file del partito democratico. Oltre agli appelli lanciati in tal
senso da LaRouche, si è costituita una nuova coalizione di varie
forze sotto il titolo ImpeachForChange.org. Gli aderenti si sono
incontrati l'11 novembre a Filadelfia per annunciare i piani per
mobilitare un movimento nazionale per l'impeachment sia di Bush che
di Cheney. Il discorso di apertura è stato affidato alla
parlamentare Elizabeth Holtzman, che già partecipò alle procedure di
impeachment di Richard Nixon ed è una degli autori del libro “The
Impeachment of George W. Bush: A Practical Guide for Concerned
Citizens”. Il gruppo si ripropone di raccogliere un milione di
firme, di formare commissioni per l'impeachment in tutti i 435
distretti del Congresso, di incontrare ogni parlamentare e di
avviare la procedura di impeachment.
Secondo un recente sondaggio di NewsWeek, il 51% degli americani,
tra cui il 20% dei repubblicani, ritiene che l'impeachment sia un
argomento da affrontare. Il 10 novembre una trasmissione della MSNBC
ha interpellato i telespettatori in diretta. L'87% dei
telespettatori che hanno risposto ritiene che la condotta del
Presidente Bush giustifichi l'impeachment. Procedure a favore di un
impeachment sono partite già in due città nella consultazione
elettorale del 7 novembre, a Berkeley in California e a Urbana,
nell'Illinois, con l'approvazione rispettivamente del 68 e del 59%
dei votanti. Ad aprile una risoluzione per l'impeachment era stata
presentata nei parlamenti degli stati di Illinois, California e
Vermont.
I democratici passano ai fatti
Avendo ottenuto la maggioranza sia alla Camera dei
Rappresentanti che al Congresso, i democratici presiederanno tutte
le commissioni parlamentari cui compete tenere audizioni e aprire
inchieste sulla condotta del governo. Diversi democratici hanno già
reso noto che faranno ampiamente ricorso ai poteri di supervisione,
che consentono loro di raccogliere documentazioni, testimonianze e
indire audizioni. Questa è la strada che conduce all'impeachment.
Il parlamentare Ike Skelton si ripromette, tra le prime iniziative
come presidente della Commissione Difesa nel nuovo Congresso, il
ripristino della sottocommissione di supervisione e indagine che fu
disciolta non appena i repubblicani si assicurarono il controllo sul
Congresso nel 1994. Skelton intende usarla per fare luce sulla spesa
del Pentagono e sulla condotta della guerra in Iraq.
I senatori Carl Levin e Jack Reed hanno annunciato il proposito di
considerare l'opportunità di convocare ex funzionari del Pentagono,
come l'ex capo dell'Office of Special Plans Douglas Feith, a deporre
di fronte alla Sottocommissione permanente d'indagine del Senato
sulle questioni ancora aperte che riguardano l'intelligence nel
periodo che condusse alla guerra in Iraq. Reed ha detto: “Ciò che
non vogliamo è il ripetersi della situazione creata da Rumsfeld, in
cui non ci venivano messe a disposizione le informazioni più
importanti. Cosa che, secondo me, minò la nostra capacità di
assolvere ai nostri compiti”. Levin ha promesso che se i funzionari
si rifiuteranno di collaborare si procederà con i mandati di
comparizione. Se anche questi saranno ignorati, come Cheney ha
minacciato di fare, allora, ha anticipato Levin, il Congresso
paralizzerà le procedure delle conferme agli incarichi governativi,
a cominciare da quella del nuovo Segretario della Difesa.
A presiedere la Commissione Servizi sarà Jay Rockefeller, che ha già
promesso di rimettere in moto l'indagine sull'invasione dell'Iraq
che fu bloccata dai repubblicani. Le prigioni segrete della CIA e le
intercettazioni telefoniche senza mandato meritano serie indagini,
ha spiegato un collaboratore di Rockefeller. La Commissione sulla
Homeland Security passa sotto la presidenza di Bennie Thompson. che
ha preannunciato la convocazione di Michael Chartoff, segretario
alla Homeland Security, affinché sia interrogato dalla Commissione
sulla reazione del governo al disastro Katrina, compresa
l'assegnazione di contratti senza gara d'appalto.
Il parlamentare Henry Waxman, subentrato alla presidenza della
Commissione della Camera per le Riforme del Governo, si ripropone di
migliorare la supervisione sulle corporations, rivolgendo
particolare attenzione ai prezzi dei medicinali, ai profitti delle
imprese petrolifere e ai contratti di Halliburton in Iraq. John
Conyers passa a presiedere la Commissione Giustizia e si occuperà di
raccogliere dossier sugli illeciti dei funzionari
dell'amministrazione Bush per poi avviare le indagini.
Archivio Elezioni USA
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