Mettiamo delle notizie una accanto
all’altra, poi vedremo per associazione di idee che cosa ne verrà fuori.
La fonte che ha riportato l’articolo è la “Middle East Online” della Reuters
di New York, la data il 29 Settembre scorso, il testo è di Bob Woodward, il
reporter che divenne famoso per aver portato alla luce, con il collega Carl
Bernstein, lo scandalo Watergate che si concluse nel 1974 con dimissioni del
Presidente Nixon.
Woodward dice che Bush è sicuro che gli Stati Uniti siano sulla strada
giusta e cita una frase del Presidente, che avrebbe detto “ … non mi
ritirerò neanche se Laura e Barney ( il cane dell’inquilino della Casa
Bianca) fossero gli ultimi a sostenermi”.
Intanto i morti ammazzati USA , rinchiusi nelle “black bag”, che continuano
a viaggiare con gli Hercules C 130 nella tratta Baghdad-Arlington sono
arrivati a circa 2718, feriti ed invalidi a sfiorare i 19.910 feriti fino al
2 Ottobre 2006 (fonte wikipedia) e le spese della “guerra” a oltre 500
miliardi di dollari dall’ Aprile del 2003.
Secondo il giornalista USA il Presidente starebbe prendendo consigli sulla
strategia da seguire nella Terra dei Due Fiumi da … Henry Kissinger … che si
incontra spesso anche con il vice Cheney. Sua la frase “ la vittoria è
l’unica exit - strategy possibile”.
Come si vede l’ex Segretario di Stato USA è un personaggio sempre in vista e
in attività, nonostante il peso degli anni e gli acciacchi, con accesso
24-24 H allo Studio Ovale.
Lasciamo da parte le minacce che profferì all’indirizzo di Moro nel periodo
che precedette il suo rapimento e la successiva esecuzione tra Piazza del
Gesù e Botteghe Oscure del 19 Marzo del 1978 e le sedute spiritiche di Prodi
sul covo delle BR di via Gradoli come tutto il resto seppellito nei misteri
d’ Italia, dalla strategia della tensione alla strage della stazione di
Bologna … e passiamo ad altro.
Ottantunenne, imbolsito, strascicando i piedi per un evidente cattivo stato
di salute, ex Segretario di Stato Kissinger, novello consigliere, o meglio
agente di influenza, di Washington e Pentagono, approda a Fiumicino Giovedì
… 21 Settembre 2006 alle ore 17.30 con il volo diretto American Airlines per
scendere poi all’Hilton di Roma.
Chissà cosa aveva di così urgente e di segreto da dire al Presidente del
Consiglio che non potesse essere affidato a una lettera, a un fax, a una
telefonata o anche a un plico da recapitare per corriere diplomatico !
Venerdì 22 un'auto dell’ambasciata Usa lo preleva dall’albergo, con tanto di
scorta dei carabinieri, per accompagnarlo a … Palazzo Chigi dove è atteso
dal Presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi per le ore 15.00.
Il colloquio è riservato, riservatissimo (senza la presenza del
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Letta) e si protrae fino alle
17.30.
Segue la presentazione alla stampa nella Sala di Rappresentanza con foto di
rito e calorosissime strette di mano a suggellare la rimpatriata, con la
lingua di fuori, di Kissinger e la sua mai dimenticata amicizia, anche in
affari e frequentazioni, con il nostro “Professor” Presidente anche lui di
“lunga” carriera a partire dalla plancia di comando della svendita dell’Iri.
Particolare curioso, “statista” ( si fa per dire ) ed “ex” indossano ambedue
un completo color castagna incredibilmente eguale, con una cravatta blù
intero a puntini rossi per l’amerikano e una bianca e celeste a striscie per
l’inquilino di Palazzo Chigi. Sorvoliamo sul cattivo gusto.
L’ultima visita ( ufficiosa anche lì) dell’attuale “consigliere di Bush” nel
nostro Paese risale, a quanto ne sappiamo, al 23 Maggio del 2001.
I bollettini della “sinistra alternativa” parlarono allora di “… pesanti
interferenze di Henry Kissinger negli affari interni dell’Italia, foriera,
si affermò, di gravissime destabilizzazioni … di un modo diretto per far
sentire la “voce del padrone “ a uno Stato considerato a “sovranità limitata
”…
A riceverlo ed ascoltarlo quella volta c’era Berlusconi.
Kissinger evidentemente si muove quando i Governi, invariabilmente
amicissimi o amici, sono sempre nei primi 100 giorni o giù di lì. Quando si
può ancora con una forcella ancorata a terra indirizzare nel modo giusto lo
sviluppo desiderato del fusto d’albero.
Il signor “ K ” si disse allora, da sinistra, che era in missione per
ambienti reazionari, i più aggressivi in politica estera e i più liberisti
in quella economica dell’Amministrazione Bush e degli interessi che legavano
l’ebreo, naturalizzato americano, alla City di Londra, allo speculatore
della lira e sodale Soros, alla Goldman & Sachs, alla Commissione
Trilaterale e alla Società di Consulenza Booz-Allen&Hamilton. E molto, molto
altro.
Roba che aveva già condiviso con “amici” e professori- futuri presidenti,
regine e “lady di ferro” anche prima di Civitavecchia. Quell’asse ha sempre
funzionato al meglio e pesato e ripagato gli affiliati.
Questa volta la visita di Kissinger nel Bel Paese non ha fatto muovere
neppure un ciglio. Bertinotti è stato un inappuntabile padrone di casa,
insieme a un Napolitano che spande e spende per i 200 cavalli da spazzolare
del Quirinale e che corre a Budapest per contrizioni da “maddalena pentita”
dopo aver espresso felicitazioni pubbliche per il 70° compleanno del
Cavalier di Arcore. Dalla Bolognina al Colle, Parigi val bene una messa.
Sul Colle sventola il guidone della Repubblica Cisalpina e del Partito
d’Azione di Ciampi e della Banca d’Italia vecchia e nuova. Con Draghi siamo
tornati ancora una volta alla banca d’affari USA Goldam & Sachs. E’ il
cerchio istituzionale d’alto bordo che si chiude.<br><br>
Con tutta l’acqua passata sotto i ponti, con la missione del contingente
italiano in Iraq ancora da concludere a Dicembre e quello in Afghanistan da
integrare in forza combattente della Nato, come chiede da tempo il Comando
Operativo a Parisi, nei Palazzi del Potere Henry Kissinger è stato un ospite
gradito, graditissimo e senza vandalisti sulla piazza a contestarlo. Un
successone.
Il Partito Democratico di Fassino e Rutelli avanza sulle ali infradiciate di
salmastro isolano del Ministro della Difesa e di quelle, d’altro, di Prodi.
Mercoledì 4 Ottobre ho spedito un e-mail all’ Ufficio della Presidenza del
Consiglio dei Ministri redazione.web@governo.it
con la richiesta di sapere con quale mezzo, telefonico, fax, lettera, fosse
stata inoltrata la richiesta del “ex” Segretario di Stato USA per vedersi
concessa una visita da Prodi.
Una provocazione mirata. Potrebbe sembrare un problema di lana caprina. Non
lo è. Chi l’ha ricevuta avrà strabuzzato gli occhi e pensato al mittente
come al solito matto rompicoglioni.
Henry Kissinger, di fatto, a Roma dà il via libera alla coalizione, già
rissosa e recalcitrante, di Prodi per mettere a riposo, fino a conclusione
della XV legislatura, Berlusconi e sodali affiatati di merende come Bossi.
E’ un cambio di cavallo in corsa, senza scossoni che dovrebbe garantire,
nelle intenzioni, l’onda lunga dell’alternanza all’amico “itagliano”.
Berlusconi potrà nel frattempo, come rimborso spese, mettere da parte
qualche altro miliardo di euro senza problemi né ostacoli del Garante delle
Comunicazioni, di Gentiloni e della Polizia Postale. Assicurano l’impunità
Governo e Quirinale.
Washington legittima come affidabile l’attuale Presidente del Consiglio dei
Ministri e le Segreterie dei Partiti dell’ Ulivo e della “Cosa“ da far
nascere per la primavera-estate del 2007 come anticipato dal Segretario
Nazionale dei Democratici di Sinistra su “La Repubblica”, quotidiano di
punta della “Finegil-L’Espresso” dell’editore Carlo De Benedetti. Il chè
dice molto.
Un Fassino apparso nei toni e nei contenuti espressi nella “lettera aperta”
tutt’altro che preoccupato. C’è già a giro un accordo con qualche “troncone”
del centrodestra per sostituire a Camera e Senato i contestatori del nuovo
Partito Democratico?
Verrebbe da augurarsi che Kissinger non ci abbia chiesto altro sangue da
versare in Afghanistan e un abbonamento cumulativo per S. Maria degli Angeli
dopo lo sbarco a Naqura, questa volta sotto l’egida di un Presidente dell’
Onu nuovo di zecca come Ban Ki -Moon, un ex ministro degli esteri della
Corea ( USA dal 1956 ) del Sud, a mezzo servizio come Annan, con Bolton e la
Casa Bianca di George W. Bush. E non solo.
Cari amici, guai in vista. E grossi. Si vede che dopo le stangate di
Tremonti era naturalissimo che arrivasse la medicina amara di Padoa Schioppa.
Anche se Fini al posto di D’Alema sarebbe riuscito di certo a far peggio.
Giancarlo Chetoni
10.09.06
P.S.
Il Sig. Prodi quando Chavez era agli arresti e minacciato di essere passato
per le armi da un plotone “golpista” espresse apprezzamento per Pedro
Carmona, il Presidente degli Industriali del Venezuela.
Da mesi è in atto, evidentemente ispirata dall’alto, (dalla Presidenza del
Consiglio? ) una demonizzazione, accanitissima, del Paese Latino Americano
con continue notizie di sequestri ed omicidi da parte della criminalità
locale a danno di cittadini di origini italiane, familiari e parenti.
Le notizie di Telesur che hanno dipinto “il Professore” come un appartenente
alla Stay Behind sono da prendere in seria considerazione.
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