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09/09/2008 Quello che avremmo voluto sapere su l' Alitalia ma nessuno osa chiedere (La redazione, http://www.lavoce.info)

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Sette domande per Corrado Passera, Roberto Colaninno e Augusto Fantozzi, gli uomini che si adoperano per trovare una soluzione alla vicenda Alitalia. Nascono dai punti vaghi, oscuri, contraddittori di un'operazione che invece deve essere condotta con il massimo della trasparenza. Siamo certi che vorranno risponderci.

Corrado Passera, Roberto Colaninno e Augusto Fantozzi, gli uomini che al capezzale di Alitalia si adoperano per trovare in qualche modo una soluzione alla fallimentare storia recente della compagnia aerea, non sono avari di dichiarazioni e interviste ai giornali. In questi giorni ne abbiamo lette e sentite molte. Ciò che mancava, ci sembra, erano le domande giuste. Gli interrogativi che nascono dai punti vaghi, oscuri, contraddittori di un’operazione che deve essere condotta con il massimo della trasparenza. Ecco qui di seguito alcune di queste domande. Le pubblichiamo con la cortese richiesta a Passera, Colaninno e Fantozzi di rispondere.

LE SETTE DOMANDE

1)      Quanti sono i debiti di Alitalia? Quelli finanziari sono più o meno noti. E quelli verso fornitori?

2)      L'azionista di controllo di Alitalia è il Tesoro. Pare che mentre si darebbe totale garanzia ai creditori finanziari, quali obbligazionisti o banche e perfino agli azionisti, lo stesso non varrebbe per i creditori "reali" (fornitori). Si può fare chiarezza sulle garanzie?

3)      A quanto ammonta l'esposizione di AirOne con Intesa Sanpaolo?

4)      Perché non viene fatta un'asta, come si addice a ogni operazione di privatizzazione e si assegnano invece gli asset di valore a trattativa privata?

5)      La situazione dei lavoratori dipendenti “in esubero” è stata definita dal decreto del governo. Si prevedono garanzie di qualche tipo per i lavoratori precari che non riuscissero a ricollocarsi nella Cai?

6)      Il lock up di cinque anni della azioni Cai è un vincolo reale (legato ad esempio all’acquisto del marchio Alitalia), parte di un patto tra soci (che essi potrebbero di comune accordo modificare) o una semplice dichiarazione di intenti? Se tale vincolo esiste veramente, dove è scritto? Nello statuto societario, nei patti parasociali? E cosa succede se qualcuno ignora il  lock-up e vende prima della scadenza?

7)      È legittimo il dubbio che nel futuro di una compagnia aerea così concepita ci sia necessariamente un partner estero. Ma nel futuro, a chi potranno vendere i soci se non ad Air France (o al partner tecnico che entrerà subito)? Il partner estero che entrasse oggi comanderà dunque dal punto di vista strategico per cinque anni, perché ha in mano le chiavi dell'estero e avrà il controllo fra cinque anni. Nell’ipotesi si trattasse di Air France, che pochi mesi fa era disposto a pagare per accollarsi anche i debiti, non sarebbe forse per la società francese un ottimo, insperato, affare?

http://www.lavoce.info

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