Sette domande per Corrado Passera, Roberto
Colaninno e Augusto Fantozzi, gli uomini che
si adoperano per trovare una soluzione alla
vicenda Alitalia. Nascono dai punti vaghi,
oscuri, contraddittori di un'operazione che
invece deve essere condotta con il massimo
della trasparenza. Siamo certi che vorranno
risponderci.
Corrado Passera, Roberto Colaninno e
Augusto Fantozzi, gli uomini che al
capezzale di Alitalia si adoperano per
trovare in qualche modo una soluzione
alla fallimentare storia recente della
compagnia aerea, non sono avari di
dichiarazioni e interviste ai giornali.
In questi giorni ne abbiamo lette e
sentite molte. Ciò che mancava, ci
sembra, erano le domande giuste.
Gli interrogativi che nascono dai punti
vaghi, oscuri, contraddittori di
un’operazione che deve essere condotta
con il massimo della trasparenza. Ecco
qui di seguito alcune di queste domande.
Le pubblichiamo con la cortese richiesta
a Passera, Colaninno e Fantozzi di
rispondere. LE SETTE DOMANDE
1) Quanti sono i debiti
di Alitalia? Quelli finanziari sono più
o meno noti. E quelli verso fornitori?
2) L'azionista di controllo di
Alitalia è il Tesoro. Pare che mentre si
darebbe totale garanzia ai creditori
finanziari, quali obbligazionisti o
banche e perfino agli azionisti, lo
stesso non varrebbe per i
creditori "reali" (fornitori).
Si può fare chiarezza sulle garanzie?
3) A quanto ammonta
l'esposizione di AirOne
con Intesa Sanpaolo?
4) Perché non viene fatta un'asta,
come si addice a ogni operazione di
privatizzazione e si assegnano invece
gli asset di valore a trattativa
privata?
5) La situazione dei lavoratori
dipendenti “in esubero” è stata definita
dal decreto del governo. Si prevedono
garanzie di qualche tipo per i
lavoratori precari che
non riuscissero a ricollocarsi nella Cai?
6) Il lock up di cinque anni
della azioni Cai è un vincolo
reale (legato ad esempio all’acquisto
del marchio Alitalia), parte di un patto
tra soci (che essi potrebbero di comune
accordo modificare) o una semplice
dichiarazione di intenti? Se tale
vincolo esiste veramente, dove è
scritto? Nello statuto societario, nei
patti parasociali? E cosa succede se
qualcuno ignora il lock-up e vende
prima della scadenza?
7) È legittimo il dubbio che nel
futuro di una compagnia aerea così
concepita ci sia necessariamente un
partner estero. Ma nel futuro, a chi
potranno vendere i soci se non ad Air
France (o al partner tecnico che entrerà
subito)? Il partner estero che entrasse
oggi comanderà dunque dal punto di vista
strategico per cinque anni, perché ha in
mano le chiavi dell'estero e avrà il
controllo fra cinque anni. Nell’ipotesi
si trattasse di Air France, che pochi
mesi fa era disposto a pagare per
accollarsi anche i debiti, non sarebbe
forse per la società francese un ottimo,
insperato, affare?
http://www.lavoce.info
11/11/2008 Archivio Alitalia
Archivio Infrastrutture
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