Non sarà una rivoluzione, ma
il secondo "pacchetto Bersani" di liberalizzazioni è un
passo in avanti. Non tutto è perfetto, ovviamente non esaurisce
quello che si potrebbe fare, ma non è neppure solo fumo. Vediamo
intanto dove sta l’arrosto.
Alcuni miglioramenti importanti
Il pacchetto agisce su alcuni settori ad alto impatto
sull’economia. Il primo che viene in mente è il settore
assicurativo, ove viene eliminata – come già era stato fatto
in luglio per le polizze Rc-auto – la clausola di esclusiva di
distribuzione delle polizze danni, ovvero consente che qualcuno
venda diverse polizze, magari aiutando il consumatore a
confrontarle e a scegliere quella che più si confà alle sue
esigenze.
Un altro è quello della distribuzione carburanti, ove
finalmente si cerca di eliminare le restrizioni alla vendita di
benzina e gasolio alla grande distribuzione. Gli effetti
probabili del provvedimento sono due. L’effetto diretto riguarda
la possibilità che la grande distribuzione possa operare a costi
tali da poter ribaltare sui consumatori un risparmio molto
consistente (si parla di 10 centesimi al litro, non sarebbe
poco). Ma vi è anche un effetto indiretto, che si comprende bene
alla luce della recente istruttoria aperta dall’Autorità
antitrust a carico delle compagnie petrolifere. Il sospetto
che queste imprese siano state impegnate in accordi collusivi è
purtroppo ricorrente, e introdurre nel gioco di mercato un
soggetto di natura diversa, come la grande distribuzione,
potrebbe rendere un eventuale coordinamento tra di esse assai
più difficile.
Comprendiamo le resistenze dei piccoli distributori, e il
governo troverà probabilmente il modo di compensarli. Ma
l’interrogativo vero, di fronte a questa e altre restrizioni,
non è se sia legittimo rimuoverle, quanto se sia legittimo
continuare a vietare alla grande distribuzione di fare quello
che fanno altri: vendere benzina. Ovvero, a chi chiede di
cancellare questa proposta vorremmo domandare: perché solo pochi
possono avere il diritto di vendere benzina? A quale interesse
pubblico risponde questa limitazione?
Altrettanto interessante è l'avvio, per quanto la cosa sarà
complicata e lunga, di una borsa all’ingrosso del gas
naturale. Si tratta di un tentativo molto innovativo
rispetto al panorama europeo e che prova a mettere un cuneo tra
lo strapotere di Eni all’ingrosso e la vendita al dettaglio. È
evidente che i dettagli dell’operazione saranno molto
importanti, che questo non basta per eliminare il potere di
mercato dell’operatore dominante, ma è un passo nella direzione
giusta.
Ma qualche dubbio è legittimo…
Altre cose destano alcune perplessità, anche se magari si
tratta proprio dei provvedimenti più popolari.
Un primo esempio è l’abolizione del costo di ricarica per
la telefonia mobile. È una battaglia che non ci ha mai
appassionato; una volta abolito tale costo, ci aspettiamo presto
o tardi che le compagnie telefoniche si rifacciano sulle altre
componenti tariffarie: lo scatto alla risposta, o il costo per
minuto. Non ci pare che questa abolizione sia proprio decisiva.
Allo stesso modo, abolire la commissione di estinzione
anticipata dei mutui potrebbe indurre ad aumentare gli
interessi. Se poi la banca avesse costi specifici a causa della
eventuale estinzione anticipata di un mutuo, eliminare la
commissione comporterebbe solo un "sussidio incrociato": tutti
quanti pagheremmo una parte del costo, generato solo da chi
estingue il mutuo prima del tempo. Il principio che le
commissioni "improprie" devono essere abolite è sacrosanto, ma
un po’ di flessibilità potrebbe essere opportuna.
Qualche omissione, ma una logica c’è
Il fatto che poi resti molto da fare è praticamente ovvio, e
l’agenda del governo è indubbiamente ricca. Due passi
importanti, quali lo scorporo della rete gas da Eni e la
riforma delle Autorità stavano quasi per essere effettuati:
speriamo che il loro rinvio sia breve e solo di carattere
tecnico. In particolare, l’Autorità per i trasporti serve a dare
normalità a un settore dove da decenni la confusione regna
sovrana, una cosa che pagano sia i consumatori, sia i
contribuenti.
Un ultimo commento sull’architettura complessiva del
"pacchetto". Molti provvedimenti del pacchetto Bersani prendono
spunto da segnalazioni dell’Authority o dalle sue indagini,
quali quella sulle compagnie petrolifere oggi in corso (o quella
del 2002), e quella sulle assicurazioni Rc-auto, dove proprio
l’Autorità segnalò che la presenza di agenti con clausola di
esclusiva rappresentasse un problema. Il fatto che l’
Antitrust non sia più un grillo parlante che si ascolta
quasi con fastidio, ma una istituzione a cui il governo si
ispira, è in sé un’ottima notizia.
E questo conferma anche come non siamo di fronte a un
provvedimento "senza logica". Abbiamo tanti interventi puntuali,
alcuni piccoli, altri meno, che assomigliano però alle tessere
di un puzzle: alla fine formano un quadro che ha una sua
coerenza. Non sarà forse un pilastro della storia dell’arte, ma
ci fa piacere vederlo.
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