Istruttoria sulle
alternative più soft fino al 30 settembre. Ma nel frattempo i lavori
procedono, ha deciso il Comitatone. Pecoraro Scanio: "Non siano
irreversibili, servono verifiche"
“Avrei preferito una presa di posizione più chiara in
relazione alle opere da realizzare in questa fase di verifica o una
sospensione cautelativa dei lavori”. Il ministro dell’Ambiente
Alfonso Pecoraro Scanio commenta così la decisione presa dal
Comitatone sulla Salvaguardia di Venezia di non
sospendere i lavori per la realizzazione del Mose, il
sistema di paratie mobili per proteggere, sostengono i promotori, la
laguna di Venezia dall'acqua alta.
Ad
annunciare la decisione il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio
Enrico Letta nel corso di una conferenza stampa a margine
della riunione alla quale ha preso parte anche il Presidente del Consiglio
Romano Prodi. Fino al 30 settembre ci
sarà una istruttoria sulle alternative al Mose. Dei
380 milioni di euro previsti dal Cipe,
circa 40-50 milioni saranno destinati alla
salvaguardia della città lagunare. Nel frattempo è stato deciso
che i lavori comunque andranno avanti.
Deluso dell’esito della riunione, il primo cittadino di Venezia
Massimo Cacciari ha espresso tutto il suo disappunto,
dichiarando che si tratta “di una decisione non chiara.
Si poteva tranquillamente continuare con altri lavori compatibili con i
progetti alternativi al Mose”. Parere negativo sulla
decisione di andare avanti con i lavori è stato espresso anche dal
Wwf e da Legambiente.
L’associazione del Panda in una nota dichiara che “con una istruttoria
così breve si potevano sospendere i lavori, impedendo ulteriori
danni irreversibili all’habitat e all’avifauna. Unico elemento
positivo – secondo l’associazione – è che finalmente è possibile valutare
delle alternative”.
Angelo Mancone, presidente di Legambiente Veneto pensa
che “il rinvio di due mesi deciso possa portare il Mose ad un punto di non
ritorno. Per questo chiediamo che ci possa essere un percorso di
discussione in Parlamento di forte intesa tra le
Commissioni Ambiente di Camera e Senato per ribadire la
convenienza economica e l’importante ruolo di tutela della laguna che le
proposte alternative hanno”.
Nel
frattempo, il ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio ha
formalmente chiesto che in questa fase di verifica “non vi siano
lavori irreversibili e di esclusiva competenza del Mose. Resta
aperta, infatti, la necessità di sottoporre i lavori ad una seria
Valutazione d’impatto ambientale, perché la documentazione
disponibile, progettuale e procedurale, appare lacunosa”.
Archivio Infrastrutture
|