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Il giorno dopo l'appoggio a De Luca come Governatore
della Campania da parte di Antonio Di Pietro mi sono
svegliato con la testa pesante, con un senso di nausea. Non ne ho capito
subito il motivo. Poi ho messo a fuoco i miei pensieri e ho rivisto migliaia
di persone che applaudivano convinte, con una standing ovation,
una persona che incarna l'esatto contrario di Antonio Di Pietro. Marco
Travaglio ne descrive per filo e per segno nel Fatto Quotidiano di oggi
(leggi) le vicende giudiziarie strettamente intrecciate con il
Pdmenoelle emilianoromagnolo di Bersani. Non le ripeterò a mia volta. Non
basterebbe il post per elencarle. Per De Luca non è necessario aspettare la
sentenza, parla la sua faccia, la sua arroganza, la sua
ignoranza come potete ammirare nel
video che mi ha dedicato quando criticai l'inceneritore di Acerra.
Per un partito che ha fatto delle mani pulite la sua bandiera, uno come De
Luca rappresenta un suicidio politico. Infatti, chi ha le mani sporche potrà
dire che Di Pietro è uguale agli altri. Ghedini, Belpietro
e Feltri pagheranno di tasca loro per poterlo affrontare in una trasmissione
televisiva. Ci sarà la fila. Resta però il fatto che Antonio Di Pietro non è
uguale agli altri. E allora, perché dilapidare un patrimonio di consensi per
un signore con due processi pesantissimi in corso? Era meglio
Bassolino che di processo ne ha uno solo ed è anche più simpatico
di De Luca.
Io sono grato a Di Pietro per il sostegno che ha sempre dato alle iniziative
del blog, come i Vday o la manifestazione dei familiari antimafia. L'unico
tra i segretari di partito a esprimere pubblicamente la sua solidarietà nei
miei confronti. La Rete sta giudicando in modo severo, quasi da amante
tradita, l'operato di Di Pietro. Io non lo farò, avrà le sue ragioni che non
sono le mie. Però Bersani e La Torre in prima fila al
Congresso dell'Italia dei Valori (insieme al convitato di pietra Massimo D'Alema)
rappresentano un'idea della politica che non mi appartiene, quella dei
compromessi, del meno peggio, della mancanza di alternative
in nome di una governabilità che ci ha regalato decenni di Andreotti, Craxi
e Berlusconi. Mi dispiace, non mi interessa.
Il MoVimento 5 Stelle vuole cambiare le regole del gioco. In Campania
candida
Roberto Fico, un cittadino preparato e incensurato di 35 anni. I
cittadini devono rappresentare sé stessi in prima persona e gli eletti
rispondere ogni giorno delle loro azioni attraverso la Rete. Ognuno conta
uno. Il
Programma è il punto di rifermento. Idee e non ideologie. La
politica come servizio (temporaneo) e non come professione. I fini che
giustificano i mezzi sono un'emerita cazzata. Il mezzo e il fine
sono la stessa cosa. Se il primo è merda, lo diventa anche il
secondo. Tonino, torna indietro.
http://www.beppegrillo.it
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