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Oggi è come se l’Italia avesse vinto i Mondiali di calcio. Quello che
succederà al Paese non si sa, anzi lo sappiamo perchè ci vuole ben altro del
parere della Consulta per rimuovere un folto gruppo saldamente ancorato al
potere, ma oggi, almeno oggi, in questa notte del 7 ottobre 2009 gli italiani
potranno sognare un’Italia diversa.
Il sogno durerà meno della vita di una farfalla, domani torneranno all’attacco
dell’aticolo 3 della Costituzione: la legge è uguale per tutti, per le quattro
più alte cariche dello stato incluse.
W l’Italia e quell’onestà che ancora brilla nello Stato.
Riporto alcune Ansa delle mie dichiarazioni e di esponenti dell'Italia dei
Valori:
E’ incostituzionale. E noi lo abbiamo detto subito, sin da quando ci
riunimmo a piazza Navona in migliaia per gridare allo scandalo su questa legge
che Berlusconi si è fatto per sistemare i suoi processi. Già allora, ci
rivolgemmo al Capo dello Stato per pregarlo di non firmare questo scempio di
incostituzionalità e immoralità.
Allora rimanemmo stupiti che il Capo dello Stato, non solo firmò il Lodo, ma
dichiarò che lo faceva non per dovere, ma perché lo riteneva del tutto
costituzionale.
Spero che da oggi, alla luce della decisione della Consulta il Presidente del
Consiglio la smetta di fare leggi a proprio uso e consumo, si dimetta
dall’incarico e vada a fare quello che da 15 anni si ostina a non voler fare:
l’imputato. E spero che il Presidente della Repubblica, d’ora in poi, non sia
così frettoloso nel firmare provvedimenti incostituzionali e immorali”.
- ANTONIO DI PIETRO
"La Consulta ha bocciato non solo il Lodo ma una maggioranza che da 15
anni con arroganza e spregio delle istituzioni obbliga il Parlamento ad
approvare leggi palesemente incostituzionali al solo scopo di garantire
un’indebita impunità a Silvio Berlusconi. Per questo il governo ora ha il dovere
morale di dimettersi e il presidente del consiglio di fare quello che qualsiasi
altro italiano nelle sua condizioni dovrebbe fare: l’imputato. L’Italia dei
Valori chiede che si vada subito ad elezioni" - MASSIMO DONADI
Capogruppo Idv alla Camera
"La Corte Costituzionale ha riconosciuto la palese incostituzionalità del
cosiddetto "Lodo Alfano": viene così eliminato dal mondo giuridico il maldestro
tentativo di violare, con legge ordinaria, il sistema costituzionale ed il
fondamentale principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge.
IDV ha raccolto un milione di firme per eliminare una legge che oltre che
incostituzionale è esempio di barbrie ed inciviltà etica e istituzionale. La
sentenza della Corte Costituzionale rende inutile il referendum ma dimostra come
fosse fondata l'indignazione dei cittadini, e come le perplessità espresse sulla
firma da parte del Capo dello Stato avessero oltre che un fondamento etico,
anche un fonfamento giuridico e costituzionale". - LEOLUCA ORLANDO
- Portavove nazionale di IDV
'Il presidente Berlusconi fara' bene a prendere le valige e a cambiare
aria" - FELICE BELISARIO - Capogruppo Idv al Senato
"E' da mesi che sottolineavamo la manifesta incostituzionalita' del lodo
Alfano perche' in palese violazione, tra l'altro, di uno dei cardini della
democrazia italiana: il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla
legge.
Per questo non possiamo che accogliere con soddisfazione la decisione della
Consulta e il fatto che anche il presidente del Consiglio ritorni, oggi, tra noi
comuni mortali, sottoposti a quel rispetto della giustizia che e' alla base
della nostra Repubblica. Continueremo ad essere i custodi della Costituzione e
difenderemo in Italia e in Europa la democrazia del nostro Paese''. -
- LUIGI DE MAGISTRIS - Europarlamentare Idv
Non sto nella pelle, sono felicissima ed ho la sensazione di condividere
questo sentimento con parecchi milioni di italiani.
Per un anno ci siamo ostinati a credere nella Costituzione e nella Giustizia
abbiamo raccolto centinaia di migliaia di firme, abbiamo girato l'Italia in
lungo ed in largo per informare i cittadini e gli studenti.
Siamo stati attaccati dai servi di questo sistema di potere pidduista e mafioso
e siamo stati accusati di essere pazzi, anti-italiani ed ignoranti!
Nonostante tutto a testa alta abbiamo continuato contro tutto e tutti!
Oggi abbiamo vinto questa grande battaglia e, come canta il mio amico Ligabue,
questo e "il giorno dei giorni"! - SONIA ALFANO Europarlamentare
Idv
Immunita'? No grazie (http://www.antoniodipietro.it)
Da una parte, se si chiede al Capo dello Stato di non firmare
lo scudo fiscale, che tutela con l’anonimato e l’impunibilità
mafiosi ed evasori, si è accusati di “tirare per la giacchetta”, se si
definisce poi “vile” l’atto di abdicare alle funzioni del suo
ruolo, si finisce per essere passati al setaccio dalla Procura.
Dall’altra parte, abbiamo parlamentari in duplice veste:
deputati, avvocati del premier e dello Stato, che vengono ascoltati per
argomentare alla Consulta come un lodo “di sartoria” per Berlusconi e tre alte
cariche dello Stato, sia legittimo alla faccia di 60 milioni di
individui. Guarda caso, però, solo lui ha più di un processo che lo
attende al varco.
Giorgio Napolitano non è al di sopra della Costituzione ma ne è il
garante. Finché decide di esercitare le sue funzioni, questa
prerogativa lo contraddistingue dagli altri cittadini, diversamente, è
un comune cittadino. Non ritengo di aver oltraggiato ma, al contrario,
difeso e salvaguardato la figura del Capo dello Stato che oggi porta un nome e
domani ne porterà un altro. La figura del Capo dello Stato deve rimanere integra
al di là del suo volto. Napolitano ha firmato in 24 ore il ‘Lodo Alfano’,
ha firmato con timide osservazioni la legge sulle intercettazioni,
ha firmato in 24 ore un’amnistia fiscale mascherata da scudo
all’americana quando invece era alla lussemburghese.
Mi domando: può un cittadino comune, per di più espressione dell’8%
dell’elettorato italiano, esprimere qualche perplessità sull’operato di questo
Presidente della Repubblica?
Rispondo di si, ed è ciò che ho fatto e che rifarei.
Io sono qui, non mi nascondo dietro il Lodo delle quattro
più alte cariche dello Stato e non so che farmene dell’immunità
parlamentare. Sono qui per la procura di Roma, sono
qui per i politici in doppiopetto blu che si indignano, sono
qui per le penne veloci al loro soldo che hanno pubblicato con
solerzia la notizia del “forse al vaglio della Procura”, ma che oscurano il
programma di governo dell’Italia dei Valori.
Sono qui e sarò qui anche quando verranno mandati a casa dai
loro elettori appena il loro garante alla Presidenza del Consiglio toglierà le
tende.
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"Informazione:si
riparte dall'Europa" |
Oggi ho trasmesso la diretta streaming da Bruxell per
parlare di informazione in Europa. l’Italia è in Europa dal 1952 e forse
dovremmo guardare di più ad essa approviamo le nostre leggi, o chiederci
come mai i nostri vicini di casa ci vedono da tempo come un’anomalia in
molti settori delle istituzioni. Come politico posso solo constatare che a
guardar bene il livello di collusione e di corruzione della politica
all’interno del Belpaese ho ben poca speranza che le cose possano
cambiare nel prossimo decennio confidando in questa classe dirigenziale.
Riporto in calce un’intervista rilasciata a L’Altro (leggi
l'intervista) e un articolo de il Fatto che porta la mia firma (leggi
l'articolo). Vi invito a leggerli entrambi perché danno spazio al
pensiero di un Partito, Italia dei Valori, verso cui l’informazione
nazionale nega ogni forma di comunicazione propositiva dando gran voce alla
sua impronta intransigente, componente di cui siamo fieri, ma che non è
espressione esaustiva della nostra politica riformatrice e propositiva.
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Antonio Di
Pietro |
06/10/2009 Il piano B dell'anti-Stato (http://www.antoniodipietro.it)
Oggi, e nei prossimi giorni, si continuerà a parlare del nulla, assistendo ad
un teatrino inutile nei confronti della decisione della
Consulta sulla costituzionalità del lodo Alfano.
Non importa come si esprimeranno i 15 giudici della Corte Costituzionale. Per
gli italiani e per la Costituzione italiana quella legge è un aborto
della democrazia.
L’appello che lancio alla Consulta è di pensare alla reputazione della Corte
e del Paese. Se qualche commensale, tra i membri della Consulta, pensa che la
propria decisione possa mandare a casa Berlusconi, ciò non
accadrà poiché Ghedini e Alfano hanno ricevuto
l’ordine di ‘fregarsene’ del parere della Corte e di
predisporre il ‘piano B’ per eludere il parere di
costituzionalità. “La legge è uguale per tutti, ma non la sua applicazione”:
queste sono le parole con cui poco fa Ghedini ha preso per i fondelli la
Costituzione e gli italiani. Come può la Consulta pensare che il suo
parere e le sue toghe nere possano fermare gente con un disprezzo così viscerale
per le istituzioni? Con un ministro della Difesa, Ignazio La Russa,
che minaccia la Consulta dichiarando che ''non immaginare neppure un giudizio
che non confermi la costituzionalità della norma'', ai 15 giudici costituzionali
non rimane che prendere le distanze dall’anti-Stato, salvaguardando almeno
l’integrità dell’organismo che rappresentano. Diversamente ci penserà il
nostro referendum.
Questa XVI legislatura è la rappresentazione della follia. Il Paese arranca
con una disoccupazione che sfiora il 10% e un Pil in
agonia. L’abusivismo edilizio del primo partito italiano, quello del
cemento, ha mietuto oltre 300 vittime tra le case di sabbia
sgretolatesi a L'Aquila e quelle travolte dal fango a
Messina e prepara, inarrestabile, nuove gittate per il ponte
sullo Stretto. Le Ferrovie dello Stato viaggiano su binari e strutture
da roulette russa che dall’inizio dell’anno hanno visto il deragliamento di
diversi convogli culminato con la tragedia delle 31 vittime di Viareggio.
Le aziende falliscono perché strozzate dalla stretta
creditizia delle banche che si accingono ad accogliere a braccia aperte il
fiume di soldi sporchi dello scudo fiscale. In questo quadro di degrado
assoluto, il Parlamento e i partiti sono asserragliati in una guerriglia
demenziale in difesa di privilegi ed impunità. Sul fronte
internazionale siamo isolati a causa di un Presidente del Consiglio che dovrebbe
essere affidato ad una badante che lo tuteli dalle escort, ma
che lo tuteli anche dalle dichiarazioni convulse che rilascia sui processi di
cui sembra aver perso memoria, complici gli eccessivi compromessi personali e
pubblici a cui ottemperare.
Vorrei parlare di alternativa di governo, di programma, di
contenuti ma come puoi pianificare il futuro quando stai affrontando la lotta
più dura per la sopravvivenza del futuro stesso? Questo governo è un
tumore della democrazia, non ti permette di pensare al tuo corpo, ai
cittadini, ti attanaglia la mente e ti impegna con tutte le energie per non
cedere, esattamente come si fa con una brutta malattia. Una volta passato il
pericolo riusciremo a pensare alla riabilitazione, se avrà senso farla, e con
l’amara consapevolezza che forse il nostro fisico non tornerà mai come prima.
05/10/2009 Effetto neutro sull'anti-Stato (http://www.antoniodipietro.it)
Domani, 6 ottobre, la Consulta si pronuncerà sulla
costituzionalità del Lodo Alfano. Non importa quale sarà l’esito
poiché è già grave il fatto che sia impegnata la Corte per questo
pronunciamento. Questo, di per sé, deve già metterci in allarme.
Solo il fatto che si discuta se considerare quattro cittadini più
uguali degli altri di fronte alla legge, testimonia che c’è già, nei
fatti, la violazione dell’articolo 3 della Costituzione. Il
gesto del Presidente della Camera, Gianfranco Fini, uno dei
quattro destinatari del lodo, il quale ha deciso di non servirsene, tornando ad
essere uguale agli altri cittadini, significa che questo lodo odora di
immoralità.
Mi auguro che un organo come la Corte Costituzionale non scriva una
brutta pagina nella sua storia sessantennale, avallando una
norma già respinta nel 2003, quando portava il nome di Schifani.
Gli interessi di un corruttore, che vuole scampare al peggio, non valgono una
briciola della reputazione della Corte.
Se il lodo sarà etichettato come “costituzionale”, il Paese scenderà
in piazza per il referendum per il quale l’Italia dei Valori ha
raccolto oltre un milione di firme e che, quindi, si farà.
Se il lodo sarà respinto l’anti-Stato, ossia il governo
Berlusconi, rimarrà comunque dov’è, lo ha già dichiarato. Il Governo modificherà
virgole e cavilli dell’attuale legge, finché non verrà accettata.
L’effetto immediato, dunque, sarà lo stesso in un
caso o nell’altro: tutto rimarrà immutato perché quello che state
vivendo, cari italiani, è un ‘golpe moderno’ e ci siete dentro senza
nemmeno accorgervene. Da domani non tornerà la democrazia, la libertà di
manifestare, di parola e di espressione, né Silvio Berlusconi se ne andrà dal
comando, perché il Parlamento ed altre lobby ora hanno bisogno
delle sue leggi porcata, visti gli interessi bipartisan. Se
così non fosse, si sarebbero già liberati di Berlusconi con il voto del
2 ottobre sull’amnistia fiscale, invece di salvarlo con 32
“desaparecidos” dell’opposizione filogovernativa i cui nomi riporto di
seguito, compreso uno dell’Italia dei Valori:
24 Pd: Argentin, Binetti, Bucchino, Capodicasa, Carra,
Codurelli, D'Antoni, Esposito, Farina, Fioroni, Gaione, Ginefra, Giovanelli,
Grassi, La Forgia, Lanzillotta, Madia, Mastromauro, Melandri, Misiani, Pistelli,
Pompili, Porta, Portas.
7 Udc: Bosi, Ciccanti, Drago, Libè, Pisacane, Ruggeri,
Volontà.
1 Idv: Misiti.
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