Berlusconi, il 25 aprile e lan ...
Il migliore
Alcuni politici sono il bandol ...
Il sangue dietro la coca
Senza la cocaina il PIL di molti Paesi occidentali
crollerebbe. La criminalità organizzata investe centinaia di miliardi di
guadagni della coca all'anno in immobili, titoli, aziende. La coca tira
l'economia, ma anche l'economia tira la coca. La mancanza di liquidità non
riguarda i capitali mafiosi che possono fare shopping mondiale
a basso prezzo grazie alla crisi. Chi controlla il capitale
controlla la società. Ma chi controlla il controllore del capitale?
Loretta Napoleoni esperta di sistemi finanziari e di terrorismo è
intervenuta con me a Bruxelles al Parlamento Europeo il primo aprile scorso.
Testo dell'intervento
Financial Fools' Day
Il Patriot Act e il riciclaggio di denaro
L'allenza tra narcotrafficanti colombiani e 'ndrangheta
Una masnada di delinquenti
Financial Fools' Day
"Se fino adesso vi siete depressi, dopo il mio discorso sarete proprio a
terra, lo dico subito!
Oggi è una giornata particolare perché a Londra, dove ci sono stati degli
scontri tutto il giorno da parte del movimento contro il capitalismo e in
particolare nella City di Londra, dove gran parte degli sconti
che avete sentito hanno avuto ampio svolgimento, è stato chiamato il Financial
Fools' Day che sarebbe il pesce d’aprile finanziario.
Credo che questa sia una descrizione abbastanza divertente per descrivere la
rabbia e la disperazione della gente nei confronti di una crisi economica creata
dalle banche, non solamente dalle banche italiane, purtroppo, ma anche le banche
mondiali, di fronte a una crisi epocale, in cui prima di tutto non si sa cosa
fare, si incontrano domani questi del G20 con la speranza che
risolveranno in quelle poche ore in cui si incontreranno e si faranno molte
foto, risolveranno i problemi del mondo, tutto sicuramente non succederà e
queste manifestazioni a Londra in un certo senso ci dicono che la gente è stanca
di tutte storie e quindi non ci crede più.
Di professione faccio l’economista e vi dico che non è un bel momento per la mia
professione, molti si aspettano che quando faccio questi discorsi, tiro fuori il
turbante e la sfera di cristallo perché ormai il sinonimo dell’economia è la
chiromanzia, questa è la situazione. Quindi oggi ho pensato, invece di parlarvi
del futuro di raccontarvi una storia del passato, perché secondo me la storia è
in un certo senso la nostra guida e noi molto spesso ce la dimentichiamo,
infatti abbiamo completamente perso la memoria storica.
Voglio raccontare il fenomeno di interdipendenze economiche,
come una legislazione introdotta in un paese, in particolare parliamo del
Patriot Act, una legislazione per bloccare il finanziamento del terrorismo, in
realtà poi ha creato una situazione tremenda, deleteria in un altro paese e qui
parliamo dell’Europa, come questa legislazione ha trasformato l’Europa nella
lavanderia del denaro sporco del mondo e tutto questo è avvenuto dall’11
settembre fino a oggi, sotto i nostri occhi e noi non ce ne siamo neanche resi
conto.
Cominciamo questo racconto dalla cosiddetta deregulation di cui domani
parleranno i grandi del mondo nella speranza di ridurre i danni causati dalla
deregulation e gran parte delle storie che avete sentito fino
adesso sulle banche, sono legati proprio alla deregulation, all’assenza di
legislazioni e all’introduzione di un grande livello di libertà nelle mani delle
banche, senza nessun controllo da parte dello Stato.
Cosa succede con la deregulation? Praticamente c’è l’abbattimento delle barriere
finanziarie, c’è l’abbattimento anche delle legislazioni finanziarie, dei
controlli tra un paese e l’altro e chi ne ha approfittato? In realtà ne ha
approfittato il crimine organizzato, ma anche l’economia illegale e i gruppi
armati.
Dall’inizio degli anni 90, fino al 2001 si forma quindi un nuovo sistema
economico, dove confluiscono gli interessi di queste categorie, il che vuole
dire che si formano joint venture, la relazione che esisteva tra le FARC
colombiane e i narcotrafficanti, si formano anche delle associazioni tra vari
gruppi armati e i gruppi criminali per usufruire di alcuni canali finanziari,
attraverso i quali si ricicla il denaro sporco.
L’ammontare totale, il fatturato, il Pil, la produzione monetaria di questo
sistema economico, ammontava prima dell’11 settembre a 1.500 miliardi di
dollari il che vuole dire circa il 5% dell’economia mondiale, questo
era quasi tutto in dollari, un 90% di questa produzione monetaria era in
dollari, la denominazione preferita era il dollaro, il biglietto da 100 dollari.
Gran parte di questo flusso di denaro sporco veniva riciclato negli Stati Uniti
e quindi in dollari attraverso i paradisi fiscali delle isole dei Caraibi.
In realtà questo riciclaggio era benefico per l’economia americana, equivaleva a
una iniezione di contante e questo lo scopriamo analizzando i dati della domanda
e dell’offerta di moneta americana. Dalla metà degli anni 60, fino al 2001 una
quantità crescente della nuova moneta, quella che viene stampata ogni anno dalla
riserva federale, usciva dal circuito nazionale illegalmente, questi erano soldi
che uscivano nelle valigette oppure nelle scatole di cartone portate via,
facendo finta che fossero scatole necessarie per traslochi etc., quindi
illegalmente e questi soldi andavano a soddisfare la domanda di moneta prodotta
dall’economia criminale, ma anche dall’economia terrorista e dalla varia
economia illegale.
Nel 2001 2/3 della nuova offerta di moneta americana, quindi dei soldi stampati
nel 2001 è uscito dagli Stati Uniti in questo modo, ammontava a 500
miliardi di dollari l’offerta di moneta, il che vuole dire che la
crescita monetaria degli Stati Uniti era più bassa, quindi la domanda di moneta
dell’economia americana, di quella che proveniva invece da fuori e era sostenuta
dal mondo del crimine, dal mondo del terrore e dall’economia illegale, ma c’è un
altro aspetto molto interessante di questa interrelazione e è il fatto che il
dollaro è la riserva monetaria mondiale, il che vuole dire che il tesoro
americano può prendere in prestito soldi contro l’ammontare totale di dollari
nel mondo, quindi l’indebitamento americano è pari a quanti dollari ci sono in
giro per il mondo.
Il Patriot Act e il riciclaggio di denaro
E’ chiaro che se l’economia criminale domanda ogni anno una
quantità crescente di dollari, gli Stati Uniti possono indebitarsi sempre di
più, questo è valido solamente per gli Stati Uniti, perché fa parte del
cosiddetto "signoraggio".
In Europa tutto questo non succede, per esempio la Banca centrale europea non
può emettere obbligazioni per un ammontare superiore alla quantità di Euro in
circolazione nei paesi dell’Unione, anche se magari una quantità enorme di Euro
è in circolazione negli Stati Uniti o addirittura in Asia o in Africa etc.,
quindi gli Stati Uniti sono in una posizione ideale, lo erano anzi in una
posizione ideale fino all’11 settembre, perché questo? Perché la situazione
cambia radicalmente l’11 settembre.
Viene introdotto il Patriot Act, quest’ultima è una
legislazione antiterrorista, voi chiaramente lo conoscete benissimo, viene
prodotta nell’ottobre 2001 e entra in vigore nel novembre 2001, la sezione
finanziaria del Patriot Act è quella del ci interessa, il Patriot Act aveva come
obiettivo la riduzione del finanziamento del terrorismo, ma questo obiettivo
chiaramente non è stato raggiunto, perché in realtà è una legislazione contro il
riciclaggio del denaro sporco e vediamo perché, ci sono due elementi
fondamentali nel Patriot Act: 1) viene proibito alle banche americane, straniere
che sono registrate negli Stati Uniti di avere qualsiasi tipo di relazione
commerciale con le banche dei paradisi fiscali, quindi si chiude la porta di
accesso, ma anche quella porta di uscita del denaro sporco e del denaro
riciclato che erano i paradisi fiscali dei Caraibi.
L’altro elemento interessante è che si dà alle autorità monetarie la possibilità
di monitorare tutte quante le transazioni di dollari nel mondo e se una banca
americana, una banca che è straniera e che opera negli Stati Uniti non le
allerta di transazioni sospette, questa banca viene punita penalmente e sappiamo
di storie interessantissimi nella "Lloyds Bank" è l’ultima che è stata punita e
che ha dovuto pagare un ingente quantità di denaro, ma anche la USB etc., quindi
cosa succede? Succede che il Patriot Act viene introdotto solamente negli Stati
Uniti, si riferisce solamente a un dollaro e rivoluzione completamente i flussi
monetari dell’economia legale e dell’economia illegale.
Guardiamo prima i flussi legali, chiaramente alle banche internazionali questa
legislazione non è piaciuta perché nessuno vuole che nel 2001 le Patriot Act di
un paese vadano a vedere cosa succede tra la banca e il cliente, come abbiamo
sentito poco fa, quindi cosa succede? Succede che le banche internazionali
decidono di consigliare ai loro investitori, ai loro clienti di
abbandonare l’area del dollaro e di muoversi verso l’Euro. L’Euro è la
nuova moneta europea, è da poco che è in circolazione, offre grossissime
opportunità ma soprattutto in Europa non esiste una legislazione simile al
Patriot Act, in Europa ci sono i paradisi fiscali che funzionano benissimo,
nessuno controlla nulla e quindi ecco che abbiamo questo flusso di uscita dal
dollaro verso l’Euro e è molto interessante studiare la correlazione tra
l’introduzione del Patriot Act, l’inizio della caduta del dollaro e l’inizio
della rivalutazione dell’Euro e c’è un gruppo di economisti nell’OECD che ha
fatto una ricerca e ha messo in correlazione tutti questi vari dati e
praticamente la verità è questa, che l’inizio dell’era dell’Euro coincide con la
fine dell’era del dollaro, ma questo non si riferisce solamente ai flussi
legali, un elemento importantissimo nella rivalutazione dell’Euro è l’economia
criminale, infatti il mondo del crimine si trova in una situazione abbastanza
complessa, nel senso: cosa fare? Non si può più riciclare negli Stati Uniti,
diventa difficilissimo riportare il denaro in patria perché in
realtà il problema del riciclaggio non è solamente quello di pulire le monete, è
soprattutto quello di mettersi in tasca i profitti dell’attività criminale,
esistevano alcuni stratagemmi, per esempio c’era il black pesos money exchange
che usavano i colombiani dove i narcotrafficanti agivano da veri e propri uffici
di cambio, cosa succedeva? Che magari un imprenditore colombiano voleva andare
negli Stati Uniti, non voleva allertare le autorità monetarie che avrebbe
portato dei soldi all’estero e quindi pagare la tassazione e anche cambiare i
soldi al cambio ufficiale, andava a uno di questi uffici di cambio e depositava
i pesos, una volta arrivato a New York, qualcuno gli portava una valigetta piena
di dollari, questi dollari chiaramente erano i proventi della vendita della
cocaina da parte dei narcotrafficanti.
L'allenza tra narcotrafficanti colombiani e 'ndrangheta
Il problema fondamentale era un altro, era che negli anni 90, grazie alla
globalizzazione, i proventi del commercio della droga erano aumentati a
dismisura, quindi i narcotrafficanti dovevano trovare un metodo di riciclare a
livello industriale, perché le quantità monetarie erano enormi e vi dico che
l’80% del riciclaggio avviene in contante, quindi il black pesos money exchange
non aveva la possibilità fisica di macinare tutto quanto questo denaro e è a
questo punto che un emigrato italiano, Salvatore Mancuso in Colombia, diventato
capo del gruppo paramilitare delle AUC, ha indea geniale, decide che il modo
migliore è di mettere in contatto i suoi compari dell’ndrangheta insieme con i
narcotrafficanti colombiani e lì nasce questa alleanza
fantastica, nel senso, per i colombiani è stata una svolta, è vero!
E’ una svolta perché? Perché si apre la possibilità di esportare cocaina in un
altro continente, in un continente che in un certo senso era un po’ limitrofo
perché fino allora la cocaina andava semplicemente dal sud al nord e quindi
andava negli Stati Uniti, c’è questa possibilità, in più c’è la possibilità di
sviare le restrizioni del Patriot Act, perché in Europa è facilissimo riciclare,
non ci sono legislazioni che controllano e che puniscano questi tipi di
attività.
Allora cosa succede? Inizia un’attività di vendita di cocaina, di esportazione
di cocaina dalla Colombia, arriva inizialmente in Calabria, in Calabria,
l’ndrangheta la prende e la distribuisce attraverso il suo network
, rete che ha in Europa e qui ci dobbiamo fermare un attimo perché in
realtà tutto questo è potuto avvenire soprattutto perché l’ndrangheta aveva una
rete in Europa, Cosa nostra questa rete non ce l’aveva, la camorra non ce
l’aveva, l’unica organizzazione di crimine organizzato che aveva una rete
capillare, ma non solamente in Europa, nel resto del mondo è l’ndrangheta e
questa rete era stata costruita attraverso la diaspora dei calabresi di milioni
di milioni di calabresi che negli ultimi 30/40 anni si erano
recati all’estero e quindi avevano fatto gli immigrati, quindi l’ndrangheta in
realtà era al posto giusto nel momento giusto e ha usato anche il cervello
perché invece di offrire un tipo di servizio a alto costo, ha fatto esattamente
il contrario, ha offerto ai narcotrafficanti di fare importazione, vendita,
riciclaggio attraverso la stessa rete, perché all’interno della rete c’era un
gruppo di avvocati, di commercialisti, agenti immobiliari che una volta che i
soldi vengono racimolati, li prende e grazie all’esistenza dell’Euro li sposta
da un paese all’altro, li investe nel settore immobiliare perché questa rete
lavora con alcuni agenti immobiliari e praticamente pulisce soldi, genera
profitti e poi tornano normalmente attraverso il sistema bancario in patria in
Colombia.
Tutto questo l’ndrangheta lo fa con un costo del 30%. Negli Stati Uniti
riciclare il denaro sporco ai narcotrafficanti, costa dopo l’introduzione del
Patriot Act circa il 60%, quindi l’ndrangheta offre un servizio fantastico. In
più riesce a fare un marketing, questa è l’intelligenza secondo me
dell’organizzazione, della cocaina sul mercato europeo vendendola a prezzi
bassissimi, per cui la cocaina entra in concorrenza con le droghe leggere, non
con le droghe pesanti e così vediamo che dal 2001 fino a oggi, la diffusione
della cocaina come droga di divertimento della classe media è
aumentata esponenzialmente, vedete com’è facile? Basta che uno ha il cervello e
ha la rete, in realtà questa è la verità, non ci sono leggi, non ci sono
controlli, voi immaginate che per esempio in questo tipo di riciclaggio che
avviene attraverso il settore immobiliare, è difficilissimo controllarlo, perché
per esempio l’ufficio del catasto della Costa del Sol, non ha possibilità di
parlare con l’ufficio del catasto di Londra, non esiste nessun contatto, quindi
non si può sapere se una società sta acquistando nello stesso momento o in
momenti successivi in vari parti dell’Europa, in più non c’è un sistema che
monitora le transazioni finanziarie e monetarie in Euro da un paese all’altro,
non esiste!
Una masnada di delinquenti
Quindi la situazione europea è ideale, ecco perché l’Europa è diventata la
lavanderia del mondo. Per quanto riguarda poi l’ultima evoluzione, così finiamo
e andiamo a casa… l’ultima evoluzione avviene nel 2005, la domanda di cocaina
chiaramente aumenta a dismisura perché costa poco, è una droga divertente,
l’ndrangheta ha fatto un marketing fantastico e quindi il trasporto comincia a
pesare sulla rapidità con la quale queste spedizioni avvengono, allora cosa si
decide? Si decide di trasformare la Guinea Bissau in un transhpment point,
quest’ultimo è un punto dove la droga generalmente si ferma e da lì viene
ridistribuita e l’idea è geniale perché con i piccoli aerei, aerei da turismo
dalla Colombia o dal Venezuela perché molta di questa droga passa attraverso il
Venezuela, si arriva a nella Guinea Bissau in 3 o 4 ore, la Guinea
Bissau diventa un narcostato e viene puntualmente colonizzato,
acquistato dai narcotrafficanti, lì si organizzano dei magazzini dove la droga
arriva, viene depositata, lo stesso giorno arrivano i compratori europei, la
comprano, la prendono, la riportano in Europa o con piccoli aerei un con piccole
imbarcazioni.
In una settimana oggi come oggi abbiamo la cocaina dal produttore colombiano al
consumatore nelle discoteche europee, questa è la situazione, la maggior parte
di questo commercio è controllato da organizzazioni criminali legate
all’ndrangheta italiana.
Quindi qual è la lezione di questa storia? Vi vedo molto negativi. La storia è
questa che bisogna accettare il fatto che esistono interdipendenze
economiche tra l’economia legale e l’economia illegale, è inutile che
ci facciamo queste illusioni che non è vero, molti dei prodotti che comprate in
un modo o nell’altro vanno a arricchire gente che sono dei delinquenti, non è
solamente la droga, è tutto, quindi se vogliamo veramente fare qualcosa,
vogliamo bloccare questo commercio, se vogliamo anche risolvere il problema
della crisi economica, perché in realtà questa è una crisi economica che è stata
creata da una masnada di delinquenti perché questi sono i banchieri che hanno
creato quello che succede oggi come oggi, dobbiamo accettare che esistono queste
interdipendenze e solamente evitando la contaminazione tra l’economia criminale,
illegale e la nostra economia noi potremo andare avanti, perché altrimenti la
situazione che vi ho descritto diventerà una situazione sempre peggiore e noi
saremo sempre più delle vittime!" Loretta Napoleoni
Ultimo libro pubblicato da Loretta Napoleoni: "La
Morsa".
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