Testo:
"Buongiorno a tutti.
Oggi, in questa ultima puntata prima di Natale vorrei ancora soffermarmi
sulla vicenda di Salerno e Catanzaro perché continuano ad arrivarmi,
giustamente, delle richieste di chiarimento, per quanto riguarda ciò che
siamo riusciti a far vedere, credo sia stato molto importante, nella puntata
di giovedì sera di Annozero.
Una puntata che sta già terremotando la magistratura fin dalle sue
fondamenta.
Chi ha notizie o conosce qualche magistrato può farsi dire che il
comportamento del segretario dell'Associazione Magistrati ha lasciato
interdetti molti suoi colleghi, soprattutto perché la ricostruzione di
Annozero ha mostrato dove stia il marcio tra le procure di Catanzaro e di
Salerno.
Il fatto che, invece, il rappresentante ufficiale dell'associazione
magistrati abbia continuato a prendersela con Salerno senza dire una parola
su quello che è successo a Catanzaro ha lasciato molti interdetti,
addirittura c'è chi chiede un cambio al vertice dell'ANM.
Sarebbe opportuna un'autocritica.
Dopo entriamo nel merito delle cose che ancora non abbiamo detto la scorsa
settimana, però io penso che quello che sta succedendo, cioè il fatto che
magistrati come De Magistris siano stati lasciati soli di fronte ad attacchi
politici inauditi - non credo che, a parte i magistrati del pool di Milano
nella metà degli anni Novanta, ci sia mai stato nessun pubblico ministero
bersagliato da decine e decine di interrogazioni e interpellanze
parlamentari, seguite da ispezioni, da una mole enorme di provvedimenti
disciplinari, per non parlare della pratica di trasferimento - tutto ciò non
sarebbe mai potuto accadere.
Ed è potuto accadere non perché l'ANM abbia voluto prendersela con De
Magistris, ma perché ha trascurato colpevolmente il caso Catanzaro per troppi
anni.
Ha voluto coprire il CSM che ha trascurato colpevolmente il caso Catanzaro, è
stata poi presieduta dal giudice Luerti, il quale si è poi scoperto essere
intimo amico del principale indagato di De Magistris, Antonio Saladino, il
leader della Compagnia delle Opere in Calabria.
Non solo amico ma, come abbiamo sentito nella ricostruzione sceneggiata da
Annozero con attori che leggevano il testo dell'interrogatorio di Luerti
davanti alla procura di Salerno, Luerti viveva addirittura in una comunità -
e vive in una comunità - prima a Catanzaro e poi a Salerno dei Memores
Domini, una confraternita di Comunione e Liberazione.
Di frati di Comunione e Liberazione che fanno voto di povertà, castità e
obbedienza.
Il fatto che poi nel decreto di perquisizione scritto da Salerno per andare a
Catanzaro a prendere le carte ci sia un accenno a questa parte di
interrogatorio, dove si parla del voto di castità di questo magistrato, non
significa affatto che i suoi colleghi abbiano voluto sindacare la sua vita
privata e affettiva: vuol dire che gli hanno semplicemente posto il problema
del fatto che, forse, un magistrato non dovrebbe essere nelle condizioni di
imbarazzo che ora derivano a costui dall'essere parte di una confraternita
della quale fanno parte anche persone che vengono coinvolte in vicende
giudiziarie.
Se fai voto di obbedienza a una confraternita, bisognerà vedere quanto sei
obbediente a quella confraternita rispetto a quanto sei obbediente alla
legge.
Io penso che questo dottor Luerti sia una persona assolutamente perbene, ma
certamente non basta essere persone perbene, bisogna anche sembrare
imparziali quando si è magistrati.
Pensate soltanto a quando faceva il magistrato a Catanzaro e viveva nella
casa di Saladino che poi si è rivelato essere - non sappiamo se abbia
commesso reati o no - una persona piuttosto disinvolta nei rapporti d'affari
e politici.
E adesso fa il magistrato a Milano, in una regione che è presieduta da un
membro influentissimo di Comunione e Liberazione che per anni ha detto
pubblicamente di aver fatto anche lui questo voto di castità, e di essere
anche lui membro di questa comunità, di questa confraternita.
Il fatto che questo Luerti presiedesse l'Associazione Magistrati ha
sicuramente influenzato la sua posizione quando ha dovuto rilasciare delle
dichiarazioni su quello che stavano facendo a De Magistris.
De Magistris è stato esautorato delle sue indagini e l'ANM di fatto non ha
preso la posizione che avrebbe dovuto prendere.
Gli sono state avocate, probabilmente in maniera illegale o irregolare, le
indagini e l'ANM ha taciuto, e alla fine è stato trascinato davanti al CSM
con delle accuse risibili, come abbiamo detto, e pure trasferito in base a
quelle accuse risibili che ricordano un po' quelle in base alle quali adesso
vengono crocifissi i magistrati di Salerno.
Avere scritto troppe pagine in un decreto di perquisizione, avere fatto
accenni presunti alla vita privata di questo o quel personaggio.
Insomma, stupidaggini mentre dall'altra parte c'è un verminaio - a Catanzaro
- con persone che non dovrebbero più poter fare i magistrati.
Allora, visto che l'ANM ha cominciato con il piede sbagliato in questa
vicenda, ha proseguito con il piede sbagliato, mentre oggi basterebbe dire:
"siamo cambiati, il segretario Luerti non c'è più, ora c'è un nuovo vertice,
c'è il dottor Cascini, il dottor Palamara.
Chiediamo scusa per aver sottovalutato il caso. Chiediamo scusa per avere
fatto i Ponzio Pilato quando avremmo dovuto schierarci dalla parte giusta.
Adesso, però, viste le carte, alla luce di quello che ci mostra Salerno,
vedremo se quelle pagine sono troppe, troppo poche, ma vogliamo far sapere
che quello che è successo ai danni del dottor De Magistris lo riteniamo
inaccettabile, e che nessuno provi più a fare altrettanto nei confronti di
altri magistrati".
Naturalmente questo non significa che De Magistris abbia sempre ragione, può
avere sbagliato come sbagliano tutte le persone.
Gli errori dei magistrati, quando riguardano le loro indagini, vengono
corretti da altri magistrati nei ricorsi dei vari gradi di giudizio.
Se qualcuno voleva lamentarsi delle indagini di De Magistris aveva soltanto
da rivolgersi al GIP, al Tribunale del Riesame, alla Corte d'Appello, alla
Corte di Cassazione e se aveva ragione avrebbe trovato giustizia.
Invece, c'è chi ha ritenuto che gli eventuali errori, tutti da dimostrare, di
De Magistris si potessero risolvere levandogli le inchieste.
Questa è una cosa assolutamente inaccettabile, anche perché poi si è scoperto
che, secondo la procura di Salerno, le inchieste gli sono state tolte non
perché erano sbagliate ma perché erano giuste e quindi bisognava impedirgli
di proseguirle.
Perché sia chiaro di cosa stiamo parlando, purtroppo ancora si fa finta di
non capire, l'ipotesi accusatoria - noi non sappiamo se sia buona o non buona
- è questa, da parte dei magistrati di Salerno nei confronti dei loro
colleghi di Catanzaro: questi colleghi si sarebbero praticamente venduti le
indagini di De Magistris ai principali imputati, cioè il senatore Pittelli di
Forza Italia e il solito Saladino, in cambio di favori.
Assunzioni di parenti, segnalazioni, finanziamenti, eccetera.
L'accusa più grave è quella di corruzione in atti giudiziari.
Voi ricordate che si è parlato molto di corruzione in atti giudiziari ai
tempi del caso delle toghe sporche, quando nel 1996 scattarono gli arresti al
Tribunale di Roma.
Quando i magistrati di Milano andarono a Roma a prendere i giudici Squillante
e Metta, quello che aveva fatto la sentenza del Lodo Mondadori.
All'epoca i magistrati coinvolti erano tre o quattro.
Qui sono addirittura sette, in una procura molto più piccola come quella di
Catanzaro.
Stiamo parlando di un intero ufficio giudiziario che viene coinvolto a
partire da: ex capo della procura di Catanzaro, Lombardi.
Procuratore aggiunto tutt'ora in funzione a Catanzaro, che per molti mesi ha
fatto il procuratore capo facente funzioni quando Lombardi è stato
trasferito, e si chiama Salvatore Murone.
Il procuratore generale facente funzione fino a qualche mese fa, Dolcino
Favi, e il nuovo procuratore generale che ha preso il posto vacante, Enzo
Iannelli.
Più tre sostituti procuratori.
Questa è la formazione. Voi capite che la gravità dell'accusa è spaventosa,
stiamo parlando dei vertici.
Quando sono andati a prendere i giudici delle toghe sporche, i magistrati di
Milano non hanno colpito così in alto: il più importante era Squillante che
era il capo dei GIP di Roma, ma gli altri erano normali giudici di tribunale
o Corte d'Appello, ed erano anche meno come numero.
Tanto perché voi abbiate idea, io non sono qui a dire che l'accusa regge o
no, non spetta a me: c'è un decreto di sequestro, se uno non lo ritiene
fondato si rivolge al Tribunale del Riesame invece che al governo, al Capo
dello Stato, al CSM o all'opinione pubblica, come ha fatto Iannelli andando a
strillare che quella perquisizione e quel sequestro erano illegittimi e
addirittura eversivi.
Capo di imputazione A: corruzione giudiziaria.
Sono accusati il procuratore capo uscente Lombardi, il suo aggiunto Murone e
il senatore Pittelli.
Scrivono i magistrati di Salerno che, quando il procuratore Lombardi e il suo
aggiunto Murone, hanno revocato a De Magistris l'inchiesta Poseidone, quella
sui depuratori mai costruiti perché il solito comitato d'affari si è fregato
800 milioni di euro, ciò è avvenuto dopo che era stato indagato il senatore
Pittelli.
Peccato che Pittelli abbia nel suo studio legale, a lavorare, il figlio della
convivente e poi seconda moglie del Procuratore Lombardi.
Il quale, infatti, appena è stato iscritto Pittelli si è astenuto
dall'occuparsi di quell'indagine, però ha tolto anche De Magistris, con il
risultato che l'indagine, scrivono i magistrati, è stagnata per molti mesi, è
stata disintegrata dai magistrati che sono stati chiamati a occuparsene dopo
e questo naturalmente non è un fatto casuale ma doloso.
Lombardi voleva distruggere quell'indagine per fare un favore al suo amico
Pittelli, il quale a sua volta aveva preso nello studio il figlio della
seconda moglie di Lombardi.
Il figlio della seconda moglie di Lombardi, che si chiama Pierpaolo Greco,
era entrato in una società immobiliare - la Roma9 srl - insieme a Pittelli ed
altri avvocati dello studio Pittelli.
Poi Pittelli aveva addirittura difeso il procuratore Lombardi nel giudizio
disciplinare alle sezioni riunite della Cassazione, che è una cosa
allucinante: un procuratore che si fa difendere da un indagato del suo stesso
ufficio in un procedimento davanti alle sezioni unite della Cassazione.
E' uno che probabilmente non dovrebbe più fare il magistrato, non è che deve
essere trasferito come, invece, è accaduto.
Capo di imputazione B: sono accusati il procuratore aggiunto Murone, il
procuratore generale facente funzione Favi, l'ex procuratore Lombardi - il
solito trio - più i due imputati più famosi, Saladino e Pittelli.
L'accusa è di nuovo corruzione giudiziaria e c'è pure un falso in atto
pubblico.
Qui ci si riferisce all'altra inchiesta tolta a De Magistris: la Why Not, sui
soldi stanziati dallo Stato e dall'Europa per l'informatizzazione e il lavoro
interinale in Calabria che poi sono stati fregati dai comitati d'affari.
Why Not viene tolta dal procuratore generale Dolcino Favi non appena De
Magistris indaga Mastella.
La Poseidone appena indaga Pittelli, qui appena indaga Mastella.
Fanno notare i magistrati: De Magistris, poco prima che gli togliessero
l'indagine avevano fissato la data, per pochi giorni dopo, di una
perquisizione fondamentale.
La perquisizione nel giornale del partito di Mastella, l'Udeur. Il giornale
si chiama "Il Campanile".
Si ipotizzava, e l'abbiamo letto poi sull'Espresso, che la famiglia Mastella
usasse per fini domestici parte dei fondi pubblici che andavano al Campanile,
i famosi torroncini della signora Sandra, i famosi rimborsi benzina per il
figlio che gira sul Porsche Cayenne, le famose polizze assicurative che
sempre il figlio di Mastella garantiva al Campanile, compensi a Clemente
Mastella per i suoi fondamentali editoriali che apparivano sul Campanile -
che andava a ruba naturalmente quando c'erano gli editoriali di Mastella.
Bisognava andare a perquisire la sede del Campanile per acquisire le carte
che dimostrassero l'uso buono o non buono di questi fondi pubblici.
Alla vigilia di questa perquisizione, gli levano l'indagine e naturalmente la
perquisizione salta.
Dopodiché cosa fa il procuratore Favi? Manda gli atti su Mastella al
Tribunale dei Ministri dicendo: "sei un ignorante, De Magistris: i reati
commessi da un ministro li giudica il Tribunale dei Ministri di Roma, e tu
non sei competente".
Manda queste carte a Roma, così si viene a sapere che è nel mirino Il
Campanile e che sta per essere perquisito.
Immaginate quando fanno la perquisizione a babbo morto cosa possono trovare,
visto che al Campanile già sanno che viene qualcuno a prendere le carte.
Come avvertire uno dicendo "vengo a perquisirti, sistema un po' le cose".
Il fascicolo viene poi dato ad altri pubblici ministeri che, secondo Salerno,
spezzettano il quadro complessivo dell'accusa, lo parcellizzano e lo
polverizzano.
Dicono, i magistrati di Salerno, che anche questo atto è stato doloso:
l'hanno fatto apposta a levargli l'inchiesta per rovinarla e hanno usato,
ecco l'accusa di falso, una motivazione falsa per giustificare una cosa
gravissima, come l'avocazione di un inchiesta.
Cioè che, siccome Mastella aveva chiesto al CSM di trasferire De Magistris,
allora lui quando l'ha iscritto nel registro degli indagati l'ha fatto per
vendicarsi.
Praticamente De Magistris era in conflitto di interessi.
E' una cosa che ricorda la fiaba del lupo e dell'agnello.
Mastella da mesi sa che De Magistris sta lavorando, tant'è che persino i
giornali hanno scritto che ci sono delle telefonate tra Mastella e alcuni
imputati, come Saladino, il piduista Visignani, eccetera.
Dopo aver saputo che stanno lavorando sulle sue telefonate, e che quindi è
imminente la sua iscrizione nel registro degli indagati, Mastella si
precipita al CSM e come ministro della Giustizia chiede di trasferire
urgentemente De Magistris, che così perderebbe l'indagine.
A questo punto, il suo procuratore gli leva l'indagine dicendo che De
Magistris è in conflitto di interessi con Mastella, e non il contrario!
Come il lupo, stando sopra, accusa l'agnello che sta sotto di intorbidargli
l'acqua del ruscello.
Ecco, la fiaba del lupo e dell'agnello entra in un provvedimento giudiziario.
Secondo i magistrati di Salerno non è solo un provvedimento assurdo, è anche
un reato perché si è commesso un falso in atto pubblico per espropriare il
titolare di un indagine nel momento clou dell'indagine medesima.
Ritardi, poi, nelle indagini fatte dai suoi successori, il blitz al Campanile
ormai è un blitz annunciato e va come va.
Mastella viene poi stralciato, come abbiamo detto, e mandato a Roma; se non
che il Tribunale dei Ministri restituisce a Catanzaro le carte dicendo: "ma
noi non siamo competenti! E' vero che Mastella è ministro in questo momento,
ma non vi siete accorti che negli atti di De Magistris le cose contestate a
Mastella risalgono a un periodo precedente di quando è diventato Ministro".
Quindi è competente Catanzaro, mica il tribunale dei ministri.
Dove sta il dolo in questa avocazione? Scrivono i magistrati di Salerno che
uno dei protagonisti di questo esproprio dell'indagine, il procuratore
aggiunto Murone, si è visto assumere dei parenti da Saladino, e qui si fanno
i nomi di un cugino e un protetto del procuratore Murone che lavorerebbero
con la Why Not di Saladino.
Poi, i soliti favori che Pittelli, indagato anche nella Why Not oltre che
nella Poseidone, ha fatto - come abbiamo visto prima - al figliastro del
procuratore Lombardi.
Terzo capo di imputazione, capo C: abuso, falso e favoreggiamento. C'è la
solita triade di magistrati Favi, Murone, Lombardi.
Praticamente, qui si parla del fatto che dopo aver tolto l'indagine a De
Magistris hanno anche revocato l'incarico al suo consulente
informatico-telefonico, il famoso Genchi, il mago degli incroci dei tabulati
telefonici.
Quello che ha fatto scoprire decine e decine di omicidi grazie proprio
all'incrocio dei tabulati telefonici e che adotta lo stesso sistema antimafia
in queste indagini di pubblica amministrazione.
Dato che è molto bravo e ha scoperto tutti questi legami che dicevamo prima,
e dato che rischia - scrivono i magistrati nell'accusa - di essere molto
bravo anche se non c'è più De Magistris con i suoi successo, allora gli
tolgono l'incarico per evitare che continui a lavorare.
E gli mandano pure il Ros dei Carabinieri a portare via un pezzo del suo
archivio, con risultati dannosi per l'inchiesta.
Capo di imputazione D: qui entrano in scena i magistrati che sono subentrati
a De Magistris e che sono arrivati dopo la sua revoca.
Infatti, c'è il nuovo procuratore generale Iannelli, ci sono i due PM che si
sono occupati dell'inchiesta Poseidone, Garbati e De Lorenzo, e c'è sempre
Favi, il procuratore generale facente funzioni di un anno fa.
Sono accusati di abuso, falso e favoreggiamento. Perché?
Perché avrebbero indagato, addirittura, tramite il Ros dei Carabinieri, sul
consulente Genchi.
Per indagare su una persona questa deve essere iscritta nel registro degli
indagati, perché le indagini possono durare un certo periodo e la persona
deve potersi difendere.
Invece, pare che abbiano indagato su di lui, acquisendo lavoro suo e
ipotizzando che avesse abusato del suo potere insieme a De Magistris, ma
senza iscriverlo nel registro degli indagati.
Indagavano una persona non indagata formalmente per dimostrare, scrivono i
magistrati di Salerno, falsamente che Genchi commettesse dei reati nelle sue
indagini per conto di De Magistris.
Alla fine, tutto questo sarebbe servito a chiedere l'archiviazione della
posizione di Mastella.
Qui stiamo parlando dell'indagine Why Not, che per Mastella viene stralciata
e si chiede e ottiene l'archiviazione.
I magistrati di Salerno scoprono che nella richiesta di archiviazione i PM
che sono subentrati a De Magistris non ci mettono tutte le carte che c'erano
a carico di Mastella: se ne tengono alcune e ne mandano al GIP soltanto una
parte.
Così il GIP non ha il quadro complessivo, tant'è che il GIP dice: "beh, se
gli elementi erano solo questi non c'erano nemmeno motivi per iscriverlo".
Così tutti a dire: "ecco! Avete visto? Il GIP ha stabilito che De Magistris
ha iscritto Mastella anche se non ce n'erano i presupposti".
Ma il GIP non aveva il quadro completo delle accuse di De Magistris a
Mastella, perché i PM non gliel'hanno dato.
E perché non gliel'hanno dato? Perché hanno stabilito che dato che Genchi, il
consulente informatico, aveva raccolto certi dati - dicono loro -
illegalmente, quelli non li potevano dare al GIP.
E in realtà erano proprio i dati fondamentali che spiegano per quale motivo
Mastella era finito sotto inchiesta.
Quindi anche la richiesta di archiviazione di Mastella sarebbe un atto
illegale, insabbiato da questi magistrati. Questa è l'accusa, poi vedremo se
è buona o non è buona, ma la racconto perché voi vi rendiate conto di quanto
è grave l'ipotesi accusatoria che ha dato origine a questo blitz di Salerno a
Catanzaro.
Vado rapidamente alla fine: capo E.
C'è il nuovo procuratore generale Iannelli, ci sono gli stessi due PM Garbati
e De Lorenzo, accusati di nuovo di abuso, falso, favoreggiamento e calunnia.
Perché? Perché quando hanno stralciato dal fascicolo Why Not la posizione di
Mastella e hanno chiesto l'archiviazione, hanno praticamente tralasciato una
serie di indagini che, se approfondite, avrebbero potuto portare la posizione
di Mastella in condizioni più critiche rispetto a quelle che già emergevano
quando ci stava lavorando De Magistris.
Infatti ci sono tutte le testimonianze dei consulenti: oltre a Genchi c'è
anche il consulente contabile, quello che si occupa dei giri di soldi, Sagona
i quali dicono: "ma noi a questi magistrati subentrati a De Magistris gli
abbiamo chiesto di poter approfondire la pista dei soldi, ma loro non ce le
facevano mai fare, queste indagini. Ci dicevano di non farle.
Noi siamo stati praticamente bloccati, anche dopo la perquisizione al
Campanile, e alla fine è ovvio che hanno archiviato: non ci hanno lasciato
approfondire le indagini... se c'era De Magistris le approfondivamo e vedevi
che magari le accuse si rivelavano più che fondate".
Perché c'è la calunnia, in questo caso, oltre al favoreggiamento a Mastella,
il falso e l'abuso? Perché viene contestato a questi magistrati di avere
salvato Mastella per l'interesse di Mastella, naturalmente, ma anche per
dimostrare che De Magistris era un farabutto, che ce l'aveva con Mastella.
Io do poche carte al GIP, il GIP fa l'archiviazione, scrive che Mastella non
andava neppure indagato e così sono riuscito a sputtanare De Magistris e
dimostrare che abbiamo fatto bene a buttarlo fuori come un copro estraneo.
Capo F: il solito procuratore generale Iannelli, quello appena arrivato; i
pubblici ministeri Garbato e De Lorenzo, quelli che hanno preso le indagini
di De Magistris su Why Not; Curcio, quello che ha preso la Poseidone e Murone,
procuratore aggiunto, che li sorveglia tutti quanti.
Questi sono accusati di abuso, falso e favoreggiamento nei confronti di tutta
una serie di politici e personaggi di livello nazionale che sono usciti da
questi fascicoli e sono stati a loro volta archiviati.
Sapete che le indagini di De Magistris sono state dimagrite dai nuovi
arrivati, che hanno fatto archiviare e prosciogliere tutti i politici e i
personaggi nazionali concentrandosi soltanto su alcune figure locali.
Tutto questo a favore di Pittelli, Bonferroni, Lorenzo Cesa, il generale
Cretella, Galati - che all'epoca era nell'UDC e adesso nel Popolo della
Libertà - che sono stati stralciati nel procedimento Why Not.
Ancora Cesa, Galati, Chiaravalloti - ex presidente della regione -, il
generale Cretella, Papello, il senatore Pittelli e Schettini - segretario di
Frattini - che erano indagati in Poseidone: anche loro stralciati verso il
proscioglimento.
Con queste richieste di archiviazione si sono separate le varie posizioni,
per cui si è perso il quadro d'insieme - questo sostengono i magistrati -
mentre invece c'erano elementi che era doveroso approfondire e indagare
ancora.
Si è fatto tutto molto in fretta, questa è l'accusa.
Capo G: ci sono ancora il procuratore generale Iannelli, i due nuovi PM di
Why Not Garbati e De Lorenzo, accusati di favoreggiamento e rifiuto di atti
d'ufficio.
Perché rifiuto di atti d'ufficio? Qui è il problema: quando la procura di
Salerno comincia a scoprire che De Magistris ha ragione a denunciare
l'insabbiamento delle indagini e la persecuzione nei suoi confronti per
isolarlo e per screditarlo, onde dimostrare di aver fatto bene a
togliergliele, i magistrati di Salerno cominciano a chiedere al procuratore
generale di Catanzaro di esibire copie degli atti di queste indagini, per
vedere se è vero che sono state insabbiate.
Vedono che il procuratore generale Iannelli le carte non gliele vuole
mandare, non gliele vuole mandare tutte, fa resistenza, manda solo dei
pezzi... mentre loro hanno bisogno di vederle tutte.
Perché l'accusa è proprio quella che ne inguantassero una parte per non
mandarle magari al GIP e far archiviare qualcuno che, se si fosse visto tutto
il quadro d'insieme, non sarebbe stato archiviato.
Allora, l'accusa qui è rifiuto di atti d'ufficio e favoreggiamento nei
confronti dei soliti indagati, perché i magistrati suddetti avrebbero
rifiutato di trasmettere a Salerno gli atti completi della Why Not.
Peraltro non erano atti coperti da segreto, come dice la procura di
Catanzaro: dicono i magistrati di Salerno che erano atti extra investigativi.
A loro interessava soprattutto sapere come e con quali ordini e mandati erano
stati date le deleghe delle indagini ai magistrati che hanno sostituito De
Magistris, come sono state tolte le consulenze ai Genchi e ai Sagona, oppure
sono atti già pubblici perché già finiti davanti al Tribunale dei Riesame,
come quelli del caso Mastella che è stato già archiviato.
Quindi, quando dicono di dover proteggere il segreto investigativo o
addirittura il segreto di Stato su certe carte del consulente Genchi, secondo
Salerno, non è vero niente.
Infatti, c'è scritto persino che Genchi avrebbe raccolto 578.000 richieste
anagrafiche di tabulati telefonici mentre, in realtà, Genchi ha smentito e ha
detto che sono 700 i telefoni che ho dovuto controllare, in queste
gigantesche indagini.
700, se contate che ciascuna persona di questo livello ha di solito una
decina di telefoni, fra portatili e fissi, vi rendete conto che è un numero
basso.
Ultima accusa: abuso, falso, calunnia e diffamazione a carico di Iannelli,
Murone e di un giudice che faceva parte del Consiglio giudiziario di
Catanzaro, che era quello che doveva dare i pareri sulla bravura o meno dei
magistrati di Catanzaro.
Questi si sarebbero messi d'accordo, o comunque avrebbero agito
separatamente, per sputtanare De Magistris, diffondendo notizie false su di
lui proprio per coprire le ragioni vere che li avevano indotti a metterlo da
parte e a farlo punire dal CSM.
Qui ci sono tutta una serie di dichiarazioni che sono state fatte da questi
alti magistrati di Catanzaro, che accusano addirittura De Magistris di
assenteismo!
Pensate, dopo averlo accusato di lavorare troppo e di costruire castelli
accusatori di fantasia, all'improvviso lo accusano di non lavorare!
Se non avesse lavorato, perché l'avrebbero mandato via? L'avrebbero tenuto lì
come tanti altri che non lavorano e non danno fastidio a nessuno.
Ho voluto essere molto tecnico e molto preciso, oggi, perché credo che
sentiremo ancora parlare di questa inchiesta.
Anzi, lo spero.
Penso che l'unica speranza per la Calabria e la Basilicata di un po' di
giustizia in certi palazzi di giustizia, sia proprio legata al fatto che i
magistrati di Salerno, che abbiano o no esagerato non ci interessa in questo
momento, possano concludere la loro inchiesta.
Se potranno concludere la loro inchiesta, potremo ancora dire che in Italia
c'è speranza che la legge sia uguale per tutti.
Se dopo De Magistris, saranno bloccati anche loro e se l'ANM non cambierà
linea e non ammetterà di essersi sbagliata, vuol dire che l'anno che sta per
iniziare inizia sotto i peggiori auspici.
Grazie e passate parola!
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