
"Buongiorno a tutti.
Il Presidente del Consiglio lo ha annunciato, presentando un libro di Bruno
Vespa peraltro edito da lui stesso e infatti ha detto: "compratelo per far
contento l'editore!".
In questa gaia circostanza, tra applausi e battutacce sporche, a un certo punto
il nostro premier ha annunciato che riscriverà la Costituzione a sua immagine e
somiglianza, quindi immaginate come la riscrive, e soprattutto a colpi di
maggioranza.
Dato che la sua maggioranza è lui, se la riscrive da solo.
Naturalmente ha detto: "mi rendo conto che per riscrivere la Costituzione ci
vogliono i due terzi del Parlamento" altrimenti bisogna andare prima a
sottoporre questa riforma ai cittadini in un referendum dove non c'è quorum,
quindi il verdetto è secco.
O i cittadini approvano la riforma ed entra nella Costituzione, o la bocciano e
viene spazzata via come fu spazzata via la famosa devolution di Bossi nel 2006.
Formalmente, il Presidente del Consiglio ha presente l'articolo 138 della
Costituzione che gli impedisce di fare da solo a colpi di maggioranza "50% +1".
Questa lui ha, è ampia ma poco più del 50% in Parlamento, non certamente quei
due terzi richiesti con doppia lettura a Camera e Senato, per poter riformare la
Costituzione dentro il Parlamento senza coinvolgere i cittadini.
Allora uno dice "va bene: lo può fare, lo farà".
Per quale motivo c'è questa corsa a coinvolgere l'opposizione? Per una questione
numerica.
E' vero che siamo un popolo decisamente rincoglionito, non tutti ma una discreta
parte sì.
E' vero che siamo un popolo che non ha mai manifestato un grande affetto nei
confronti della Costituzione come di tutte le Istituzioni e gli elementi di
garanzia.
E' anche vero che, quando siamo stati chiamati a votare pro o contro una riforma
costituzionale come la devolution, abbiamo votato no.
E abbiamo votato no perché comunque la capacità di mobilitazione intorno ai
princìpi, e non intorno ai soldi, per fortuna esiste ancora tra coloro che
vogliono difendere la Costituzione del 1948 così come ce l'hanno regalata i
nostri padri costituenti dopo due anni di lavoro.
Poi la prospettiva che venga riscritta da gente come Calderoli, Cicchitto...
piduisti, inquisiti ecc. fa ancora un certo effetto.
E soprattutto perché il referendum si terrebbe, visti i tempi necessari per
approvare la riforma in Parlamento che sono molto lunghi, fra tre o quattro
anni.
Se l'esperienza non inganna, fra tre o quattro anni gli italiani a Berlusconi
gli vorranno mettere le mani addosso.
Spero che non lo facciano, naturalmente, anche perché tutti contro uno sarebbe
sleale, ma come già accaduto l'altra volta quando governò per tutti i cinque
anni dal 2001 al 2006 diventa evidente che Berlusconi non è in grado di
governare.
Non è che lo faccia apposta per cattiveria: proprio non è il suo ramo, non
gliene frega niente, è disinteressato al tema.
Sonnecchia durante l'ordinaria amministrazione.
Lui da il meglio di se nelle campagne elettorali e poi, tra una campagna
elettorale e l'altra, si ridesta meravigliosamente quando passano davanti le
ragazze del Grande Fratello, allora le riceve a Palazzo Chigi, oppure quando
sente parlare di Mediaset, Europa7, frequenze, processi, Mills...
Le parole per ridestarlo, per farlo saltare come la rana di Galvani con la
scossa elettrica, sono Milan, Mediolanum, Previti, Dell'Utri, Mangano... cose di
questo genere.
Per il resto, il governo non è affare suo quindi non se ne occupa.
Non è che non vuole governare: non sa governare perché non gliene frega
assolutamente niente salvo ciò che riguarda gli affaracci suoi.
Quindi, messo alla prova, il tempo di rendersi conto che non è in grado di
governare, soprattutto in periodi di crisi come questi, e la maggioranza degli
italiani, più o meno sostenuta, scopre che lui non è in grado di governare.
Lui perde i consensi: l'altra volta tra il 2001 e il 2006 si è votato nel 2002,
2003, 2004, 2005 e nel 2006.
Elezioni regionali, comunali, provinciali, suppletive, europee e poi politiche.
Lui le ha perse tutte, dopo averle stravinte nel 2001.
Perché? Perché basta un anno, un anno e mezzo di suo governo per far crollare i
consensi.
Adesso che c'è la crisi ancora peggio: c'è il rischio che non ci si limiti a
togliergli il consenso ma che qualcuno voglia prendersela con lui in maniera più
accanita.
Non dimentichiamo come finiscono, storicamente, in Italia le grandi ubriacature
sotto il balcone del ducetto di turno: nel 1945 siamo finiti a Piazzale Loreto
con Mussolini bersagliato e sputacchiato da coloro che l'avevano osannato fino
al giorno prima.
Nel 1992-1993 siamo finiti all'Hotel Raphael con il lancio di oggetti, monete e
banconote naturalmente false se no raccoglieva pure quelle, a Bettino Craxi.
Quindi è molto probabile che si rischi una nuova versione di questi
disamoramenti improvvisi e piuttosto traumatici, quindi tenevi pronti perché
bisognerà difendere Berlusconi dai suoi attuali fans che cercheranno di fargli
la pelle.
Lui lo sa che quando si voterà per il referendum a confermare o smentire la sua
riforma costituzionale della giustizia, la gente non ne potrà più di lui e gli
voterà contro al di là del merito della riforma, ma semplicemente per dargli un
bel calcio nel sedere e accelerare la sua dipartita da Palazzo Chigi.
L'abbiamo già vista questa scena e si ripeterà paro paro questa volta.
Ecco perché lui ha bisogno di fare tutto in Parlamento, tutto all'interno della
Casta senza coinvolgere i cittadini, a prescindere da quello che pensano i
cittadini.Lo fa alla sua maniera, dicendo che lui va da solo e non ha intenzione
di sedersi al tavolo, ma sa benissimo di non poter fare da solo, per la ragione
appena vista.
Ha bisogno di un pezzo dell'opposizione: dell'UDC, che come al solito è
disponibile; di un pezzo del PD, e anche lì persone disponibili se ne trovano a
iosa; di Di Pietro non ha speranza; la sinistra radicale in Parlamento non c'è.
Se riesce a prendersi l'UDC e un pezzo del Partito Democratico per fare insieme
la riforma costituzionale, a noi cittadini non ci interpella nemmeno.
Lui fa tutto e questa tragedia che si sta per compiere della riforma
costituzionale a sua immagine e somiglianza va direttamente dentro la
Costituzione.
Noi non ci possiamo fare niente, non si può nemmeno fare un'eccezione di
incostituzionalità o un conflitto di attribuzione fra i poteri dello Stato,
perché quando una norma sta nella Costituzione anche la Corte Costituzionale
deve subire in silenzio.
Il Partito Democratico fin'ora si è dimostrato totalmente inutile, se ci fosse o
non ci fosse nessuno se ne sarebbe accorto, le leggi porcata sono passate tutte,
il Capo dello Stato le ha firmate tutte, non c'è mai stato ostruzionismo.
Fin'ora il PD era totalmente inutile. Ora si rivela improvvisamente decisivo pro
o contro la controriforma di Berlusconi.
Lasciamo perdere l'UDC che ormai su queste cose... appena sentono parlare di
mettere le mani sulla giustizia per loro è musica: il partito di Cuffaro, Cesa...
"Io c'entro" che è uno slogan ma anche una confessione.
Se il PD tiene botta e non accetta di sedersi al tavolo di Berlusconi, lui in
Parlamento questa riforma autosufficiente non la può fare, deve chiamare noi
cittadini a votare.
Il PD ha, in questo momento, un'arma formidabile.
Un'arma che va al di la della guerra fra destra e sinistra: è un'arma che è
"difendiamo la Costituzione" oppure no.
Se, insieme a Di Pietro, diranno di no e lo diranno nelle piazze per cominciare
a sensibilizzare la gente su questo allarme terribile, probabilmente si riuscirà
a sventare questa riforma che è molto peggio della devolution che sfasciava lo
Stato unitario e che fu respinta proprio nel referendum confermativo, nel giugno
del 2006.
Invece, come avete visto, già partono i primi segnali di disponibilità al
dialogo dai vari Anna Finocchiaro, Massimo D'Alema, Tenaglia - il ministro della
giustizia ombra del PD.
E il pretesto usato è lo "scontro fra procure" di cui si sta ancora tanto
parlando a proposito della perquisizione condotta dalla procura di Salerno in
quella di Catanzaro, per sequestrare delle carte che quella di Catanzaro aveva
sempre negato, illegalmente, nel silenzio del CSM, dell'Associazione Magistrati,
della Procura generale della Cassazione e del Quirinale.
Lasciamo perdere: l'abbiamo spiegato settimana scorsa che non c'è nessuno
scontro fra procure.
Qui c'è uno che pesta l'altro il quale sta facendo il suo dovere, non può
esserci uno scontro fra due figure così diverse.
Giovedì sera ad Annozero racconteremo tutto quello che c'è da raccontare, spero
che ci riusciremo.
Il pretesto della guerra fra procure, che non esiste, diventa occasione per dire
che bisogna riformare la giustizia, per impedire che si ripetano guerre fra
procure.
Non esiste nessuna riforma della giustizia che possa impedire il presunto
scontro fra procure.
Perché? Perché questo presunto scontro nasce dal fatto che c'è una procura della
Repubblica che scopre che in un altro Palazzo di Giustizia, quello di Catanzaro
su cui Salerno è competente, si stanno commettendo dei reati.
Dato che i magistrati, per fortuna, sono dei cittadini uguali a tutti gli altri
e sono soggetti al codice penale, la legge stabilisce che quando un magistrato
di Catanzaro commette dei reati se ne devono occupare i colleghi di Salerno, per
evitare che se ne occupino i vicini di stanza a Catanzaro.
Poi si può discutere se il decreto di perquisizione era troppo lungo o troppo
corto, conteneva troppi elementi, troppo pochi... chissenefrega.
L'importante è che Salerno deve, per legge, perseguire i reati di Catanzaro.
Ci sarà mai una riforma che potrà impedire che Salerno vada a prendere gli atti
a Catanzaro, a dare gli avvisi di garanzia ai magistrati inquisiti, i quali a
loro volta si incazzano e commettono degli abusi mettendosi ad indagare sui
magistrati di Salerno che indagano su di loro?
Risequestrando le carte appena sequestrate? E' evidente che è impossibile fare
una riforma che impedisca questo: bisognerebbe stabilire che i magistrati non
sono più soggetti alla legge, possono commettere i reati che vogliono e nessuno
li va a prendere.
Un'estensione del lodo Alfano ai 10.000 magistrati che abbiamo oggi in servizio:
vogliamo questo?
Vogliamo che i magistrati, come ci viene raccontato falsamente, non paghino per
i loro errori e i loro reati? Spero di no.
Non c'è altra riforma che avrebbe potuto impedire a Salerno di andare a indagare
e perquisire i colleghi di Catanzaro.
Dice: "ma quelli di Catanzaro hanno poi indagato quelli di Salerno e contro
sequestrato le carte".
Si, ma lì non c'è bisogno di una riforma per impedirlo: è già vietato adesso
fare quello che hanno fatto.
Come abbiamo spiegato, dato che Catanzaro non è competente sui colleghi di
Salerno, se ritiene che questi abbiano commesso dei reati, doveva rivolgersi
alla procura competente, quella di Napoli, e fare un esposto affinché Napoli
vedesse se a Salerno c'era qualcosa che non andava.
Non volevano il sequestro delle carte della loro indagine?
Sapete cosa si fa quando si ritiene che un sequestro sia infondato? Si ricorre
davanti al Tribunale del riesame contro un provvedimento cautelare che è stato
preso.
Poi si ricorre in Cassazione. I magistrati, invece di seguire le regole, si sono
contro sequestrati il materiale invece di ricorrere al riesame, come avrebbero
potuto fare.
Voi capite che è già tutto scritto, nelle leggi, cosa bisogna fare: non c'è
bisogno di nessuna riforma, almeno dal punto di vista di quello che è stato
chiamato lo "scontro fra procure".
Allora cosa vogliono fare? Usare questa vicenda, che non ha bisogno di alcuna
riforma per essere risolta - basterebbe applicare le regole che ci sono e punire
chi non le rispetta - che ha colpito l'opinione pubblica anche perché è stato
raccontato in maniera falsaria da giornali e televisioni, per fare altro.
Cioè, per fare in modo che la magistratura venga messa sotto il controllo del
potere.
Guardate, io capisco che qualcuno sta sbadigliando: "ancora con questa storia
dell'indipendenza della magistratura, noi non arriviamo alla fine del mese".
Attenzione: propri per chi non arriva alla fine del mese è più allarmante quello
che si sta cercando di fare.
Finché la legge è uguale per tutti. Finché i magistrati sono obbligati a far
rispettare la legge in maniera uguale per tutti.
Finché i pubblici ministeri sono obbligati a prendere in considerazione
qualunque denuncia da chiunque sia stata presentata, contro chiunque sia stata
presentata, noi, quelli che non hanno potere, quelli che vivono del loro
stipendio e che spesso non riescono nemmeno a farselo bastare.
Quelli che non hanno le spalle coperte da qualche padrino, come facciamo a
ottenere giustizia?
Andiamo, presentiamo le nostre denunce contro chi ci sta facendo un sopruso o un
torto e sappiamo che, se il magistrato applica la legge, deve prendere in
considerazione la nostra denuncia.
Non è che deve darci ragione per forza, ma deve prenderla in considerazione e
deve indagare.
Se quel magistrato non sarà più tenuto, per legge, a prendere in considerazione
tutte le denunce, auguri! Auguri!
Se potrà scegliere, auguri! Ma, secondo voi, col clima che c'è in Italia da un
bel po' di tempo a questa parte, quali denunce tralascerà un magistrato che
vuole vivere tranquillo e fare carriera, e arrivare possibilmente a 75 anni
senza essere pestato dai politici e dai suoi superiori e dal CSM?
Prenderà in considerazione le denunce dei potenti contro i poveracci, mica le
denunce dei poveracci contro i potenti!
L'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge serve a chi non ha potere. La
giustizia, bellissima definizione di Vaclav Havel, è "il potere dei senza
potere".
Chi ha potere non ha bisogno della giustizia perché ha mille modi per farti
sputare fuori quello che vuole, non c'è bisogno di rivolgersi al giudice per un
potente.
E' il senza potere che va dal giudice a chiedere di avere ragione contro chi gli
ha provocato un torto.
Nelle prossime settimane spiegheremo nel dettaglio separazione delle carriere,
riforma del CSM, riforma dell'azione penale che non sarà più obbligatoria,
riforma dei poteri incrociati degli avvocati e dei pubblici ministeri nel
processo.
Tutto ciò che stanno cercando di fare e che probabilmente faranno, almeno per
quello che riusciranno a fare in Parlamento, speriamo che non riescano a farlo
con la maggioranza dei due terzi, cioè speriamo che non trovino i
collaborazionisti del PD, altrimenti bisognerà cominciare a chiamarli con il
loro nome.
Bisognerà cominciare a far sapere alla gente i nomi e i cognomi di coloro che
vogliono prestarsi a una manovra golpista del Presidente del Consiglio, per
manomettere la Costituzione senza coinvolgerei cittadini.
Se riusciranno a fare queste riforme, e temo che almeno in Parlamento, spero non
al 66%, riusciranno a farle, noi avremo una giustizia per ricchi.
Vi faccio solo un esempio.
L'ha proposto Violante, perché il centro sinistra presta i suoi "migliori
cervelli" al centro destra per suggerire le soluzioni migliori per portare a
termine le sue pessime intenzioni.
Il centro destra è pieno di pessime intenzioni, ma anche di somari.
Anche dal punto di vista giuridico, sono degli asini. Quante leggi ad personam
hanno fatto che non funzionano?
Loro credono che una legge scritta in un certo modo produca un certo effetto e
poi non lo produce.
A parte la ex-Cirielli e la legge sul falso in bilancio, quella sulle rogatorie
non ha funzionato, la Cirami non ha funzionato, il lodo Schifani gli è stato
spazzato via, probabilmente verrà presto spazzata via anche la legge Alfano.
La legge Pecorella, che aboliva l'appello del PM, è stata spazzata via.
Stiamo parlando di analfabeti del diritto. Quando hanno bisogno di qualcosa
arriva Violante che si propone come consulente non richiesto, ma sempre
benvenuto, del povero Angelino Jolie, che basta che lo guardiate in faccia per
rendervi conto che non è in grado di compitare nemmeno un pensierino delle
elementari.
Questa Joint venture Violante-Angelino Jolie ha prodotto un'idea diabolica e
pericolosissima: oggi, il pubblico ministero dirige e coordina la Polizia
Giudiziaria, l'azione penale l'ha in mano lui, la propulsione delle indagini
l'ha in mano lui.
Se la Polizia Giudiziaria, polizia, Carabinieri, Guardia di Finanzia, Vigili
Urbani, gli segnala: "abbiamo fatto un'indagine e scoperto questo reato,
possiamo andare avanti?" il magistrato li delega ad andare avanti.
Ma è anche il magistrato che può, a sua volta, prendere delle notizie di reato.
Ad esempio, legge su un giornale la denuncia di un cittadino su un giro di abusi
edilizi, allora chiama la Polizia Giudiziaria e gli dice di andare a indagare.
Quante indagini sono nate da notizie giornalistiche? Quanti bravi giornalisti
hanno rivelato degli scandali ai magistrati, i quali poi sono andati e hanno
trovato anche i reati!
Questo è quello che succede oggi, per cui qualunque notizia di reato da chiunque
gli arrivi, il magistrato non solo può ma deve prenderla in considerazione.
Siamo tutti più tutelati.
In futuro, cosa vogliono fare Violante e il suo ventriloquo Angelino? Vogliono
staccare la Polizia Giudiziaria dal pubblico ministero.
Il PM se ne sta seduto in ufficio ad aspettare che le forze di Polizia gli
portino le notizie di reato.
Immaginate i fatti di Genova, dove la Polizia avrebbe dovuto portare le notizie
di reato a carico dei capi e di altri esponenti della Polizia.
Vi pare che sia possibile? Pensate alla Guardia di Finanza che scopre dei reati
commessi dal ministro delle finanze o dal sottosegretario alle finanze.
Abbiamo Cosentino, indagato per camorra. Come si può pensare che senza un
impulso del PM dei militari alle dipendenze del ministro o del sottosegretario
possano mai essere liberi di portare le notizie.
Che fine fa il militare che ficca il naso negli affari del suo superiore?
Pensate a quanti ufficiali della Guardia di Finanza sono stati fatti arrestare
nel 1994 dal pool di Milano perché pigliavano le tangenti.
Le indagini le hanno fatte il loro colleghi della Guardia di Finanza: i
magistrati di Milano, per rispetto, avevano affidato le indagini sulla Guardia
di Finanza, ad altri finanzieri.
Ma perché questi finanzieri facevano le indagini? Perché avevano le spalle
coperte dal PM!
Se no spontaneamente è difficile...
Ecco perché il PM deve restare il padrone dell'azione penale: non ha nessun
interesse, non dipende da nessuno se non dalla legge, mentre le forze di
Polizia, alle quali naturalmente dobbiamo la massima gratitudine perché non sono
tutte come le mele marce di Genova o altri posti, dipendono dal governo.
La polizia dipende dal ministro dell'Interno, la Guardia di Finanza dal
ministero delle finanze e i Carabinieri dal ministro della difesa.
Ecco perché il PM lo vogliono separare dalla Polizia. Se il PM non può più agire
d'iniziativa ma deve aspettare che le notizie di reato per aprire le indagini
gliele portino le forze di Polizia, basta impedire a queste di portargli certe
notizie di reato e il PM o passa le sue giornate a girarci i pollici o si
dedicherà ai furti di polli, ai piccoli spacci di droga.
Ma senza esagerare, perché se si va su, col traffico di droga, magari si
scoprono dei potenti coinvolti, nello spaccio o nel consumo.
E avanti di questo passo.
Che giustizia è questa? E' la giustizia che chiude all'origine il rubinetto
dell'azione penale, per cui poi non c'è nemmeno bisogno di mettere il PM alle
dipendenze del governo.
Non c'è nemmeno bisogno di mettere i Tribunali alle dipendenze del governo: si
può benissimo lasciare formalmente indipendente sia il PM sia il giudice, tanto
non gli arriva più l'acqua al mulino!
Le pale del mulino si fermano...
Tutto indipendente: le indagini sui reati di mafia e politica, di collusioni
istituzionali, di corruzione, di reati finanziari... tutte le cose scomode, le
forze di Polizia istruite dal governo di turno, non le porteranno più, il
magistrato non le potrà più avviare se nessuno gli porta l'acqua sul tavolo e
quindi le indagini non cominciano nemmeno!
Non c'è bisogno di bloccarle dopo: le si blocca alla fonte, non partono nemmeno.
Questo è una tutela per il cittadino? No.
Immaginate il cittadino che vuole avere giustizia: quando sentite Berlusconi
dire che il PM deve diventare l'avvocato dell'accusa dovreste... dovremmo
preoccuparci tutti.
Perché oggi il PM è quello che fa le indagini per scoprire se io sono colpevole
o innocente, e se scopre che io sono innocente ha il dovere di chiedere di
assolvermi o archiviarmi.
Se diventa l'avvocato dell'accusa diventa una protesi della Polizia.
Le forze di Polizia fanno carriera in base alle statistiche: più gente
acchiappano nelle retate e più medaglie prendono, indipendentemente se tra
quelli che prendono nelle retate c'è qualche innocente. L'importante è fare
numero.
Se il PM non ha più il compito di vagliare fra i colpevoli e gli innocenti ma è
semplicemente l'avvocato della Polizia nel processo, cercherà anche lui di far
condannare più gente possibile per avere il cottimo sulle condanne.
E se io sono innocente e sono un poveraccio?
Se io sono potente, con il mio avvocato faccio le mie contro indagini difensive
e riesco a ottenere ragione, ma se sono un poveraccio con l'avvocato d'ufficio?
Ve lo vedete un avvocato d'ufficio che paga un investigatore, fa le contro
indagini per smontare l'accusa sostenuta dall'avvocato dell'accusa?
Ma solo chi se lo può permettere a suon di milioni riuscirà a uscire dai
processi essendo innocente, se il PM diventa l'avvocato dell'accusa.
Oggi il PM è obbligato a fare le indagini per vedere se io sono colpevole o
innocente, non è previsto che faccia l'avvocato dell'accusa.
Sostiene l'accusa soltanto quando si è convito che una persona è colpevole, ma
prima ha fatto tutte le indagini per vedere se io sono colpevole oppure no.
Quante volte i PM chiedono l'assoluzione o l'archiviazione. L'avvocato
dell'accusa chiederà sempre la condanna! E' programmato per far condannare.
Poi se uno è colpevole o innocente non importa, infatti leggete i giornali:
dicono "daremo più potere agli avvocati per fare le indagini difensive".
Certo, agli avvocati degli imputati ricchi che potranno permettersi di essere
innocenti e di dimostrarlo. I poveri, anche se saranno innocenti, non
riusciranno più a dimostrarlo perché spetterà a loro dimostrare di essere
innocenti e non al PM.
Cerchiamo di ragionarci, perché la direzione verso la quale stiamo andando non è
più la democrazia che abbiamo conosciuto, non è più lo Stato di Diritto.
La giustizia verso la quale stiamo andando è una giustizia per ricchi.
In tempi di crisi quanti sono i ricchi che auspicano una giustizia per ricchi?
Spero pochi.
L'allarme è alto, teniamolo alto.
Se vi interessa, abbiamo lanciato un appello assieme a Massimo Fini sui pericoli
che sta correndo la nostra democrazia con la riforma Costituzionale a colpi di
maggioranza.
Trovate tutto sul sito della Voce del Ribelle, il mensile di Massimo Fini, o sul
solito voglioscendere.it dove c'è anche la email per dare la vostra adesione.
http://www.beppegrillo.it
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