Sulla Libia il governo italiano annuncia la sospensione del trattato con la
Libia. E’ un La Russa preoccupato a comunicarlo e che subito mette la mani
avanti sull’esodo previsto di emigranti libici sulle nostre coste. “L’Italia –
dichiara il ministro della Difesa – non deve essere lasciata sola a causa
dell’egoismo dell’Europa del nord, si deve fare anche carico dell’emergenza”.
Parole che seguono quelle del premier, Silvio Berlusconi, “se tutti siamo
d’accordo possiamo mettere fine la bagno di sangue e sostenere il popolo
libico – ha dichiarato intervendo al congresso dei Repubblicani italiani –
l’Europa e l’Italia non possono rimanere spettatori. Quello che sta succedendo
in Libia è gravissimo. Dobbiamo intervenire. Gheddafi – continua – sta
perdendo colpi, sembra non abbia più il controllo della situazione. Ma noi
dobbiamo agire con responsabilità, perché da quei Paesi dipendono anche la
nostra sicurezza, la nostra riserva energetica”.
Intanto Obama dalle parole è passato ai fatti con Gheddafi.
La Casa Bianca ha firmato una serie di dure sanzioni immediate contro la
Libia. Prima fra tutte il congelamento dei beni del colonnello e della sua
famiglia. Il Dipartimento del Tesoro ha dato istruzioni a tutte le banche
americane di vigilare sulle transazioni finanziarie di società libiche e
segnalare i casi di distrazione di fondi su conti offshore. Il portavoce di
Obama, Jay Carney, ha comunicato poi la sospensione delle
attività dell’ambasciata statunitense a Tripoli.
Il segretario di Stato, Hillary Clinton, ha annunciato di
aver sospeso tutte le licenze e le approvazioni per l’esportazione “di beni e
servizi per la difesa diretti alla Libia”. Il via libera di Obama alle
sanzioni contro Gheddafi è giunta dopo che tutti i cittadini americani hanno
lasciato la Libia. L’evacuazione dei cittadini statunitensi si è conclusa ieri
sera con la partenza di un aereo dalla Turchia, Istanbul e di una nave diretta
a Malta.
Carney ha comunicato che la Casa Bianca “sta coordinando
sanzioni aggiuntive con gli
alleati europei e altri possibili interventi multilaterali
contro il Rais”. Tra gli interventi: la sospensione della Libia da tutti gli
organismi dell’Onu. Sul fronte degli interventi militari, la
Casa Bianca ha affermato che “si stanno valutando una serie di opzioni”. Tra
queste non viene escluso un intervento militare.
La Nato in proposito si è detta pronta ad affrontare “qualsiasi
evenienza“. Il segretario generale Anders Rasmussen
ha dichiarato che “un approccio impegnativo come ad esempio la no-fly zone
richiede una legittimazione internazionale molto chiara e più in particolare
un mandato preciso delle Nazioni Unite”. In una seduta che si è tenuta a porte
chiuse il segretario generale Ban Ki-Moon ha invitato Rasmussen a
intraprendere “azioni concrete”. Così il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha
iniziato a valutare sanzioni che dovrebbero essere definite nella pomeriggio
di oggi.
Tra le ipotesi, il congelamento dei beni di Gheddafi e dei suoi accoliti in
tutti i paesi. Oggi il Times di Londra scrive che il colonnello sarebbe
riuscito a nascondere la scorsa settimana una fortuna immensa: 3 miliardi di
sterline in un fondo di investimenti privati a Mayfair.
L’Onu ha previsto anche l’embargo sulle armi e l’intervento
della Corte Internazionale di Giustizia. “Non bastano più i discorsi. È
arrivato il momento di agire“, ha affermato ieri il ministro
degli Esteri francesi, Michele Alliot-Marie. Ieri a Ginevra sempre il
Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu ha messo sul tavolo una dura
risoluzione che condanna il governo del leader libico Gheddafi per “la
violenta repressione delle proteste messa in atto”. Il Consiglio ha creato una
commissione d’inchiesta che dovrà indagare sui
crimini di guerra del Rais.
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