Un'intervista per
Rinascita Balcanica
del Generale Fabio Mini,
ex comandante della Missione della Kfor in Kosovo, che analizza il
conflitto russo-georgiano e le sue implicazioni sul piano
internazionale. Definita come "un’altra
operazione militare senza fine",
secondo il Generale Mini questa guerra ha creato nient'altro che "un
nuovo tavolo diplomatico e migliaia di morti e di diseredati sulla
coscienza di tutti.
Che ruolo hanno avuto gli Stati Uniti in questo conflitto?
A giudicare dalle prime reazioni di Bush sembrava che non sapesse
neppure cosa fosse la Georgia e di sicuro non ne sapeva niente. Ma le
prime risposte dei suoi assistenti davano subito il senso del
coinvolgimento che è senz’altro stato diretto e determinante. Bisogna
soltanto vedere chi delle tre componenti che gestiscono la politica
americana all’estero, il Dipartimento di Stato, il Pentagono e i Servizi
Segreti, ha autorizzato il Presidente georgiano ad eseguire la
sciagurata operazione in Ossezia e chi nell’ambito della Casa Bianca ha
dato l’OK all’insaputa del Presidente. Non è infatti possibile che gli
Stati Uniti che controllano da circa otto anni la Georgia non fossero al
corrente dell’avventura. E se veramente non ne sapevano niente sarebbe
anche peggio. Fra l’altro non ci crederebbe nessuno. Il fatto è che gli
Stati Uniti hanno da tempo incluso la Georgia nel perimetro delle aree
vitali per gli interessi nazionali che includono il petrolio, il
controllo sulla Russia, sulla Turchia, sull’Iran e perfino sull’Iraq.
Per questo non possono fingersi sorpresi e scandalizzati per
un’avventura o per una trappola che essi stessi hanno istigato.
Perché secondo lei la Russia ha scelto l'Europa
come "ambasciatrice di pace" ?
Perché non conta niente. E’ il classico interlocutore che non è in grado
di promettere nulla o di mantenere ciò che promette. Un impegno preso con
l’Europa non è considerato vincolante anche perché l’Europa dipende più da
Mosca di quanto non dipenda da Bruxelles. Una deroga agli impegni assunti
con l’Europa non è una violazione ma un atto di furbizia. Questo è il
risultato di una politica estera assente o affidata soltanto ai servitori
fedeli e girovaghi degli Stati Uniti. Bush si è evidentemente reso conto
di questa labilità europea e ha fatto la voce grossa richiamando la Russia
ad osservare i propri impegni. Naturalmente per i russi anche la
credibilità americana è ai minimi storici, ma questo è un pericolo in più
perché da un’amministrazione che sta agonizzando in mezzo al sangue sparso
negli ultimi otto anni ci si può aspettare qualsiasi sciocchezza.
Crede che Washington sia uscita sconfitta sul piano diplomatico
internazionale?
Washington sta cercando solo ora di aprire il proprio fronte diplomatico,
ma è indubbio che abbia già subito una forte batosta sul piano della
credibilità internazionale. Solo chi non vuol vedere la realtà scambia la
voce grossa di Bush per autorevolezza. E solo chi non ha memoria può
scambiare gli aiuti americani alla Georgia come sostegno umanitario.
La Russia ha cambiato gli equilibri geo-politici internazionali?
La Russia è tornata ad essere un attore dominante e gli equilibri
possibili solo dieci anni fa con lo strapotere statunitense non sono più
accettabili. Nella questione georgiana la Russia ha avuto successo nel
mettere a nudo le vere intenzioni americane nell’area. E ha detto
chiaramente e brutalmente che il dominio americano nel Caucaso non è più
un fatto scontato.
Secondo lei, la Russia ha reagito bene alla campagna
d’informazione fatta dall'Occidente e dalla Georgia?
No. Nonostante sia maestra della manipolazione la Russia non ha accesso ai
media occidentali quindi le proprie campagne di disinformazione o soltanto
di controidisinformazione sono labili ed hanno poca presa in occidente. Da
parte nostra non siamo ancora pronti a recepire le giustificazioni di
Mosca o a capire le sue logiche. Il marchio del comunismo è ancora molto
forte e quello dell’imperialismo sovietico si accomuna ancora all’immagine
della Russia. Poco importa se un imperialismo analogo guida l’occidente.
La Russia ha chiesto l’istituzione di un tribunale per i crimini di guerra
contro gli osseti e ha parlato di genocidio. Cosa pensa di queste
iniziative?
Fanno parte del gioco di rendere internazionale e umanitario un problema
politico e di potere economico.
Il Kosovo influenzerà le trattative sullo statuto delle repubbliche di
Ossezia del Sud e di Abkhazia?
Il Kosovo ormai rappresenta l’esempio negativo per tutta una serie di
rivendicazioni e situazioni. Anche quando non sono paragonabili. L’Ossezia
è una creazione sovietica ed è stata divisa per compiacere la Georgia di
cui Stalin era illustre figlio. L’Ossezia è Russia e comunque appartiene
al popolo che decenni fa è stato smembrato. E’ per lo meno bizzarro che
gli Stati Uniti difendano le pretese georgiane che sono figlie naturali
della politica di divisione etnica dell’URSS e del comunismo reale.
Come crede che si concluderà questo confronto tra Georgia e Russia?
Come sempre, con un nulla di fatto. Con un’altra operazione militare senza
fine, con un nuovo tavolo diplomatico e con migliaia di morti e di
diseredati sulla coscienza di tutti.
Rinascita Balcanica
http://etleboro.blogspot.com/
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