Daniele Mastrogiacomo, il giornalista liberato lunedì sera
dopo due settimane di prigionia in Afghanistan, ha detto oggi che il suo non
sembra essere stato un sequestro organizzato e che per la sua liberazione il
governo afghano ha agito in piena sovranità. "Non sono andato lì per fare uno
scoop... In precedenza c'erano già stati colleghi tedeschi e francesi...
purtroppo credo che spesso molto sia affidato alla casualità, non è stato (un
fatto) organizzato", ha detto il giornalista di Repubblica, in una conferenza
stampa nella sede del quotidiano, rispondendo alla domanda su che cosa "sia
andato storto" nel viaggio di lavoro che si è trasformato in sequestro.
Mastrogiacomo -- che ha parlato per circa 20 minuti con i
giornalisti delle altre testate, premettendo di non poter rispondere a tutte le
domande per via dell'inchiesta attualmente in corso sul suo rapimento, condotta
dai magistrati romani -- ha descritto i momenti di maggior tensione e difficoltà
nel corso della sua prigionia in Afghanistan, durata circa due settimane.
L'inviato di Repubblica ha detto che quanto è stato fatto per la sua liberazione
-- con il rilascio di prigionieri talebani da parte del governo afghano -- non
ha violato la sovranità dell'Afghanistan e nemmeno l'autonomia delle scelte di
politica estera del Paese.
Dagli Stati Uniti un funzionario dell'amministrazione Bush ha riferito che
Washington è stata colta "di sorpresa" per il rilascio di cinque talebani in
cambio di Mastrogiacomo e ha comunicato i suoi dubbi al governo italiano per via
diplomatica. "Preoccupazioni" per le implicazioni del rilascio dei talebani sono
state espresse anche dal Foreign Office britannico. A chi gli chiedeva notizie
sulla sorte dell'interprete afghano, che Emergency ritiene sia stato fermato
dalle autorità afghane per essere interrogato sul sequestro -- come avvenuto
ieri al mediatore -- Mastrogiacomo ha detto di augurarsi che venga presto
rimesso in libertà.
"E' un giornalista, sono convinto e mi auguro che presto sarà rilasciato, perché
come è capitato a me, come è capitato ad altri, è sottoposto non a fermo ma a
interrogatorio, in Afghanistan magari i tempi sono più lunghi", ha detto
l'inviato di Repubblica riferendosi a Adjmal Mashkband, sul cui rilascio in
mattinata il vice ministro degli Esteri Franco Danieli aveva detto che non era
ancora possibile avere una conferma. Secondo Emergency è possibile che
l'interprete sia stato arrestato per essere interrogato in merito al sequestro,
come avvenuto al mediatore Rahmatullah Hanefi, sebbene di questo non ci siano
conferme.
"Certezze non ne abbiamo però questa opinione sembrerebbe in qualche modo
tornare", ha detto a Reuters il vicepresidente di Emergency Carlo Garbagnati.
L'inviato di Repubblica ha raccontato anche che durante la prigionia le uniche
informazioni dall'esterno gli sono giunte dopo aver sentito una notizia della tv
britannica Bbc che lo definiva come un giornalista britannico. "Questo mi ha
molto preoccupato. E' stata l'unica notizia che c'è stata, per il resto cercavo
di condurre io stesso una sorta di trattativa". Mastrogiacomo ha detto che
tornerà ora al suo lavoro di giornalista, ma non crede che rimetterà piede in
Afghanistan.
Archivio Mastrogiacomo
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