Questa
mattina all’alba sono stati giustiziati in Iraq Barzan
al-Tikriti e Awad Hamad al-Bandar. Il primo era il
fratellastro di Saddam e capo dei suoi temuti servizi
segreti dal 1979 al 1983, il secondo era a capo della
Corte Rivoluzionaria Irachena e quindi del sistema penale.
Entrambi erano stati condannati in quanto riconosciuti
colpevoli (insieme a Saddam) dell’esecuzione di 148
abitanti di Dujail nel 1982. La strage degli abitanti di
questa cittadina venne decretata a seguito di un fallito
attentato a Saddam, nel corso del quale furono sparati
colpi di mitragliatrice che colpirono l’auto del dittatore
mentre lasciava il posto dopo una visita ufficiale. Dopo
un rastrellamento di quasi cinquecento persone, un terzo
di loro venne condannato a morte ed ucciso. Se per il capo
dei servizi segreti la condanna non aveva suscitato
particolare stupore, più problematica è stata sicuramente
quella del giudice, poiché la difesa ha a lungo sostenuto
che questi si sia limitato ad applicare il codice penale
iracheno vigente all’epoca.
Barzan al-Tikriti ricopriva anche la funzione di banchiere
di Saddam, a lui erano affidate le realzioni con le banche
occidentali. Personaggio temuto, sul quale sono fiorite
diverse leggende, come quella che vuole che avesse una
macina nella quale infilava le carni dei torturati; dalle
testimonianze emerge che presenziasse personalmente alle
torture, così come testimoni hanno riferito che
all’indomani del fallito attentato a Saddam si sia
presentato a Dujail in jeans e stivali rossi e, armato di
un fucile di precisione, abbia sparato a caso su chiunque
abbia avuto la sventura di trovarsi in vista. Dopo aver
lasciato la guida dei servizi segreti è stato ambasciatore
all’ONU nella sede di Ginevra dal 1988 al 1987, periodo
durante il quale ha curato anche i rapporti con le banche
del paese elvetico, dove hanno studiato i suoi sei figli..
Le due esecuzioni erano state rimandate a seguito del
clamore suscitato dal grottesco spettacolo di quella di
Saddam Hussein e pareva dovessero avere luogo in un futuro
più remoto, ma il governo americano e quello iracheno,
evidentemente, non avevano nessuna intenzione dilatoria.
Secondo gli Stati Uniti, il governo iracheno “ ha
applicato la legge vigente nel paese”, anche se un
portavoce americano aveva dichiarato domenica che
l’esecuzione dei due era sospesa fino a quando il governo
iracheno non avesse presentato una dettagliata procedura
per evitare il ripetersi dello spettacolo offerto durante
l’esecuzione di Saddam: i primi commenti che giungono
dall’estero ricalcano quelli espressi in occasione
dell’impiccagione di Saddam; compresa la condanna della
pena di morte subito ribadita, in particolare in ambito
europeo.
Il governo iracheno sembra aver tenuto conto del disastro
provocato con la caotica esecuzione di Saddam,
l’esecuzione è avvenuta all’alba e finora non sono state
rilasciate immagini. L’operazione non è comunque stata
priva di errori, visto che proprio a Barzan al-Tikriti è
toccato in sorte di finire decapitato per un errore del
boia. Errore nella misura della corda, che non deve essere
troppo corta da impedire la frattura del collo, ma neanche
troppo lunga da provocare la decapitazione del condannato;
sorte toccata ad al-Tikriti.
In proposito un portavoce del governo ha affermato che il
distacco della testa del condannato è stato “un atto di
Dio”, indicando quindi una responsabilità divina e negando
che l’evento sia imputabile a qualche errore nel corso
dell’esecuzione.
Al di là dell’imperfetta esecuzione tecnica, la
decapitazione di al-Tikriti va a urtare le regole
stabilite dalla religione musulmana che presiedono al
rispetto del corpo umano e non mancherà di suscitare
polemiche e provocare rabbia tra i fedeli del deposto
regime. Da quanto si è saputo al-Tikriti verrà seppellito
accanto ai due figli del defunto dittatore, Uday e Qusay;
nel cimitero di Awja, dove riposa lo stesso dittatore; le
famiglie dei condannati hanno saputo della loro
impiccagione a morte avvenuta.
I due dovevano essere impiccati insieme a Saddam Hussein,
ma la concitazione di quel giorno ed il disastro combinato
durante l’esecuzione del rais consigliarono di rimandare
le loro esecuzioni, anche se erano già stati condotti al
patibolo insieme al condannato più importante. Da allora,
seguendo il filo delle feroci polemiche seguite, pareva
che la loro esecuzione dovesse essere rimandata per un
tempo più lungo, se non addirittura che ci fosse uno
spiragli per la commutazione della pena in seguito alla
riprovazione mondiale e alle proteste dei paesi contrari
alla pena di morte.
Barzan al-Tikriti ricopriva anche la funzione di banchiere
di Saddam, a lui erano affidate le realzioni con le banche
occidentali. Personaggio temuto, sul quale sono fiorite
diverse leggende, come quella che vuole che avesse una
macina nella quale infilava le carni dei torturati; dalle
testimonianze emerge che presenziasse personalmente alle
torture, così com etestimoni hanno riferito che
all’indomani del fallito attentato a Saddam si sia
presentato a Dujail in jeans e stivali rossi e, armato di
un fucile di precisione, abbia sparato a caso su chiunque
abbia avuto la sventura di trovarsi in vista. Dopo aver
lasciato la guida dei servizi segreti è stato ambasciatore
all’ONU nella sede di Ginevra dal 1988 al 1987, periodo
durante il quale ha curato anche i rapporti con le banche
del paese elvetico e dove ha fatto studiare i suoi sei
figli.
Non resta da sperare che, almeno questa volta, sia
risparmiato al mondo il triste spettacolo della testa
dell’impiccato scagliata in aria dalla corda dopo essere
stata strappata dal corpo e il relativo fiotto di sangue.
Vista la precedente esperienza si può sperare che nessun
telefonino pirata abbia ripreso la scena e che le immagini
girate dalla telecamera ufficiale non vengano mai
diffuse.
Archivio
30/12/2006 Archivio Saddam Hussein
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