Uccidere un assassino è un assassinio? La punizione per un
delitto può essere applicata con lo stesso delitto? Lo stupro con lo stupro, il
furto con il furto, la morte con la morte? Condannare l’omicidio e poi
applicarlo per legge è un incantesimo. Una contraddizione della mente umana. E’
vendetta, non legge. Saddam è stato impiccato. Condannato dagli
iracheni. Ma non ci crede nessuno. Le mani del boia erano irachene, ma il cappio
era di Bush.
Saddam andava condannato all’ergastolo. Doveva invecchiare in carcere. Perdere
la sua spocchia. Con l’esecuzione gli è stata regalata una dignità che non
aveva. Una grandezza made in Texas.
In morte di Saddam, ora martire, bisognerebbe ricordarsi della guerra con l’Iran
finanziata dagli Usa. Del buon Saddam alleato dell’Occidente
contro Khomeini. Del Saddam laico e filo occidentale. Poi si è messo in proprio
e questo è stato un affronto intollerabile per la democrazia americana. Quella
dei due milioni di carcerati e dei bracci della morte. E del controllo
del Golfo Persico.
Se Saddam era un criminale, allora lo sono alcuni capi di Stato che siedono all’Onu.
Perchè Saddam sì e loro no? Il petrolio. Il mondo intero ha dichiarato la prima
guerra all’Iraq a causa dell’invasione del Kuwait e dei suoi pozzi di petrolio.
Nel Darfur sono morte centinaia di migliaia di persone. Nessuno
ha mosso un dito. In Cecenia non sono rimasti in piedi neppure
i palazzi. Nessuno ha mosso un dito. L’ipocrisia della condanna a morte giusta,
occidentale e petrolifera.
Saddam è stato un criminale? Ha sterminato i curdi con il gas? Ucciso i suoi
oppositori? Sì, certo. Ma quando sarà finita la guerra in Iraq si potrà fare
una contabilità dei morti. E saranno molti, molti di più di
quelli attribuiti al regime di Saddam. Qualcuno sarà appeso a una corda per i
quarantamortialgiornochenonfannopiùnotizia? Sarà condannato a
pagare una multa, un’ammenda, dovrà chiedere scusa? Saddam ha pagato, con
dignità, il suo conto. Hiroshima, i Gulag e il Tibet non li pagherà mai nessuno.
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