Saddam Hussein è stato condannato per la strage degli sciiti, ma stranamente non
verrà mai processato (l’appuntamento con il boia lo precederà) per le altre
stragi come quella della popolazione del Kurdistan (oltre 100 mila morti!).
Sapete perché? Semplice: verrebbero fuori le complicità dell’allora governo
statunitense, e non solo di quello (siamo negli anni Ottanta).
Proprio in quegli anni, l’ex Rais era sostenuto finanziariamente e militarmente
da coloro che oggi plaudono la sua morte (l’amministrazione Bush), nell’annosa e
dissanguante guerra contro l’Iran (1980 – 1988). Massacro voluto e fomentato
dall’Impero, che costò la vita a oltre 1 milione di persone civili!
Il Premio Nobel per la Pace (?), Henry Kissinger (1) - uno dei più loschi
e pericolosi personaggi attualmente in libertà – ebbe a dire a proposito di
quella guerra e soprattutto della politica americana, che la loro strategia (per
intenderci, degli attuali esportatori di “democrazia”) era fare «in modo che
si uccidessero l'uno con l'altro»: cosa profeticamente realizzatasi!
Sicuramente fino al 1986 Saddam riceveva fondi e armi dall’intelligence
statunitense, e la prova è lo “Scandalo
Iran-Contra”!
Dall’altra parte - come solo loro sanno fare - la Casa Bianca forniva armi anche
allo stato canaglia per antonomasia, l’Iran, e i soldi ricavati da tale vendita
(illegale e assolutamente criminosa) andavano a finanziare e armare i Contras
del Nicaragua, i guerriglieri che massacrarono i rivoluzionari sandinisti
(provocando decine di migliaia di morti)
Quello che non tutti sanno però, è che non sono stati solo gli americani ad
aiutare l’Iran in quel periodo, ma anche lo stato democratico d’Israele,
lo stesso che oggi ha paragonato l'ex Persia alla Germania nazista, e
Ahmadinejad a Hitler! L’invio di armi, attraverso Israele, cominciò
appena dopo la caduta dello Scià di Persia, nel 1979, e non nel 1985 come
vorrebbe farci credere l’inchiesta del Congresso statunitense.
Lo spiega dettagliatamente Noam Chomsky nel suo libro, “I cortili
dello Zio Tom”:
«Già nel 1982
era pubblicamente risaputo che era Israele a fornire la maggior parte delle armi
all'Iran: lo si poteva leggere sulla prima pagina del New York Times. Nel
febbraio del 1982 i più importanti funzionari israeliani, i cui nomi sarebbero
poi risuonati nelle udienze sull'Iran-Contra, apparvero alla Bbc e descrissero
in che modo avevano organizzato il traffico delle armi per il regime di
Khomeini. Nell'ottobre del
1982 l
'ambasciatore di Tel Aviv negli Usa dichiarò pubblicamente che Israele inviava
armi al regime di Khomeini "con la collaborazione degli Stati Uniti... quasi al
più alto livello".
Quindi oggi, George Walker Bush, l’attuale burattino è felice che
la Corte abbia
sentenziato la morte per impiccagione dell’ex Rais. Non è strano, visto che il
figlio del potente massone del 33° grado del R.S.A.A. (Rito
Scozzese Antico e Accettato, nonché membro della Skull & Bones e
delle più importanti e influenti organizzazioni elitarie), George Walker
Herbert Bush, ci ha abituati a simili nefandezze: durante il suo mandato di
governatore dello Stato del Texas si è macchiato di ben 147 condanne a morte!
Con la morte di Saddam Hussein andranno seppelliti anche molti e pericolosi
segreti di stato…
Risoluzione contro l’Iran.
Il Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite (altro fantoccio nelle mani del Sistema) ha stabilito che tutti
gli stati devono "impedire la consegna, la vendita o il trasferimento diretti
o indiretti all'Iran (...) di qualsiasi materiale, attrezzatura, bene e
tecnologia che possa contribuire" alle attività dell'Iran nei settori
nucleare e balistiche sensibili! Ma proprio tutti?
Come mai la Risoluzione 1737 è stata firmata anche dalla Russia di
Vladimir Putin (le cui origini venete, Costabissara in provincia di
Vicenza, sarebbero state dimostrate da un giornale di Mosca) che ha sempre
difeso l’amico nonché “cliente” Iran?
La risposta ce la fornisce il Washington Post (ringrazio il giornalista
Maurizio Blondet per l'articolo: “Embargo
all’Iran: due valutazioni”)
Scrive il quotidiano di Regime:
«L’amministrazione Bush ha passato quasi
quattro mesi a cercare il consenso dei russi per la misura iniziale, piegandosi
sempre di nuovo all’intransigenza di Mosca. Anzitutto, il grande reattore
nucleare [di Bushehr] che
la Russia sta
costruendo per l’Iran è stato esentato dall’embargo delle importazioni nucleari,
anche se Teheran può un giorno usare l’impianto per fornirsi di plutonio
militare. Poi, gli Stati europei che appoggiano la risoluzione hanno dovuto
lasciar cadere il proposto divieto dei viaggi, la sola misura ormai che avrebbe
potuto danneggiare i mullah. Intanto, l’amministrazione ha accettato di
sostenere l’entrata della Russia nella World Trade Organization, una
concessione era necessaria per ottenere il suo voto».
Sembrerebbe allora, non è essere stato Putin a piegarsi ai dettami dell’Impero
occidentale, ma esattamente il contrario! Dico sembrerebbe, perché forse nessuno
ha spiegato bene all’ex dirigente del K.G.B. (Comitato per
la Sicurezza
di Stato), attuale F.S.B. (Organizzazione della Sicurezza Statale russa), che
entrare nel WTO
significa entrare anche nella ragnatela del Nuovo Ordine Economico
Internazionale.
Lo scopo ufficiale dell’Organizzazione, nata nel 1995 durante una sessione dei
negoziati del G.A.T.T. (General Agreement on Tariffs and Trade, e
cioè Accordo Generale sulle tariffe e sul commercio) è infatti quello di
liberalizzare il commercio e abbassare le barriere tariffarie e/o doganali. Il
WTO è stato strutturato in modo tale da avere un vero e proprio esecutivo
composto da un direttore e da quattro vicedirettori, un’assemblea dei
rappresentanti degli stati membri e un organo che analizza e giudica le
politiche commerciali. Esiste al suo interno poi il Dispute Settlement
Process che permette ai membri di portare davanti una corte
internazionale uno stato che violi le regole. Se lo stato che cita in giudizio è
potente come gli Stati Uniti d’America la sentenza è pressoché scontata: nessun
appello né tanto meno la possibilità di rivolgersi a corti e/o giurie esterne!
Certamente è importante per
la Russia ,
come lo è stato per
la Cina , entrare
nel mercato mondiale, ma il gioco in questo caso vale la candela? Staremo a
vedere, anche se la risposta è scontata…
Tornando alla “Risoluzione Carta-straccia”, come l’ha definita il
premier Mahmud Ahmadinejad, c’è da dire che l’Iran ha firmato il
Trattato di Non Proliferazione (T.N.P.), mentre attuali potenze nucleari
come per esempio Israele, non lo ha mai fatto e non intende certamente farlo.
Come sempre: due pesi e due misure?
Se le atomiche sono possedute da Stati che non brillano certo per democrazia
(Pakistan, India, Israele, per citarne qualcuno), ma sono amici degli Stati
Uniti, allora va bene; se le possiedono Stati non amici, ma potenti come Cina e
Russia, è tollerato. Tutti gli altri non possono mirare al nucleare, neppure per
uso civile come ha sempre sostenuto l’ex Persia!
Chi allora può decidere quello che è giusto e quello che non è giusto?
Chi può arrogarsi tale diritto?
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30/12/2006 Archivio Saddam Hussein