Il macabro record e' stato battuto: in Iraq sono
morti piu' americani che negli attacchi dell'11 settembre. L'uccisione di
tre soldati statunitensi in un attentato a nord-ovest di Baghdad ha fatto
superare la soglia delle 2.973 vittime degli attentati a New York e
Washington proprio nel pieno delle feste di Natale e del ripensamento
della politica americana che in gennaio dovrebbe portare a una nuova
strategia della Casa Bianca in Iraq.
Le famiglie delle vittime dell'11 settembre hanno reagito in modo
composito: secondo alcuni, come Adele Weltyu, madre di un vigile del fuoco
morto nel crollo delle Torri Gemelle, e' la prova che la guerra e' stata
solo un errore. Secondo altri, come il sergente in congedo Tim Summer, che
a Ground Zero perse il cognato, si tratta di un prezzo che vale la pena
pagare. "E' una dato che alla stampa non sfuggira'" ha commentato Eric
Davies, docente di scienze politiche al Middlebury College del Vermont, "e
con il quale l'opinione pubblica non potra' fare a meno di fare i conti.
Il problema e' che l'Iraq e' una questione politica che diventa sempre
piu' ampia e nei confronti della quale Bush ha sempre meno credito".
Una settimana fa un sondaggio della Cnn aveva rivelato che solo il 28
per cento degli americani sostiene ancora la politica della Casa Bianca in
Iraq e che il 70 per cento ne e' delusa. Il presidente ha trascorso il
Natale a Camp David prima di raggiungere il suo ranch a Crawford, in
Texas, dove mettera' a punto la nuova strategia. "Come quella in
Afghanistan e quella contro il terrorismo" ha detto Anthony Cordesman,
autore di un bollettino di analisi militare sull'Iraq, "la guerra in Iraq
e' lunga e puo' essere persa con una sorprendente velocita'. Per vincerla
ci vogliono pazienza, ostinazione, tempo e risorse". Ma intanto, con tre
soldati uccisi nel giorno di Natale e altri tre dilaniati da un'esplosione
in quello di Santo Stefano, l'esercito americano deve fare i conti con
quello che si e' rivelato il nemico piu' terribile di questa guerra: le
bombe rudimentali e le mine modificate.
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