25/12/2006 L'Etiopia bombarda le milizie islamiche in Somalia
Mig dell'aviazione etiopica hanno effettuato oggi due incursioni in Somalia, bombardando l'aeroporto internazionale di Mogadiscio e quello militare - strategicamente di grande rilievo - di Baledogle, circa 100 chilometri ad ovest della capitale, tutti e due, come buona parte della Somalia, sotto il controllo delle milizie islamiche. I raid aerei di oggi fanno seguito a quelli di ieri, quando i Mig etiopici avevano effettuato quattro missioni, sempre in aree sensibili.
Si tratta di un ulteriore avvitamento della crisi, anche se oggi, a differenza degli ultimi dei giorni, non si segnalano combattimento di rilievo sul terreno. Il rischio è che l'innalzamento del conflitto - dopo l'ufficializzazione dell'intervento etiopico "a difesa della sicurezza e dei confini nazionali" - sfoci in una guerra totale con quasi certo effetto domino sull'intera Africa occidentale. A cominciare da una possibile ripresa del conflitto Etiopia-Eritrea; ma con potenzialità anche più drammatiche. Le Corti, infatti, due giorni fa hanno chiamato tutti i combattenti islamici del mondo a schierarsi al loro fianco nella "guerra santa" per sconfiggere "l'invasore etiopico".
Già ne sono arrivati molti: per Ali Gedi, premier del governo provvisorio somalo, 8000, cifra improbabile. Quanti che siano o che saranno, di certo non si limiteranno a tornare a casa in caso di rovescio militare. Un appello, quello delle Corti, che stando ad Addis Abeba è la prova che essi sono nelle mani di estremisti che fanno capo ad Al Qaida. Analisi condivisa da Washington. Truppe etiopiche, per altro, sono presenti in massa in Somalia, 15-20'000 uomini, già da mesi. Senza di loro il governo somalo - internazionalmente riconosciuto, ma politicamente di peso nullo, oltre che diviso - sarebbe già stato spazzato via. Ma per Addis Abeba una repubblica islamica ai confini farebbe saltare i suoi già delicatissimi equilibri interni: di quì il forte impegno bellico.
25/12/2006 Somalia: Caccia militari etiopici bombardano aereoporto di Mogadiscio
Aerei militari etiopici hanno bombardato oggi il principale aeroporto di Mogadiscio, la capitale somala controllata dai miliziani islamici. Lo hanno riferito fonti ufficiali dello scalo aereo. "Stiamo ancora cercando di valutare i danni, ma ci risulta che una persona sia stata ferita", ha riferito il direttore dell'aeroporto, Abdirahim Adan, raggiunto per telefono.
25/12/2006 Tra Somalia ed Etiopia una guerra etnica e religiosa
"Siamo stati costretti ad intervenire" in Somalia ma non vogliamo "imporre un Governo" a Mogadiscio. Lo ha detto il primo ministro etiope Meles Zenawi in un discorso televisivo alla nazione, nel quale per la prima volta ha ammesso ufficialmente l'intervento di truppe di Addis Abeba in Somalia.
Caccia etiopici hanno bombardato oggi almeno quattro località strategiche della Somalia controllate dagli integralisti islamici. Due lungo l'asse Mogadiscio (in mano alle Corti, come buona parte del Paese)-Baidoa (sede provvisoria del governo di transizione), e due nell'est e nord-est, ai confini con l'Etiopia. Ci sono state alcune vittime. Ciò mentre il governo di Addis Abeba dichiarava di aver avviato una "controffensiva" contro gli islamici somali. Una prima - ma politicamente rilevante - ammissione di partecipazione diretta al conflitto: finora ufficialmente negata, anche se evidente quanto massiccia: tra i 15mila ed i 20mila uomini.
Un inasprimento gravissimo della crisi, i cui margini per una soluzione diplomatica appaiono ormai sempre più labili, anche se non chiusi. Ed un conflitto generalizzato in Somalia avrebbe un effetto domino in tutto il Corno d'Africa, a partire da una ripresa del confronto bellico tra Etiopia ed Eritrea. Intanto, oltre ai bombardamenti, ci sono stati anche oggi, per il sesto giorno consecutivo, scontri diretti tra truppe governative e loro alleati etiopici (senza i cui uomini il governo sarebbe stato spazzato via da tempo), e milizie islamiche sia nel centro che nel sud del Paese: molto intensi quelli intorno a Baidoa. Governo ed Addis Abeba parlano di 500 islamici, tra cui numerosi eritrei, uccisi, e di nette vittorie. Anche gli islamici, però, dicono di aver prevalso.
24/12/2006 Etiopia e Somalia sono in guerra
Caccia etiopici hanno bombardato oggi almeno quattro località strategiche della Somalia controllate dagli integralisti islamici. Due lungo l'asse Mogadiscio (in mano alle Corti, come buona parte del Paese)-Baidoa (sede provvisoria del governo di transizione), e due nell'est e nord-est, ai confini con l'Etiopia. Ci sono state alcune vittime. Ciò mentre il governo di Addis Abeba dichiarava di aver avviato una "controffensiva" contro gli islamici somali.
Una prima - ma politicamente rilevante - ammissione di partecipazione diretta al conflitto: finora ufficialmente negata, anche se evidente quanto massiccia: tra i 15mila ed i 20mila uomini. Un inasprimento gravissimo della crisi, i cui margini per una soluzione diplomatica appaiono ormai sempre più labili, anche se non chiusi. Ed un conflitto generalizzato in Somalia avrebbe un effetto domino in tutto il Corno d'Africa, a partire da una ripresa del confronto bellico tra Etiopia ed Eritrea.
Intanto, oltre ai bombardamenti, ci sono stati anche oggi, per il sesto giorno consecutivo, scontri diretti tra truppe governative e loro alleati etiopici (senza i cui uomini il governo sarebbe stato spazzato via da tempo), e milizie islamiche sia nel centro che nel sud del Paese: molto intensi quelli intorno a Baidoa. Governo ed Addis Abeba parlano di 500 islamici, tra cui numerosi eritrei, uccisi, e di nette vittorie. Anche gli islamici, però, dicono di aver prevalso.
24/12/2006 L'Etiopia scatena la guerra contro gli islamici somali
Le forze etiopi, impegnate a difendere il governo somalo ad interim nella cittadina di Baidoa, hanno sferrato oggi attacchi aerei contro i combattenti islamici nel Paese, riferiscono testimoni. Il ministro dell'Informazione etiope, Berhan Hailu, ha detto che l'operazione si è concentrata su diversi fronti, tra cui Dinsoor, Bandiradley e Baladwayne e la cittadina di Buur Hakaba, vicino alla sede del governo di Baidoa, nel centro-sud del paese.
E' la prima volta che si fa ricorso a raid aerei e che l'Etiopia ammette pubblicamente il suo coinvolgimento in Somalia, il cui governo provvisorio è circondato da combattenti pesantemente armati del Consiglio delle corti islamiche somale (Sicc). Intanto le forze somale filogovernative hanno ucciso 500 uomini delle truppe islamiste, per lo più eritree, in due giorni di pesanti battaglie, ha detto oggi l'ambasciatore somalo in Etiopia.
"Dopo una pazienza eccessiva, il governo etiope ha preso misure di autodifesa e ha iniziato a contrattaccare le forze estremiste aggressive delle Corti Islamiche e gruppi di terroristi stranieri", ha detto Berhan a Reuters. I diplomatici temono che l'annuncio di Addis Abeba circa il proprio coinvolgimento in Somalia intensifichi il conflitto nel Corno d'Africa, e possa attirare jihadisti stranieri decisi a rispondere all'appello islamista a una guerra santa contro l'Etiopia, a guida cristiana, e dare il via ad attacchi suicidi nell'Africa orientale. Berhan non ha fornito dettagli, ma alcuni testimoni dicono che aerei da guerra etiopi hanno sganciato bombe e lanciato missili su due aree mentre i combattimenti tra islamisti e forze filo-governative sono al sesto giorno.
Abdirashid Hassan, un abitante di una zona vicina agli scontri, ha detto di avere visto aerei sganciare bombe alla periferia di Baladwayne, 300 chilometri dalla capitale Mogadiscio . "Gli etiopi hanno iniziato a bombardare", ha detto al telefono. Un altro testimone, l'uomo d'affari Farah Osman, ha detto che due jet etiopi hanno sparato missili alla periferia di Bandiradley, 700 chilometri a nord di Mogadiscio. Gli islamisti hanno preso il potere a Mogadiscio e in vaste porzioni della Somalia meridionale nel giugno scorso, sfidando il governo provvisorio, appoggiato anche dall'Occidente, che cerca di ripristinare la sua sovranità su tutto il territorio per la prima volta da quando il dittatore Siad Barre è stato rovesciato nel 1991.
24/12/2006 In Somalia è guerra: L'Etiopia contrattacca e bombarda
L'Etiopia entra nel conflitto somalo: Addis Abeba stamani ha ufficialmente dichiarato di aver lanciato una "controffensiva" contro gli estremisti islamici somali, cioé le milizie della Corti islamiche, che da sei giorni hanno ripreso i combattimenti con le truppe fedeli al governo di Baidoa. Aerei da caccia etiopici etiopici hanno bombardato oggi almeno un importante centro somalo presso i confini dell'Etiopia, Beret Wejne.
Secondo numerose testimonianze, anche altre località sono state bombardate. Già due settimane fa il parlamento etiopico aveva autorizzato azioni di guerra senza necessità di preavviso in Somalia, lì dove ciò fosse richiesto dalla difesa di interessi nazionali. Si tratta comunque di un'accelerazione molto grave della situazione, iniziata politicamente ieri con l'appello delle Corti islamiche ai "mujaheddin" (combattenti musulmani) di tutto il mondo perché giungessero in loro soccorso contro "l'invasore etiopico".
Affermazione, questa, a cui Addis Abeba, che appoggia in massa con uomini e mezzi il governo ufficiale somalo, che altrimenti sarebbe già stato spazzato via, aveva subito replicato dicendo che era la prova che gli islamici somali sono guidati da estremisti, ed eterodiretti da al Qaida. Intanto, da quasi sei giorni, i combattimenti si susseguono senza sosta. Nel sud e nel Centro, anche nei pressi di Baidoa, sede provvisoria delle istituzioni somale. Sia governativi che Corti proclamano di stare vincendo, ma la situazione sul campo appare di stallo, malgrado l'impegno in massa dei tank etiopici. Ma l'aviazione può fare la differenza; e allora sarebbe guerra totale: non solo in Somalia, si teme, ma con preoccupante effetto-domino regionale.
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