“Abbiamo scoperto la bomba più terrificante della storia
dell’umanità. Potrebbe avverarsi la distruzione col fuoco
profetizzata nell'era della Valle dell'Eufrate, dopo Noè e la sua
arca favolosa. […] Quest’arma dovrà essere usata contro il
Giappone […] Verrà utilizzata in modo che gli obiettivi siano
militari, soldati e marinai e non donne e bambini. Sebbene i
giapponesi siano selvaggi, crudeli e spietati, noi, come leader
mondiali del benessere comune non possiamo lanciare quella
terribile bomba sulla vecchia o sulla nuova capitale […]
L'obiettivo sarà puramente militare […] Sembra la cosa più
terribile mai scoperta, ma si può fare in modo che diventi la più
utile.”
(dal diario del Presidente Harry Truman, 25 luglio 1945)
“Il mondo avrà notato che la prima bomba atomica è stata sganciata
sulla base militare di Hiroshima, poiché in questo primo attacco
volevamo evitare, per quanto possibile, l’uccisione di civili.”
(Discorso alla nazione del Presidente Truman, 9 agosto 1945)
[Nota: la prima bomba fu sganciata su Hiroshima il 6 agosto 1945,
la seconda su Nagasaki il 9 agosto, lo stesso giorno del discorso
di Truman]
Da quando la prima atomica è stata sganciata su Hiroshima,
l’umanità non è mai stata così vicina all’indicibile: un olocausto
nucleare in grado di coinvolgere con la sua ricaduta radioattiva,
gran parte del Medio Oriente.
Tutte le precauzioni dell’era della Guerra Fredda, che avevano
classificato la bomba atomica come “arma da ultima risorsa” sono
state dimenticate. Azioni militari offensive che prevedono l’uso
di testate nucleari sono ora considerate come atti di
“autodifesa”.
Il confine fra armi nucleari tattiche e arsenali convenzionali è
diventato quasi impercettibile. La nuova dottrina nucleare
statunitense è basata su “una miscela di capacità offensive”.
Questa dottrina, applicata ad un possibile bombardamento aereo
all’Iran già pianificato dal Pentagono, prevede l’uso di armi
atomiche combinate con armi convenzionali.
Esattamente come nel caso della prima atomica, che secondo il
presidente Truman “fu sganciata sulla base militare di Hiroshima”,
le odierne “mini-atomiche” vengono presentate come armi “sicure
per la popolazione civile”.
Conosciuta negli ambienti ufficiali di Washington come "Joint
Publication 3-12", la nuova dottrina nucleare (Doctrine for
Joint Nuclear Operations) (DJNO, Dottrina per le
Operazioni Nucleari Congiunte, Marzo 2005) prevede di “integrare
attacchi nucleari e convenzionali”, sotto un Comando e Controllo
(C2) unico e “integrato”.
In questo documento, la pianificazione di una guerra viene
descritta come un processo di gestione decisionale, in cui
obiettivi strategici e militari devono essere raggiunti attraverso
l’uso di una serie di strumenti, con un’attenzione minima alle
conseguenti perdite di vite umane.
La pianificazione militare si concentra sul “più efficiente uso
della forza”, come ad esempio una disposizione ottimale dei
diversi sistemi offensivi, per raggiungere obiettivi militari. In
un contesto di questo tipo, armi nucleari e convenzionali vengono
considerate tutte come facenti parte di una “cassetta degli
attrezzi”, dalla quale i comandi militari possono scegliere e
prelevare lo strumento che ritengono adatto alle “circostanze in
evoluzione” di un teatro di guerra. (Nessuna di queste armi della
“cassetta degli attrezzi” del Pentagono, incluse bombe
distruggi-bunker, bombe a grappolo, mini-atomiche, armi chimiche e
biologiche, viene mai classificata come “arma di distruzione di
massa” quando è usata dagli Stati Uniti d’America o dai loro
alleati.)
L’obiettivo dichiarato è quello di:
“assicurare un più efficiente uso della forza e fornire ai
comandanti una gamma più ampia possibile di opzioni offensive [sia
nucleari che convenzionali] per fronteggiare eventualità
improvvise. L’integrazione fra attacchi nucleari e convenzionali è
dunque cruciale per il successo di qualsiasi strategia
dettagliata. Questa integrazione assicurerà una ottimale
individuazione degli obiettivi, danni collaterali minimi e una
ridotta probabilità di escalation.”
Questa dottrina ribalta completamente concetti e realtà. Riesce
non solo a negare il devastante impatto delle armi atomiche, ma
afferma in totale sicurezza che tali armi sono “sicure”, e che il
loro uso in battaglia assicura “danni collaterali minimi e una
ridotta probabilità di escalation”. La questione della pioggia
radioattiva viene appena sfiorata solo nell’ambito delle armi
nucleari tattiche. Questi principi di base che descrivono
l’atomica come “sicura per i civili” creano un consenso negli
ambienti militari, fornendo alibi rilevanti ai comandanti nelle
zone di guerra.
Azioni "Difensive" e "Offensive"
Mentre il Nuclear Posture Review (NPR, Riesame della
Politica Nucleare) del 2001allestisce i preparativi per un attacco
nucleare preventivo in Medio Oriente, in particolare contro
l’Iran,
la DJNO
fa un ulteriore passo avanti nel processo di eliminazione del
confine fra azione militare “offensiva” e “difensiva”:
“La nuova triade offre una sintesi di capacità strategica
offensiva e difensiva, che include attacchi nucleari e
non-nucleari, difesa attiva e passiva, ricerca e sviluppo intensi
e solide infrastrutture industriali che sviluppino, costruiscano e
mantengano forze offensive e sistemi difensivi…”
(Ibid) (in corsivo sono indicati i passaggi chiave)
Tuttavia questa nuova dottrina va oltre le azioni di “autodifesa
preventiva”, e richiede “azioni anticipate” con armi nucleari nei
confronti di “stati canaglia” che si suppone stiano preparando
armi di distruzione di massa per un futuro indefinito:
Un piano di sicurezza responsabile richiede una preparazione per
minacce possibili, sebbene forse oggi improbabili. Le lezioni di
storia militare sono chiare: i conflitti imprevedibili e
irrazionali accadono. Le forze militari devono prepararsi a
neutralizzare armi e minacce che già esistono o che esisteranno in
futuro, anche se in quel momento non si prevede alcun probabile
scenario di guerra. Per scoraggiare ulteriormente l’uso di armi di
distruzione di massa (ADM), è essenziale che le forze armate
statunitensi si preparino all’uso di armi atomiche, e che siano
determinate ad impiegarle se ciò è necessario per prevenire o per
reagire all’uso di armi di distruzione di massa.”
Le atomiche servirebbero dunque per prevenire un inesistente piano
di ADM (come quello dell’Iran, ad esempio), prima ancora che esso
venga sviluppato. Questa contorta esposizione va oltre le premesse
dell’NPR del 2001, il quale stabilisce che gli USA possono
rispondere con armi nucleari se vengono attaccati con ADM:
“Gli Stati Uniti rendono noto che si riservano il diritto di
rispondere con forze schiaccianti – incluse armi atomiche –
all’uso di armi di distruzione di massa contro gli Stati Uniti, le
nostre truppe all’estero, i nostri amici e i nostri alleati.”
"Integrazione" fra Piani di Guerra Nucleare e Convenzionale
La DJNO
sottolinea le procedure che regolano l’uso di armi nucleari e la
natura delle relazioni fra le operazioni di guerra nucleari e
convenzionali.
La DJNO
stabilisce che: “L’uso di armi atomiche in un teatro di guerra
richiede la massima integrazione possibile fra i piani nucleari e
convenzionali.”
Le implicazione di questa cosiddetta “integrazione” sono
facilmente intuibili, perché una volta che il comandante in capo,
vale a dire il presidente degli Stati Uniti, abbia preso la
decisione di lanciare un attacco combinato convenzionale-nucleare,
c’è il rischio che vengano usate armi nucleari tattiche senza che
ci sia la necessità di un’ulteriore autorizzazione da parte del
presidente. A questo riguardo, le procedure esecutive relative
alle armi atomiche sotto la giurisdizione dei comandanti sul
posto, vengono descritte come “flessibili e pronte a rapidi
cambiamenti”:
“I comandanti sono responsabili della definizione degli
obiettivi e dello sviluppo dei piani nucleari richiesti per il
raggiungimento dei suddetti obiettivi. Il Comando Strategico
(identificato con la sigla USSTRATCOM) ha il compito di fornire
piani dettagliati adatti a ciò che richiede la situazione
contingente. Un’opzione strategica nucleare segue un Piano di
Operazione Congiunta e procedure esecutive prestabilite, in modo
da formulare e mettere in pratica una reazione efficace nei tempi
concessi dalla crisi […]
Dato che non può esistere un’opzione per qualunque scenario, i
comandanti devono avere la possibilità di pianificare rapidamente
azioni di crisi e poi eseguirle. Questa pianificazione fornisce
loro la capacità di sviluppare nuove opzioni, o di modificare
quelle già esistenti, quando le opzioni correnti vengono giudicate
inappropriate
[…]
Il comando, il controllo e la coordinazione devono essere
sufficientemente flessibili da permettere ai comandanti di colpire
obiettivi in movimento, come ad esempio le piattaforme
lanciamissili semoventi.
Operazioni in Teatro Nucleare (TNO)
Mentre per scatenare una guerra nucleare l’autorizzazione del
presidente è richiesta formalmente, le Operazioni in Teatro
Nucleare sarebbero responsabilità dei comandanti, che avrebbero il
mandato non solo di eseguire, ma anche di formulare ordini
relativi all’uso delle armi atomiche.
Non dobbiamo più fare i conti con il “rischio di un accidentale
lancio nucleare”, come faceva notare l’ex Segretario della Difesa
Robert S. McNamara, ma con un processo decisionale che
concede ai comandi militari, dal presidente fino ai comandanti
operativi, il potere discrezionale nell’uso delle armi atomiche.
Oltretutto, poiché queste “piccole” armi nucleari tattiche sono
state riclassificate dal Pentagono come “sicure per i civili” e
quindi “con minimo rischio di danni collaterali”, non esistono più
restrizioni che possano limitarne l’utilizzo.
Una volta presa la decisione di iniziare un’operazione militare
(ad esempio un attacco aereo sull’Iran), i comandanti operativi
hanno una certa libertà d’azione. In pratica ciò significa che,
dopo la decisione del presidente, il comando strategico, in
cooperazione con i comandanti operativi, può decidere i bersagli e
il tipo di armamenti da utilizzare. Le armi nucleari tattiche in
possesso degli statunitensi sono oramai considerate parte
integrante dell’arsenale militare, dunque in altre parole sono
“parte della cassetta degli attrezzi” usata nei teatri di guerra
convenzionali.
Attacco
Aereo Pianificato all’Iran
Un piano operativo per scatenare un attacco aereo sull’Iran è
pronto fin dal giugno del 2005. Gli armamenti necessari per dare
il via all’operazione sono già stati schierati.
Il vicepresidente Dick Cheney ha dato ordine al comando
strategico di preparare un “piano di contingenza” che “includa un
attacco aereo all’Iran su vasta scala impiegando sia armi
convenzionali che testate nucleari tattiche”. Il comando
strategico statunitense avrebbe il compito di supervisionare e
coordinare lo schieramento e di dare il via alle operazioni
militari.
Nel gennaio del 2005 è stato messo in atto un significativo
cambiamento nel mandato dell’USSTRATCOM, il quale è stato
definito come “il principale comando per l’integrazione e la
sincronizzazione degli sforzi da parte del Dipartimento della
Difesa nel combattere le armi di distruzione di massa”. Per
rendere effettivo il nuovo mandato è stata creata una nuova unità
di comando chiamata Joint Functional Component Command Space
and Global Strike (o JFCCSGS, Comando Componenti
Funzionali Congiunti per Attacchi Spaziali e Globali).
Sorvegliato dall’USSTRATCOM, il JFCCSGS sarebbe responsabile delle
operazioni militari che prevedano “l’utilizzo di armi nucleari o
convenzionali” in conformità con la nuova dottrina nucleare
dell’amministrazione Bush. Entrambe le categorie di
armamenti verrebbero integrate in ”un’operazione di attacco
congiunto” sotto un unico Comando e Controllo.
Scrivono Robert S.Norris e Hans M.Kristensen, sul
Bollettino degli Scienziati Atomici: "Il Dipartimento della
Difesa sta aggiornando i suoi piani di attacco nucleare per
uniformarsi alle direttive di questa amministrazione, e per
adeguarsi alla transizione della strategia di guerra, passata
dall’unico grande Piano Integrato dei tempi della Guerra Fredda ad
una categoria di piani d’attacco più piccoli e flessibili pensati
per contrastare nemici giornalieri. Il nuovo piano strategico
centrale è conosciuto come OPLAN (Operations Plan)
8044 […] Questo piano riveduto e dettagliato fornisce
opzioni molto più flessibili per proteggere gli alleati e per
dissuadere, scoraggiare e, se necessario, distruggere gli
avversari in un ampio raggio di possibili eventi […].” (segue)
Parte I
Parte II
Parte III
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