L'esercitazione "Vigilant Shield"
simulerà un conflitto nucleare con Russia e Corea del Nord
Dal 4 al 14 dicembre si svolgerà il più grande “war game” annuale delle
forze armate Usa: il “Vigilant Shield”, Scudo di Vigilanza.
Si tratta di una costosissima esercitazione militare su scala planetaria che
coinvolge tutti i comandi statunitensi: il Centrale, lo Strategico, il Nord,
il Sud e il Pacifico. Per dieci giorni, migliaia di militari Usa sparsi per
tutto il globo simuleranno operazioni e manovre di guerra navale, aerea e
missilistica, secondo uno scenario che scandirà, giorno per giorno,
l’evoluzione di un conflitto nucleare tra Stati Uniti da una parte e Russia
e Corea del Nord (con Cina sullo sfondo) dall’altra. Un conflitto scatenato
dall’aggravarsi delle crisi nucleari iraniana e nordcoreana.
I paesi nemici non sono esplicitamente citati, ma indicati con nomi di
facile decifrazione: Irmingham (Iran), Nemazee (Nord Corea), Ruebek (Russia)
e Churya (China).
“Una cosa particolarmente stupida, un enorme spreco di denaro pubblico e un
insulto alla nazione”, l’ha definito il Washigton Post, pubblicando i
dettagli dell’esercitazione.
Missile nucelare Uno scenario inquietante. Tutto inizia con il precipitare
della crisi scatenata dal programma di arricchimento dell’uranio messo in
atto dal paese mediorientale di Irmingham. Il paese eurasiatico di Ruebek
cerca di mediare nella crisi tra Stati Uniti e Irmingham, ma segretamente
sostiene il programma nucleare di quest’ultimo.
Parallelamente, il paese asiatico di Nemazee, con il sostegno della potenza
di Churya, continua a sviluppare il suo arsenale nucleare e missilistico con
test che il Pentagono non riesce più a distinguere da veri e propri
preparativi per lanci di missili a testata nucleare.
In questo clima, mentre la diplomazia internazionale è al lavoro, Ruebek,
temendo un’azione militare preventiva Usa contro l’ Irmingham, dispiega a
scopo dissuasivo la sua flotta di sommergibili nel Pacifico. La tensione tra
Usa e Ruebek sale alle stelle: le rispettive ambasciate vengono chiuse e il
personale diplomatico richiamato in patria. La Nato cerca di mediare, ma
Ruebek inizia i preparativi di guerra con il sostegno di Churya.
Esposione nucleare Cinque giorni di guerra nucleare. Il presidente Usa, in
un discorso alla nazione, mette in guardia il Paese sui possibili esiti
della crisi in corso e annuncia l’adozione del Piano di Continuità di
Governo (il suo trasferimento nei bunker anti-atomici di Cheyenne Mountain e
Raven Rock), motivandolo con minacce di attacchi terroristici al Pentagono.
Il 10 dicembre, scatta l’ora x.
Ruebek lancia un attacco aereo contro le difese antimissilistiche Usa,
seguito dal lancio di quattro missili intercontinentali con testata nucleare
che colpiscono i rifugi sotterranei del governo, senza però distruggerli.
Anche Nemazee lancia un paio di missili nucleari contro gli Stati Uniti.
Nessuna città statunitense viene colpita, ma i “terroristi” (con sospetto
tempismo) fanno esplodere una bomba nucleare “sporca” al Pentagono,
uccidendo 6mila persone. Ma questo non ostacola le capacità difensive Usa,
che infatti contrattaccano lanciando due missili nucleari contro Ruebek
annullando la sua capacità offensiva. Così, il 14 dicembre, la guerra
finisce. Con quanti morti, lo scenario non lo dice.
Enrico Piovesana
Fonte:
www.peacereporter.net
Link:
http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=0&idart=6465
12.10.06
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