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09/10/2006 Noi stiamo con Anna (Marco Fratoddi, www.lanuovaecologia.it)

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    La morte di Anna Politkovsakya ci sconvolge. Noi vogliamo soltanto dire che stiamo dalla sua parte anche ora che i suoi articoli non si possono più leggere. E ricordare come la verità, specialmente quella scomoda, acquisti un significato ancora più forte quando viene negata con la violenza
     

    La morte di Anna Politkovsakya ci sconvolge. Non è ammissibile che in un paese democratico, come oggi vuole definirsi la Russia, una giornalista venga assassinata con quattro colpi di pistola. Specialmente se ha avuto il coraggio di prendere la parola, come lei aveva fatto a più riprese negli ultimi anni, contro il suo governo per denunciare gli orrori perpetrati dall’esercito federale in Cecenia.

    Da più parti, nelle ultime ore, si sono levati i sospetti sui mandanti di questo assassinio che riporta il paese indietro di molti decenni, all’epoca più oscura della sua storia, quando la libertà di stampa era una chimera. I suoi colleghi hanno fatto sapere che avrebbe dovuto consegnare, proprio in queste ore, un’inchiesta sulla tortura a Grozny e dintorni. E sul sito web della sua rivista, la Novaia Gazeta, compare adesso una grande foto con il suo ritratto insieme ad un servizio che avanza due ipotesi: «Una vendetta di Kadirov per quello che lei aveva scritto e continuava a scrivere su di lui, o l'azione di chi voleva addossare al premier ceceno l'omicidio per impedirgli di arrivare alla presidenza della Cecenia».

    Chissà. Noi vogliamo soltanto dire che stiamo con Anna, dalla sua parte, anche ora che i suoi articoli non si possono più leggere, in Italia, sulla rivista Internazionale. E ricordare come la verità, specialmente quella scomoda, acquisti un significato ancora più forte quando viene negata con la violenza

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  • 07/10/2006 Archivio Politkovskaja
    Comunque il giorno fatidico è arrivato e la giornalista Anna...


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