In un boato silenzioso è iniziata la guerra più spietata e sporca che
sia mai esistita, senza che sia stato davvero chiarito cosa abbia dato
scatenato il primo attacco. Lo scoppio di una guerra in una zona così
critica e problematica dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, che i
diplomatici e i governi delle Potenze globali non sono all'altezza di
affrontare una vera crisi internazionale, perché vanno a scontrarsi con
una realtà che non potranno mai capire. Sono paesi questi, in guerra da
un'eternità, vivono in una tale precarietà, affrontando crisi
energetiche e di sussistenza che se si ripetessero nelle nostre evolute
società, si creerebbero dal nulla sterminate fosse comuni. Non
conosciamo questa guerra, né la sua storia, e nonostante tutto ci
arroghiamo il diritto di interferire con essa, senza sapere che siamo
stati proprio noi a volere quell'eterno odio e a far sì che si
mantenesse sempre vivo in questi anni.
Assistiamo ora all'autodistruzione dei popoli del medioriente, che si
stanno lacerando e divorando a vicenda per sopravvivere, solo perché ciò
consente alle lobbies bancarie di garantire che il sistema finanziario
non imploda su se stesso, rivelando così la grande truffa che lo regge.
La pericolosa miccia del conflitto israelo-palestinese è destinato così
ad espandersi in tutto il Medioriente, coinvolgendo direttamente o
indirettamente i paesi arabi, la Russia e la Cina. Infatti, nonostante
sia stato riportato all'attenzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu
il dossier dell'Iran, le due potenze non hanno confermato la loro
precedente posizione contraria a qualsiasi tipo di sanzione per il
mancato rispetto della risoluzione: evidentemente la guerra si è
spostata dall'Iran verso il Libano.
Se non sono state chiarite le cause dell'attacco è perché a questa
guerra ha senz'altro contribuito la comunità internazionale,
personificata dall'Onu o da altri organismi sovranazionali, che hanno
fomentato odi e esasperato le già precarie condizioni di vita dei popoli
palestinesi, hanno permesso che si erigesse un muro per aizzare il
fondamentalismo, hanno tolto l'acqua ai popoli arabi.
Questa
guerra infatti viene combattuta per l'oro blu, per
l'accaparramento delle scarse risorse idriche del Medioriente, che sono
controllate attualmente dalla Cisgiordania, il pozzo di Israele, e dalla
Turchia. Questa, in particolare, rappresenta la superpotenza dell'acqua
nel Medioriente, in quanto con le sue dighe in Anatolia, tra cui la
Diga Ataturk, controlla il flusso
dei fiumi nella Mesopotamia, e ha da poco tempo avviato un progetto per
la costruzione di ben venti dighe e altrettante centrali idroelettriche.
Per tale motivo possiamo far risalire la data dello scoppio del
conflitto al momento il cui il governo Cisgiordano tentò di deviare il
corso del fiume Giordano, la cui portata viene aatualmente sfruttata per
il 60% da Israele nonostante solo il 3% attraversi il suo territorio.
Nel 1993 gli accordi di Oslo hanno assicurato ad Israele il controllo
dell'acqua della Cisgiordania, mentre ai palestinesi è stato consentito
di scavare un numero limitato di pozzi, che prendano acqua dalle falde
possedute da Israele.

A
questo occorre aggiungere che la maggior parte dei pozzi della striscia
di Gaza si stanno prosciugando, obbligando il popolo palestinese a
comprare l'acqua dissalata dai ricchi paesi petrolieri dell'Arabia. Il
risultato è ovviamente che i palestinesi possono vedersi privare
dell'acqua, già data con il contagocce, e dei mezzi di sussistenza da un
momento all'altro, nel pieno rispetto degli accordi internazionali. Ora,
in un periodo di piena crisi ed emergenza idrica data la volontà della
Turchia di vendere l'acqua ad altri partner, il Libano potrebbe fornire
ad Israele le acque del fiume Hasbani.
La guerra per l'acqua, significa guerra per la sopravvivenza, e chi
manovra i fili dall'esterno questo lo sa benissimo, e sfrutta a proprio
vantaggio tale situazione di debolezza.
Ancora una volta dunque l'operato dell'Onu va ad insinuare il verme
dell'odio: la sete e la disperazione sono le armi più subdole e
aberranti che possano essere utilizzate contro un popolo reso povero per
volere delle potenze occidentali. Ma tutto questo è storia già vissuta,
essendo molto simile a quanto è stato fatto alla Jugoslavia. L'Onu
allora scortò e protesse i combattenti Mujaidin che giunsero da tutto il
mondo musulmano per difendere i fratelli in una Guerra Santa. Quando poi
cominciarono a tagliare la gola a cittadini civili serbi, si disse che i
Serbi erano macellai, sbucando poi, una dopo l'altra, decine di fosse
comuni, forse lì da decenni per via della secolare pulizia etnica che
viene fatta nei Balcani. Hanno scatenato un inferno che ha portato la
distruzione di un'economia e di un popolo, ora già si paventa l'ipotesi
di un probabile omicidio del Presidente Milosevic, dato che nessuna
reale prova era stata prodotta sino allora.
Questa guerra è già iniziata da tempo, e siamo stati noi ad attaccare, e
ora la più piccola azione che verrà fatta sarà ampliata e ingigantita
dai mass media per dare l'idea del conflitto globale come grande
spettacolo. Le basi ora sono tutte in massima allerta e, allo stato
attuale potremmo assistere a qualche eclatante inaspettato evento, come
ad esempio qualche azione in Francia. Il motivo potrebbe essere il fatto
che l'America e le lobbies bancarie sono fortemente interessati
all'entrata in Europa della Turchia. Questo potrebbe portare ad una
islamizzazione della Francia, il che complicherebbe totalmente la
situazione. Tale rischio è attuale e non è certo sfuggito a coloro che
hanno investito i propri soldi nella Francia. Il fatto che Eurotunnel si
trovi ora sull'orlo del fallimento, conferma ancor più i sospetti si una
vera e propria fuga dei capitali dalla società transalpina, perché
evidemente l'affare è divenuto rischioso, e tutti sanno benissimo che
qualcosa accadrà.[ vedi
I possibili attentati ]
Abbiamo da tempo dimostrato e parlato di questo pericolo, che è stato
solo posticipato alla chiusura dei Mondiali: ora come è ora ogni singolo
dettaglio ci riporta alla mente la minaccia di una guerra che può essere
globale, senza lasciar alcun spiraglio di pace.
Questa in realtà è solo una grande sceneggiata, la cui fine non si
intravede ma gli attori sono talmente impazziti che potrebbe davvero
precipitare la situazione in una trappola senza uscita. Insomma, chi
sono i nostri giudici, quelli che in questo momento dovrebbero
difenderci? Ma se non sono riusciti a fare un equo processo a Milosevic
senza ammazzarlo con continui sabotaggi, cosa possiamo aspettare da
loro? Carla del Ponte è un giudice fallito e dovrebbe in realtà tornare
a fare la casalinga; i loro fondi dovrebbero essere congelati e i loro
beni espropriati, e tutto questo comunque non basterebbe a ripagare del
grande male che hanno fatto. Allora sarebbe meglio che Prodi ci faccia
capire dove sta portando l'Italia perchè vogliamo sapere se dobbiamo
continuare a mandare i nostri eserciti a combattere per l'Eni o le
Banche, per poi regalare medaglie d'oro al valore, e un funerale di
Stato, dimenticando però quei militari che hanno chiesto il risarcimento
e le cure per i danni provocati dall'Uranio impoverito. Per quello che
hanno visto e poi hanno chiesto sono stati trattati additati, usati e
poi gettati via come se fossero merce di scambio.
Questo è il fallimento degli organismi internazionali, dei governi che
cooperano per lo sviluppo e la pace, dell'Europa nata per l'unione dei
popoli, dell'Onu, che probabilmente non è mai esistita come Unione delle
Nazioni. Come ha dichiarato da tempo il Presidente Chavez, anche se la
sua voce non è stata ascoltata, è giunto il momento di prendere
coscienza delle profonde responsabilità della nostra politica estera.
Occorre ora sedersi di nuovo intorno ad una tavola rotonda e riscrivere
i Patti di Bretton Woods, basato sul concetto di "controvalore della
moneta" imperniato sulle reali risorse e potenzialità di crescita di uno
Stato