Il 19 giugno, migliaia di funzionari dell’amministrazione e di 50
agenzie federali saluteranno le famiglie, riempiranno una valigetta secondo le
istruzioni (obbligatori torcia elettrica, una confezione di detersivo e due
asciugamani) e si dirigeranno verso i bunker pre-determinati: comincerà così la
più grande esercitazione mai condotta di «continuity of government» - volta ad
assicurare l’ininterrotta gestione del potere sotto attacco terroristico e
nucleare (1).
Un indizio in più che un attentato «islamico», così necessario per giustificare
l’aggressione all’Iran, si starebbe avvicinando.
L’esercitazione (Forward Challenge 2006) va compresa nel quadro di un
ampliamento straordinario di procedure risalenti agli anni ‘50, quando la
presidenza Truman approntò una serie di rifugi dove il governo americano avrebbe
continuato ad operare sotto attacco atomico.
Le viscere rocciose di Mount Weather, sulle alture del Blue Ridge in Virginia,
furono scavate per ricavarne immensi bunker attrezzati con apparati di
sopravvivenza e comunicazione, dove avrebbero trovato riparo la maggior parte
delle agenzie e dei ministeri.
Per il Congresso fu approntato nel West Virginia un hotel apposito, il
Greenbrier, sotto il quale fu costruita tutta una rete di cunicoli e rifugi
corazzati.
Gli Stati Maggiori riuniti si sarebbero rifugiati nel sottosuolo granitico di
Raven Rock, o Sito R, presso Camp David.
Subito dopo l’11 settembre la Casa Bianca ha rispolverato il piano
imprimendogli un significato più allarmante.
Dapprima, ordinando ad un centinaio di funzionari del più alto livello di vivere
e lavorare a rotazione fuori Washington in località segrete, pronti a subentrare
al governo in caso di emergenza, irreperibilità o impossibilità del presidente.
Poi, a poco a poco, tutte quante le funzioni di governo sono state coinvolte:
dal dipartimento dell’Istruzione all’agenzia per le piccole industrie, dagli
archivi nazionali fino all’ufficio-brevetti e al controllo e registro
passaporti.
Insomma non più un apparato leggero per emergenze passeggere, ma l’intero
governo e la normale amministrazione diventano segreti e operano dai bunker.
Uno scenario da colpo di Stato permanente.
E infatti la FEMA , la protezione civile USA, ha discretamente addestrato i
pastori e i rappresentanti religiosi ad agire come «pacificatori» della
popolazione in caso di «legge marziale, sequestro di armi nelle abitazioni,
quarantene, e rilocazione forzata delle comunità» (2).
Questo programma è in corso in varie località - si dice 13 mila parrocchie o
templi siano già stati preparati - da marzo.
La FEMAconsiglia fra l’altro i pastori di leggere ai fedeli, nell’ora X prossima
ventura, la Lettera ai Romani di san Paolo, 13, là dove viene detto ai cristiani
di obbedire a Cesare.
A che scopo, si può immaginare.
Inoltre, tutta una serie di eventi prodottisi negli ultimi giorni
sembrano puntare a costruire lo scenario per l’atteso mega-attentato.
-
I messaggi video dei fantomatici Osama bin Laden ed Al Zarkawi sono
diventati più frequenti. Nell’ultimo, «Bin Laden» rivendica l’attentato dell’11
settembre e di essere il mandante dei 19 terroristi suicidi. In singolare
coincidenza con l’apertura del congresso di Chicago, detto dei complottisti.
- In Gran Bretagna e Canada sono
stati appena «sventati due complotti terroristici» molto strillati dai media,
mentre i fatti reali sembrano assai meno allarmanti dei rapporti mediatici.
Probabile scopo, mettere nella testa della gente che un attacco è inevitabile.
- E difatti il 5 giugno la CBS
ha spiegato nei suoi TG, citando fonti anonime del governo, che
l’amministrazione «sarebbe sorpresa se un attacco terroristico non avvenisse
prima della fine dell’anno».
- A Washington il 28 maggio
«qualcuno» ha sentito colpi d’arma da fuoco nel parcheggio del Rayburn Building,
che è parte del Campidoglio. La notizia (poi appurata falsa) è stata l’occasione
di un allarmante dispiegamento di forze, dove torme di uomini armati in uniforme
nera dell’FBI hanno ordinato ai membri del parlamento (non i senatori) di
camminare in fila, con le mani sopra la testa, verso una destinazione «sicura»,
dove sono stati messi sotto chiave per diverse ore. Il tutto con contorno di
cani poliziotto, posti di blocco guardati da miliziani in giubbotto
anti-proiettile, controllo di documenti e passeggeri delle auto.
Un’esercitazione per uno stato d’assedio in piena regola, con arresto dei
rappresentanti popolari potenzialmente meno malleabili, quelli della Camera
Bassa.
- I sondaggi in ribasso
disastroso contro Bush - il 62% degli americani lo considera oggi «il peggior
presidente della storia» - possono accelerare i piani. Esiste un rapporto
segreto del novembre 2005, destinato ai soli membri del partito repubblicano, su
come salvare il partito dal disastro atteso per le elezioni di medio termine del
2006 e rinfrescare l’immagine di Bush come comandante in capo. In esso si
adombra un attentato per «validare» il presidente e «unire l’opinione pubblica»
attorno a lui, «come accadde l’11 settembre» (3).
- Vociferazioni di un possibile
attentato «islamico» a Berlino durante i mondiali di calcio corrono anche negli
ambienti USA. L’ex analista della CIA Ray McGovern ritiene che l’attacco
all’Iran come risposta all’attentato prossimo venturo sia già in programma per
fine giugno o luglio (4).
- Israele continua a ripetere
che l’Iran deve essere attaccato subito, il prima possibile.
Lo scenario è dunque pronto.
La Casa Bianca dichiarerà la legge marziale, lo stato d’emergenza permanente, e
governerà dai bunker segreti.
Dopo aver tolto ai cittadini le armi che custodiscono in casa, messo sottochiave
i parlamentari, spostato a forza parti della popolazione, condotto arresti
incontrollabili sotto emergenza e così via, con l’aiuto dei «pastori» predicanti
l’obbedienza al nuovo Cesare (la parodia di quello vero).
La storica libertà americana sarà abolita.
A dominare sarà una giunta autoritaria che si è data tutti i mezzi per comandare
senza seguito popolare.
E può darsi che un attentato risolutore avvenga, guarda caso, proprio mentre è
in corso l’esercitazione «Forward Challenge 2006».
Le esercitazioni del potere costituito, come si sa, hanno sempre accompagnato, o
sono sempre coincise, con i più sanguinosi e clamorosi «attentati islamici» in
Occidente.
Maurizio Blondet
Note
1) William M. Arkin, «Back to the bunker», washingtonpost.com,
4 giugno 2006. Fatto significativo, il Washington Post non pubblica questa
notizia nelle sue pagine a stampa, ma nel suo blog in rete. Anche il giornale
ufficiale fa un po’ di controinformazione.
2) Joseph Watson, «Secret FEMA plan to use pastors as pacifiers in
preparation of martial law», Prisonplanet, 24 maggio 2006.
3) Doug Thompson, «GOP memo touts new terror attack as a way to reverse party’s
decline», Capitol Hill Blues, newsletter, 12 novembre 2005.
4) Joseph Watson, «Former CIA analyst syas Iran strike set for june or july»,
PrisonPlanet, 1 giugno 2006
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