
In questo articolo sulla così detta “supremazia” statunitense andremo ad
esaminare alcuni fattori interni ed esterni ai quali si può attribuire questa
lenta e pare irreversibile deriva verso un abisso di quest’unica “superpotenza”.
Proviamo ad usare i “modelli di proiezione” storici del passato per paragonare
la dominazione globale degli Stati Uniti ad altri declini imperiali, al fine di
afferrare meglio il contesto attuale. Roma estendeva di conquista in conquista i
confini del suo vasto impero e poi pretendeva un “tributo” o una tassa dai
cittadini assoggettati. Era un compromesso ragionevole: i popoli assoggettati in
cambio di una tassa pro capite da pagare ai propri signori imperiali si
aggiudicavano i privilegi del diritto civile romano e la protezione dai barbari,
grazie alle potenti legioni dell'impero. Roma esportò anche la propria grandeur
culturale, straordinarie poesie, letteratura, architettura, che arricchivano le
periferie più esterne dell'Impero. Per contro gli Stati Uniti esportano “libertà
e democrazia”.
Decodificate queste due parole che sono comunemente associate all'idea di
completa libertà di espressione e movimento, nel contesto attuale significano
tutela da parte della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, in
forma di restituzione del debito. La libertà, sotto forma di accordi di libero
mercato, è esportata in tutto il globo e permette alle corporazioni di usurpare
le sovranità nazionali e di operare impunemente al di là delle “regole della
legge”, nel tentativo di raggiungere l'accesso ad un più grande mercato e di
costringere gli “stati bersaglio” a rinunciare a tutti i diritti sull'industria
nazionale in favore del controllo da parte delle multinazionali. Anche gli Stati
Uniti esportano la loro cultura sotto forma di gratificazioni istantanee come
video giochi e fast food, creando così una popolazione cronicamente malata e
sovrappeso su scala globale. Questo assomiglia ad una versione grottesca del
panis et circenses romano che distraeva cittadini e masse conquistate allo
stesso tempo. Gli Stati Uniti offrono ad una crescente polpolazione di
illetterati, carcerati o senzatetto, una breve distrazione dalla loro pietosa
esistenza, attarverso una realtà virtuale generata dal computer.
L'universalità del diritto romano ha portato alla repubblica moderna che oggi
chiamiamo Stati Uniti d'America. Purtroppo gli Stati Uniti (a differenza della
gloriosa Repubblica Imperiale Romana) oggi non sono in grado, o non vogliono
estendere “princìpi universali” all'estero come fecero dopo la seconda guerra
mondiale con tanto successo attraverso il piano Marshall per l'Europa. Si
limitano a proiettare la loro grandezza militare attraverso brevi esplosioni di
“colpisci e terrorizza” [shock and awe]. Pertanto il loro potere è deriso per il
fatto di essere semplicemente un’aggressione imperialista come direbbero quelli
di sinistra. Il risultato è che gli Stati Uniti non riescono a conquistare i
“cuori e le menti” degli indomiti in giro per il mondo. Possono bombardare
quelli che percepiscono come nemici, ma sembra non possano fare nulla per
garantire stabilità e prosperità dopo l'uso della forza militare come fecero in
Germania e Giappone nel dopoguerra. Infatti una nazione profondamente divisa non
è in grado di stabilire dei propositi comuni neppure all'interno dei propri
confini. Con questo intendo dire che non investe nella scuola pubblica per i
cittadini più poveri nè fornisce un servizio sanitario pubblico per i cittadini
più anziani nè rafforza i suoi confini. Questo è dovuto ad una presidenza che si
limita a promuovere un ordine del giorno per le corporation. a scapito del bene
della nazione, e ad un’amministrazione che invece sa e vuole condurre guerre, ma
che non è disposta a finanziarle aumentando le tasse, e che chiede a propri
giovani “l’estremo sacrificio” al fronte, mentre non è in grado di fornire
alloggio o pensioni decenti ai propri “eroi di guerra” in patria. Questa
situazionre insostenibile portò alla rivolta delle legioni imperiali di Roma.
Forse gli Stati Uniti dovrebbero fare di più per rendere “contente” le loro
truppe...?
I barbari alle porte:
Attuare una qualunque politica per fermare la decadenza della repubblica è
impedito anche dal divario politico che divide gli Stai Uniti... Le regioni
americane chiamate “Heartland”, “Bible belt”, “Rust belt” e “the elite and
effete Northeast” sono praticamente entità separate; regioni divise che
somigliano sempre più ad isole straniere all'interno di una federazione in cui
la corruzione e la frammentazione non fanno che aumentare. In aggiunta ci sono
gli “incroci etnici” che costituiscono la cittadinanza della repubblica
imperiale. Comunque, il “pentolone razziale” che sobbolliva di immigrati, sta
ora traboccando a causa della richiesta da parte dei latinoamericani di avere
accesso ad un’equa fetta dell’American pie [torta statunitense ndt.] e che
pretendono una maggiore attenzione politica, che sia proporzionata al loro peso
demografico. Nello stesso momento i loro parenti sul confine messicano tentano
di dirigersi a nord, alla ricerca del sempre inafferabile “Sogno Americano”. Il
sogno di un povero Messicano è un incubo per un altro allevatore dell'Arizona.
Gli stati di confine hanno creato una resistenza patriottica a questo assalto
mettendo miliziani armati a pattugliare il confine per cercare, stanare e spesso
distruggere lavoratori a giornata senza visto, e questo avviene con il benevolo
consenso della polizia di confine che è sottopagata e sfruttata. Come si possono
sistemare queste pressioni sul confine interno ed esterno mentre allo stesso
tempo si ingaggia una infinita “guerra al terrorismo” oltreoceano? Più a lungo
questa domanda rimarrà senza risposta, più velocemente gli Stati Uniti
scivoleranno nell'abisso.
E ora spostiamoci sul fronte estero degli Stati Uniti su scala globale. In
Afghanistan la guerra contro il terrorismo è stata combattuta senza sufficienti
truppe di terra. Lo stesso vale per l'Iraq. Le forze speciali statunitensi
cercano di vincere la “guerra al terrore” terrorizzando gli abitanti locali che
danno rifugio ai propri “combattenti per la libertà”. Brandire il bastone senza
appendere alcuna carota per la resistenza afgana, o per qualunque altra
opposizione armata durante la campagna di occupazione, non servirà a calmare le
crescenti rivolte negli stati poveri ed arretrati. La stessa cosa vale per
l'Iraq, dove si sta combattendo una delle guerre più costose della storia degli
Stati Uniti. Questa guerra impossibile da vincere sta prosciugando le casse
statunitensi al ritmo di oltre 250 miliardi di dollari all'anno. Strapazzare
bulletti come Saddam Hussein o calpestare “nanetti militari” in Medioriente non
farà mai guadagnare amicizie agli Stati Uniti né onore e nemmeno sederà la
crescente ribellione araba. Al contrario bombardare società semifeudali
facendole regredire “all'età della pietra” è un obiettivo militare futile non
lontano dalla follia più totale. Il bombardamento deve portare ad una veloce
ricostruzione, stabilità e coinvolgimento del nemico sconfitto negli accordi
post bellici. Nel caso dell'Iraq, una società decisamente più progredita di
quella afgana, gli Stati Uniti hanno cercato di pacificare la nazione con “shok
and awe”, cioè “colpisci e terrorizza”, seguito da una brutale occupazione.
Hanno cercato di mettere il carro davanti ai buoi abbozzando una costituzione in
uno stato ancora in guerra e sotto occupazione. Per quanto ancora gli Stati
uniti potranno finanziare un così dispendioso conflitto, benchè questo sia volto
a garantire l'accesso al pertolio del Golfo Persico? Sappiamo tutti che il
petrolio si sta esaurendo, nonostante ciò le strategie del Pentagono sono
ossessionate dal combattere guerre per possederlo, proprio mentre stiamo
entrando nell'era post petrolio... follia!
Inoltre l'America prende la maggiorparte del petrolio importato dall'Emisfero
Occidentale, da tre stati clienti: Messico, Canada e Venezuela. Non c'è bisogno
di spendere miliardi di dollari per pagare un'agenzia di intelligence per capire
che il Sud America sta diventando un problema crescente per Washington, è
chiaro. Ma cercare di ribaltare questi stati e i loro legittimi leader non
guadagnerà a Washington molte simpatie. Per adesso il Canada e il Messico stanno
traendo profitto dal boom delle espotrazioni di gas e pertolio ai loro vicini
staunitensi. Un blocco commerciale continentale all'interno del NAFTA (North
American Free Trade Agreement) è cruciale per l’autosufficienza energetica
statunitense. Paradossalmente gli Stati Uniti, che sono così fortemente
dipendenti dagli stretti legami coi loro partner nordamericani stanno
danneggiando i legami bilaterali con questi indispensabili alleati. Tensioni
commerciali, differenze riguardo alla guerra in Iraq, la militarizzazione dei
confini a nord e a sud hanno allontanato i “Tre Amigos”.
Il Canada e il Messico hanno un grande vantaggio sul loro vicino
petroldipendente: sono entrambi, rispetto alle risorse energetiche statunitensi,
autosufficienti. Queste risorse strategiche, benchè nazionalizzate nel caso del
Messico, poterbbero essere condivise a patto che gli Stati Uniti facciano dei
passi per andare incontro e non per alienare questi alleati. Il NAFTA può essre
mantenuto e integrato in un’unione di stile UE con una moneta comune, una comune
politica sull'immigrazione e flessibilità nello spostamento dei lavoratori. Ma
forse, allo stato attuale delle cose, questo è solo un sogno irrealizzabile.
Invece di corteggiare i suoi alleati nel Nord America, e la Francia e la
Germania in Europa, gli Stati Uniti si sono agganciati ad un “nano diplomatico”
o, come dice Brezinsky riferendosi alla Gran Bretagna, ad un “non attore” sulla
scena internazionale. Attenzione, amo la vecchia nebbiosa Inghilterra con la sua
selezione di birre corpose e le partite di cricket. Ma perchè gli Stati Uniti
hanno scelto l'Inghilterra come proprio alleato principale nella “guerra al
terrore”? La Gran Bretagna, non importa quanto affascinante possa apparire da
Washington, sta ancora soffrendo di complessi post imperialisti. E' diventata la
base europea delle cellule e delle reti terroristiche. Inoltre l'Inghilterra non
ha risorse economiche (ha rifiutato di unirsi all'Euro) e neppure la forza
militare per supportare le manovre militari statunitensi nonostante qualche
spettatore possa pensare il contrario guardando la CNN. Come il “topo che
ruggisce”, l'Inghilterra va alla guerra con un esercito fantoccio di terza mano
nei Balcani o contro l'Argentina in una guerra farsa per proteggere poche
dozzine di pecore al pascolo sulle isole spoglie e spazzate dal vento chiamate
Falkland. L'Inghilterra spera che alcune di queste passate glorie imperiali
possano essere trasmesse agli Stati Uniti e viceversa. E forse gli Stati Uniti
si identificano con la vecchia e trasandata “madrepatria” che avevano disdegnato
nella guerra di indipendenza. Ma questa nostalgia non vale un gran che
militarmente o diplomaticamente ai fini di vincere guerre imperialiste nel nome
di “libertà e democrazia”.
Peter Utrecht
Fonte: http://www.selvesandothers.org/
Link: http://www.selvesandothers.org/article13152.html
15.02.2006
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di AJRAM
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