
Si può comprendere
tutto, dallo stress psicofisico di un lavoro molto rischioso, dal pericolo
giornaliero che un carabiniere corre, ai personaggi poco raccomandabili che
incontrano, ma l’atto violento in sé, non si può giustificare in nessun modo:
manganellate, pugni, ginocchiate, come nella migliore tradizione statunitense.
Addirittura si vede un militare, di circa 120 chili, saltare di peso sullo
stomaco del disgraziato per terra…
Ma non è di questo che voglio parlare, anche se rientra a pieno titolo nella
strategia dello “scontro di civiltà”.
Questo accadimento, sul quale
mi auguro gli organi inquirenti faranno il loro compito, è avvenuto domenica 19
febbraio
2006 a
Sassuolo, verso le ore 10 di mattina. Le riprese effettuate dal telefonino di un
marocchino che ha assistito alla scena, vengono consegnate all’associazione
Giovani musulmani d’Italia con sede a Sassuolo, e dopo averlo pubblicato nel
sito si decidono di portarlo alla Digos della Questura di Reggio Emilia. Per una
settimana la notizia rimane nascosta nei meandri regionali (
La Gazzetta di Modena & C.), per poi finire nei canali
mediatici nazionali: Kataweb, Repubblica on-line e i vari tiggì nazionali, tra
cui il Tg5 di Rossella.
Qualcuno plaude la scelta
coraggiosa dei direttori di trasmettere il filmato, e qualcuno accusa invece
la Rai di stato di
non aver dato ampio risalto all’accaduto. A parte il fatto che non è corretto
parlare di coraggio ma, in questo caso, di propaganda; la cosa certa è che in un
periodo come questo, esaltare e fomentare ulteriormente l’odio tra musulmani e
occidente è molto pericoloso e va valutato con ponderazione.
Lo “scontro di civiltà”, ideato dal professor della Princeton University
Bernard Lewis e portato avanti da Samuel Huntington della Harvard
University, non ha mai raggiunto vette così alte, come in questo momento
storico, e basta analizzare attentamente ciò che sta accadendo per rendersene
conto.
Senza andare troppo indietro nel tempo, vediamo cos’è accaduto negli ultimi tre
mesi.
Stabiliamo come punto di
partenza la pubblicazione il 30 settembre 2005 delle dodici vignette da parte di
un quotidiano neocon danese (collegato con i personaggi di estrema destra
statunitensi), e rilanciate dai media (compiacenti al Sistema) dopo oltre tre
mesi, proprio quando - guarda caso - l’Iran viene deferito al Consiglio di
Sicurezza per l’idiozia delle armi nucleari, e Hamas stravince le elezioni in
Palestina…
Qui da noi l’ex ministro Calderoli scatena un putiferio, trascinatosi
pure in Libia, andando in giro per mamma-Rai con una maglietta in cui erano
stampate le vignette su Maometto. Mentre la seconda carica dello stato,
Marcello Pera, sottoscrive un manifesto che porta - secondo Bertinotti
- «al conflitto tra civiltà».[1]
D’altronde il Presidente del Senato non è estraneo a simili uscite,
estremamente strumentali. Ricordiamo le sue sparate sul multiculturalismo che «genera
apartheid, risentimenti e terroristi di seconda generazione», per non
parlare dell’apertura all’immigrazione in Europa che ci farebbe diventare «meticci»
(leggi articolo)
“Il Movimento Internazionale
per i Diritti civili” spiega per filo e per segno come «la
recente crociata lanciata dal presidente del Senato Marcello Pera in
presunta difesa dei valori occidentali, che solca le acque mosse dalla
provocazione del leghista Calderoli, si inquadra in una campagna
islamofobica paneuropea che è stata messa a punto da Bernard Lewis,
professore della Princeton University. Lewis, nato in Inghilterra è un prodotto
dell'Arab Bureau ed è uno dei massimi controllori di Benjamin Nethanyahu,
di cui è stato consigliere anche ufficialmente»
Questo Bernard
Lewis è stato spesso ospitato come relatore dalla fondazione presieduta da
Pera, assieme anche a Daniel Pipes un esperto di islamofobia nonché
dichiarato antiarabo.
Tutto questo
bailamme, ha ridestato perfino l’arzilla Fallaci, che afferma di voler preparare
pure lei delle vignette islamofobiche…
In Iraq salta in aria il
secondo luogo più sacro dei musulmani sciiti, la moschea Dorata di Samarra, per
opera di un misterioso “commando in mimetica”. E «>non
c'è bisogno di essere complottisti per capire che i sospetti possono essere
molti, e non solo i sunniti. Come si sa, tempo fa dei militari britannici sono
stati arrestati
[a Bassora] travestiti in abiti arabi,
mentre giravano su un'auto armati»
lo afferma Ray McGovern, ex analista della CIA!
Naturalmente la colpa
è dei sunniti, e questo ha provocato centinaia di morti in scontri e instaurato
un regime di terrore – con tanto di coprifuoco – in un paese già devastato dal
genocidio anglo-americano.
Non vedete in tutto questo la mano di una entità superiore che sta spingendo
allo scontro? Un’unica oscura mano che spingendo un po’ di là e un
po’ di qua sta facendo il bello e cattivo tempo?
In tutto questo a fomentare l’odio, la rabbia, la paura ci pensano pure le
truppe statunitensi d’invasione in Iraq che passano le loro giornate sparando di
giorno dalle camionette, contro tutto quello che si muove. Una vera e propria
“battuta di caccia” con tanto di punteggio: “10 punti per le jeep, i camion, 20
per le auto normali, e ben 50 per le utilitarie”.

Clicca
sull’immagine per vedere il filmato
Se non ci credete guardatevi il
filmato qui sopra (cliccando sull’immagine) e potrete osservare come questi
criminali al soldo degli eserciti, sparano senza ritegno e umanità contro civili
in macchina, in furgone, in camion, provocando incidenti stradali e moltissimi
morti. Ma per loro è un gioco, un gioco che sicuramente qualcuno
gli ha detto e/o permesso di fare: il deleterio gioco del Terrore!
Questi zuzzurelloni sarebbero un gruppo di contractors americani
della AEGIS[3]
(i civili delle ditte collegate all’industria bellica e/o petrolifera).
Come ho già detto: stiamo assistendo al più deleterio e pericoloso scontro di
civiltà voluto e fomentato dai Poteri forti, e quello che manca è proprio un
attentato, in stile 11 settembre, in Europa.
Lo dicono gli esperti americani del Center for Transatlantic Studies
della John Hopkins University, riunitisi in Germania il 31 gennaio scorso. Noi,
secondo tali esperti, viviamo nella «devastante convinzione che l’Europa sia
in qualche modo immune da grandi attacchi terroristici»
[4].
Atteggiamento che cambierà, sempre secondo loro, quando ci troveremo di fronte
un mega-attentato, che «non è questione di se, ma di quando»[5]
In questi giorni il nostro Premier si trova proprio negli Stati
Uniti: semplice propaganda pre-elettorale o c’è dell’altro…?
Stranamente sempre più fenomeni islamofobici ci stanno toccando molto da vicino,
e non vorrei che qualcuno - in alto - avesse scelto l’Italia come bersaglio…
[1]
Bertinotti: “Quella di Pera è cultura dell’odio”, tratto da
www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=880888
[2] Ex agente della CIA: l’attentato alla moschea forse è cosa nostra
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=977¶metro=esteri
[3] Il Blog dei militari
www.militari.info/dblog/articolo.asp?articolo=167
[4] Movimento e Solidarietà
www.movisol.org/./znews023.htm
[5] Idem
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