Una
guerra annunciata da tempo si sta profilando all’orizzonte.
I media hanno assunto ancora una volta il loro ruolo tradizionale- soffiando sul
fuoco- ma nessuno sembra avere intenzione di mettere in luce le trame nascoste
del Potere.
In tutto questo baillame di notizie divulgate con l’unico scopo di presentarci
l’Iran come uno spauracchio pericoloso da annientare in tutti i sensi, i media
hanno dimenticato che, già nel marzo 2003, lo spazio aereo iraniano fu violato
dagli americani, che bombardarono molte raffinerie per poi imputare il tutto ad
una rotta sbagliata di missili da crociera.
Niente di più falso dal momento che la raffineria di petrolio di Abadan era
l’obiettivo principale senza contare che apparve subito una scelta ben precisa
per testare la difesa aerea iraniana.
Che la scelta iraniana di potenziare il proprio programma nucleare potrebbe
essere una legittima conseguenza agli attacchi subiti ed usata come arma a
difesa del proprio territorio non viene nemmeno tenuta in conto.
Oppure le ragioni dell’accelerazione del piano nucleare potrebbero essere viste
nel contesto delle varie trame aperte in Asia Centrale relative alla guerra
degli oleodotti, che si è aperta nel Caucaso e nelle Repubbliche asiatiche e non
è ancora terminata.
Non è un
mistero, infatti, che tra gli obiettivi dichiarati dal “ Silk Road Strategy Act”
statunitense c’era proprio quello di tagliare fuori dai corridori energetici sia
la Russia come
l’Iran e il progetto di costruzione di basi militari statunitensi in Afganistan,
Uzbekistan e Pakistan, corrisponde pienamente a tali disegni strategici.
Le motivazioni iraniane possono essere molteplici, ma una cosa è certa: il
copione si sta ripetendo con l’unica differenza che, questa volta, non è l’Iraq
di Saddam ad essere un potenziale nemico, ma un Paese che potrebbe presentare
delle brutte sorprese per chiunque ne tenti l’invasione.
A questo punto c’è da chiedersi quali siano le prove in mano all’Amministrazione
Bush atte a dimostrare che l’Iran rappresenti davvero un nemico pericolosissimo
per i propri vicini e per il mondo intero.
Fino a questo momento – almeno per quanto mi risulta- non esiste nulla che possa
fornire la certezza che questa Nazione sia in possesso delle centrifughe
necessarie per arricchire l’uranio e renderlo materiale adatto alla costruzioni
di armi mentre il capo della IAEA Mohammed El Baradei ha ripetutamente
dichiarato che il suo team di ispettori non ha trovato niente per corroborare le
asserzioni degli USA o quelle di Israele.
E allora
perché tanto accanimento da parte di una nazione come gli Stati Uniti, che sta
sviluppando un nuovo regime di armi nucleari da utilizzare a bassa potenza per
distruggere bunker sotterranei e che considera l’uso di tali armi come parte
integrante della propria strategia per la sicurezza globale?
Perché tanta voglia di censurare mentre è chiaro a tutti che i progetti
americani in corso tendono a cancellare la distinzione tra guerra nucleare e
guerra convenzionale dal momento che hanno provocato delle vere e proprie
distruzioni di massa attraverso l’uso massiccio dei proiettili a uranio
impoverito?
E’ bene ricordare che gli USA stanno rinnovando radicalmente il proprio arsenale
strategico con testate nucleari nuove, più efficaci e pericolose.
Nel folle bilancio militare del Pentagono la spesa per tali armi ha superato di
gran lunga la spesa annuale media dei decenni della Guerra fredda.
Ed
allora? Cosa c’è sotto a tanta voglia di Guerra?
Forse una possibile risposta potrebbe essere l’applicazione del Project for a
New American Century ( progetto per un nuovo secolo americano) che sosteneva
l’idea di integrare le risorse iraniane nel sistema globale e allo stesso tempo
di eliminare gli avversari politici di Israele nella regione.
Un progetto di novanta pagine - ideato dal PNAC - un’associazione creata nel
1997 che ha avuto come unico scopo quello di sviluppare un piano per
sottomettere l’intero pianeta- che è stato pubblicato nel 2000 e poi reso
visibile attraverso il sito
www.newamericancentury.org.
Guarda caso il testo del rapporto fu redatto da: Dick Cheney, Donald Rumsfeld,
Paoul Wolfowitz, Jeb Bush e Lewis Libby; nomi che abbiamo tristemente imparato a
conoscere negli ultimi anni.
E’ palese che l’amministrazione Bush sia seriamente impantanata in Iraq ed
ancora lontana dal raggiungimento degli obiettivi strategici prefissati.
La tabella di marcia del Nuovo Secolo americano deve fare i conti con la
resistenza di popoli e di Stati all’egemonia globale USA.
D’altro
canto, le fortissime pressioni israeliane per mettere in moto le operazioni
contro l’Iran sono fortissime.
L’Iran è diventato un obiettivo prestigioso il cui raggiungimento porterebbe un
fortissimo rialzo alla politica egemonica di Bush e all’apertura verso le tante
agognate fonti petrolifere.
La situazione è talmente bollente da far temere sul serio un attacco americano a
cui potrebbe aggiungersi Israele.
Un attacco dalle conseguenze disastrose nel caso l’Iran dovesse rispondere con
la forza perché ci sarebbe da temere l’evolversi di una guerra nucleare
Possibile mai che i “Signori” della guerra non abbiano preventivato tale
catastrofe? Senza contare che – in caso di guerra- i mercati potrebbero scendere
in picchiata e i rifornimenti di petrolio potrebbero venire interrotti a tempo
indefinito.
Si può addirittura ipotizzare che un possibile attacco potrebbe fornire agli
Sciiti iracheni la scusa per formare un’alleanza con la resistenza sostenuta dai
Sanniti e dare luogo ad una vera e propria occupazione quasi invincibile del
territorio iracheno a cui si potrebbero aggiungere delle vere e proprie Jihad
sponsorizzate dai Mullah contro gli interessi commerciali americani e dei loro
alleati
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