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16/02/2006 Chiudetelo. Chiusura immediata del Carcere Americano di Guantanamo (www.verdi.it)

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    "Chiusura immediata del carcere americano di Guantanamo. Processare i detenuti o rilasciarli. Prigionieri sottoposti a torture". Ufficializzato il rapporto degli ispettori Onu

     

    La notizia ufficiale è giunta stamattina. I cinque esperti indipendenti della Commissione dell'Onu per i diritti umani hanno chiesto agli Stati Uniti "la chiusura immediata del centro di detenzione di Guantanamo Bay, di processare tutti i prigionieri davanti ad un tribunale indipendente e competente o rilasciarli".

     

    Questo quanto stabilito dal rapporto finale di 54 pagine giunto dopo un’indagine di 18 mesi sulla situazione dei prigionieri detenuti dagli americani, che denuncia una situazione molto grave, che sfocia nella tortura.

     

    Le conclusioni dell’indagine erano state anticipate dal Los Angeles Times. Tra le accuse al Pentagono, il nutrimento forzato dei detenuti in sciopero della fame, l'uso di violenza eccessiva nel trasporto dei prigionieri e tecniche di interrogatorio equivalenti alla tortura.

     

    Il rapporto dei cinque investigatori della Commissione sui diritti umani delle Nazioni Unite critica duramente le modalità con le quali gli Usa trattano i circa 500 prigionieri che ancora si trovano nella base militare (più di 260 sono stati rilasciati dal 2002 a oggi).

     

    "Abbiamo considerato con estrema cautela tutte le argomentazioni del governo americano - ha detto Manfred Nowak, uno dei cinque investigatori - e quelle che abbiamo raggiunto non sono conclusioni scritte a cuor leggero. Ciò che abbiamo concluso è che la situazione in alcune aree viola la legge internazionale e le convenzioni sui diritti umani e la tortura".

     

    La commissione non ha interrogato direttamente i prigionieri, perché il Pentagono ha offerto agli inviati dell'Onu - che hanno rifiutato - lo stesso tipo di visita guidata previsto per membri del Congresso e giornalisti, che non permette l'accesso diretto ai detenuti. L'unica istituzione internazionale alla quale è concesso di parlare con i prigionieri è la Croce Rossa, le cui valutazioni sono però coperte dal riserbo.

     

    Le conclusioni degli investigatori dell'Onu si basano quindi su colloqui e interrogatori a ex detenuti, avvocati, familiari di prigionieri e personale del governo degli Stati Uniti. La 'guerra al terrorismo', hanno concluso i membri della commissione d'inchiesta, non permette agli Usa alcuna esenzione dalle convenzioni internazionali.

     

    I metodi d'interrogatorio utilizzati a Guantanamo sono stati tra i temi al centro delle preoccupazioni degli ispettori. L'uso di tecniche come l'isolamento prolungato, l'esposizione ad alte temperature, la rasatura forzata rappresentano un 'trattamento inumano' e in alcuni casi, secondo il rapporto, raggiungono la soglia della tortura. Così come l’alimentazione forzata a cui sono stati sottoposti alcuni detenuti in sciopero della fame attraverso dei sondini.

     

    Il rapporto degli ispettori della Commissione diritti umani dell'Onu è "costellato da imprecisioni e minato alla base da modalità di lavoro che lo rendono privo di credibilità", ha commentato ieri il consigliere legale del Dipartimento di Stato, John Bellinger.

     

    Ancora Bellinger nel briefing con la stampa tenuto ieri ha detto che “un rapporto che si presenta come 'equilibrato' si basa solo sulle dichiarazioni di membri di Al Qaida e dei taleban che hanno lasciato Guantanamo e su quelle dei loro avvocati che non hanno visto niente di prima mano".

     

    Dalle conclusioni del rapporto sembra prendere le distanze il segretario generale dell’Onu Kofi Annan, anche se sinora non vi è stata alcuna dichiarazione ufficiale. Nell’attesa ha parlato un suo portavoce, Stephane Dujarric.

     

    “Il rapporto, di cui alcuni quotidiani americani avevano pubblicato alcuni passi, verrà pubblicato ufficialmente soltanto a maggio, e non questa settimana, come era stato inizialmente detto”. Il rapporto, ha precisato Dujarric, “viene scritto da relatori indipendenti designati dalla commissione dei diritti umani e non dall'alto commissario o dal segretario generale”.


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