"Chiusura immediata
del carcere americano di Guantanamo. Processare i detenuti o rilasciarli.
Prigionieri sottoposti a torture". Ufficializzato il rapporto degli
ispettori Onu
La notizia ufficiale è
giunta stamattina. I cinque esperti indipendenti della Commissione dell'Onu
per i diritti umani hanno chiesto agli Stati Uniti "la chiusura immediata
del centro di detenzione di Guantanamo Bay, di processare tutti i
prigionieri davanti ad un tribunale indipendente e competente o
rilasciarli".
Questo quanto stabilito
dal rapporto finale di 54 pagine giunto dopo un’indagine di 18 mesi sulla
situazione dei prigionieri detenuti dagli americani, che denuncia una
situazione molto grave, che sfocia nella tortura.
Le conclusioni
dell’indagine erano state anticipate dal Los Angeles Times.
Tra le accuse al Pentagono, il nutrimento forzato dei detenuti in sciopero
della fame, l'uso di violenza eccessiva nel trasporto dei prigionieri e
tecniche di interrogatorio equivalenti alla tortura.
Il rapporto dei cinque
investigatori della Commissione sui diritti umani delle Nazioni Unite
critica duramente le modalità con le quali gli Usa trattano i circa 500
prigionieri che ancora si trovano nella base militare (più di 260 sono
stati rilasciati dal 2002 a oggi).
"Abbiamo considerato con
estrema cautela tutte le argomentazioni del governo americano - ha detto
Manfred Nowak, uno dei cinque investigatori - e quelle che abbiamo
raggiunto non sono conclusioni scritte a cuor leggero. Ciò che abbiamo
concluso è che la situazione in alcune aree viola la legge internazionale
e le convenzioni sui diritti umani e la tortura".
La commissione non ha
interrogato direttamente i prigionieri, perché il Pentagono ha offerto
agli inviati dell'Onu - che hanno rifiutato - lo stesso tipo di visita
guidata previsto per membri del Congresso e giornalisti, che non
permette l'accesso diretto ai detenuti. L'unica istituzione internazionale
alla quale è concesso di parlare con i prigionieri è la Croce Rossa, le
cui valutazioni sono però coperte dal riserbo.
Le conclusioni degli
investigatori dell'Onu si basano quindi su colloqui e interrogatori a
ex detenuti, avvocati, familiari di prigionieri e personale del
governo degli Stati Uniti. La 'guerra al terrorismo', hanno concluso i
membri della commissione d'inchiesta, non permette agli Usa alcuna
esenzione dalle convenzioni internazionali.
I metodi
d'interrogatorio utilizzati a Guantanamo sono stati tra i temi al centro
delle preoccupazioni degli ispettori. L'uso di tecniche come
l'isolamento prolungato, l'esposizione ad alte temperature, la
rasatura forzata rappresentano un 'trattamento inumano' e in alcuni casi,
secondo il rapporto, raggiungono la soglia della tortura. Così come
l’alimentazione forzata a cui sono stati sottoposti alcuni detenuti in
sciopero della fame attraverso dei sondini.
Il rapporto degli
ispettori della Commissione diritti umani dell'Onu è "costellato da
imprecisioni e minato alla base da modalità di lavoro che lo rendono
privo di credibilità", ha commentato ieri il consigliere legale del
Dipartimento di Stato, John Bellinger.
Ancora Bellinger nel
briefing con la stampa tenuto ieri ha detto che “un rapporto che si
presenta come 'equilibrato' si basa solo sulle dichiarazioni di
membri di Al Qaida e dei taleban che hanno lasciato Guantanamo e su quelle
dei loro avvocati che non hanno visto niente di prima mano".
Dalle conclusioni del
rapporto sembra prendere le distanze il segretario generale dell’Onu
Kofi Annan, anche se sinora non vi è stata alcuna dichiarazione
ufficiale. Nell’attesa ha parlato un suo portavoce, Stephane Dujarric.
“Il rapporto, di cui
alcuni quotidiani americani avevano pubblicato alcuni passi, verrà
pubblicato ufficialmente soltanto a maggio, e non questa settimana, come
era stato inizialmente detto”. Il rapporto, ha precisato Dujarric,
“viene scritto da relatori indipendenti designati dalla commissione
dei diritti umani e non dall'alto commissario o dal segretario generale”.
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