Le dichiarazioni di Condoleezza Rice sulle
violazioni americane dell'altrui sovranità nazionale a fin di bene (la
salvezza comune di tutti), meritano una riflessione.
Siamo infatti davanti a una manifestazione di quello che un grande
giurista tedesco, Carl Schmitt, chiamava il criterio della
superlegalità. Quando si manifesta la superlegalità?
Quando si invocano sul piano giuridico-costituzionale, principi di
legalità superiore, oppure si intensificano quelli di alcune norme
rispetto ad altre (che invece restano "normali"), per impedire o
favorire un cambiamento: in pratica, si fa un uso politico del diritto,
anche se ufficialmente lo si nega.
Nel caso della Rice, il criterio della superlegalità, rinvia a una
specie di patriottismo del genere umano, posto a fondamento ideologico
di un nuovo mondo economico, politico, sociale, guidato dagli Stati
Uniti d'America (ma forse si dovrebbe parlare, se il termine non fosse
abusato, più che di "nuovo" mondo di "impero"). Di conseguenza ogni
provvedimento o misura politica deciso a Washington diviene un passo
fondamentale verso la costruzione del nuovo ordine. E chi si oppone ad
esso, e quindi alla superlegalità americana, viene automaticamente
"escluso", o meglio privato della sua umanità e messo nelle condizioni
di non nuocere, in quanto il genere umano, come "totalità" a cui l'uomo
appartiene, non può ammettere nemici: come si può essere contrari a chi
dichiara di difendere l'umanità che è in ogni uomo? Quel che è più
nobile?
Di qui il ricorso anche a misure illecite sotto l'aspetto della
"legalità normale", e la conseguente difesa ideologica ed estensione
pratica della superlegalità come uno strumento, la cui applicazione,
garantisce la salvezza di tutti, o meglio di quell'"umanità" che
condivide ( o deve comunque condividere) gli ideali di chi impone la
superlegalità.
Il che "funziona" dal punto di vista della costruzione di un nuovo
ordine, perché applicando il principio della "superlegalità" si tolgono
di mezzo tutti i suoi nemici, ma non "funziona" dal punto di vista della
giustezza dell'ordine che viene costruito e della logica storica. Chi ci
assicura, che una volta eliminati, o convertiti con la forza, tutti i
nemici, l'ordine regnerà sulla terra? Ad esempio i totalitarismi che
hanno insanguinato il Novecento, propugnavano più o meno le stesse tesi.
E poi chi ci assicura che il valori di "umanità" sostenuti da
Condoleezza, siano quelli "giusti", e non soltanto un "paravento" dietro
cui si nascondono interessi puramente egemonici?
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