Mi sembra che (per
cause che lascio ad altri analizzare) in Italia si stia verificando una
transizione dalla cultura della menzogna (quella dei paleo-comunisti, che
mentiva sui fatti del mondo ma sapendo di mentire) a una cultura della
disinformazione, in cui le menzogne vengono propagate da gente comune che
semplicemente non ha la cultura per capire che si tratta di menzogne. Una
volta sapevamo tutti che l'URSS era una dittatura feroce, anche quelli che la
difendevano su tutti i fronti. Oggi, invece, molti pensano davvero che la
propaganda anti-Americana citi fatti corretti.
Fra le tante
grottesche invenzioni che mi sono arrivate via e-mail cito uno Studio del
Politecnico di Milano, tratto dalle lezioni di un professore (ho verificato,
non era uno scherzo) ogni pagina del quale conteneva clamorose inesattezze. Le
opinioni sono opinioni, ma la Shell e` sempre stata olandese (lo Studio la
definiva "americana") e ovviamente le guerre fanno aumentare il
prezzo del petrolio e le liberazioni lo fanno diminuire (lo Studio diceva
l'opposto). Il fatto grave non e` che un professore universitario sia
ignorante e forse fazioso (purtroppo, ci fu una generazione in cui a diventare
professori universitari erano spesso i peggiori della classe, quelli che non
trovavano lavoro altrove), ma che migliaia di italiani abbiano preso per buono
ogni svista di questo professore. Se quello Studio avesse citato Parigi come
la capitale della Germania, migliaia di italiani lo avrebbero comunque
reputato attendibile. Quello studio mi e` stato inoltrato tre volte (potenza
dell'Internet che fa circolare all'infinito anche le assurdita` piu` comiche),
e ogni volta il mittente era un laureato (rispettivamente informatica,
ingegneria e, dulcis in fundo, scienze politiche). Nessuno dei tre si era reso
conto degli errori di storia, geografia, economia e aritmetica contenuti in
quel rapporto prima che glieli facessi notare.
Il fatto tragico e`
questo: il popolo italiano e`, in gran parte, ormai un popolo profondamente
ignorante, che si e` fatto una cultura attraverso giornali di pessima qualita`
e scuole inefficienti, un popolo che legge pochissimo ed e` sempre meno in
grado di leggere, un popolo a cui e` ormai facile far credere di tutto. E`
anche un popolo che non sa leggere l'inglese (forse l'unico nel mondo), e che
pertanto non puo` leggere le fonti originali sui fatti degli USA.
Nei giorni della
guerra comprai un po' di giornali europei per farmi un'idea di come la
vedevano gli altri. Lessi su La Stampa che "Bush venne proclamato
presidente da un tribunale della Florida, il cui governatore e` suo
fratello": il tribunale della Florida diede ragione a Gore e torto a Bush,
mentre fu la Corte Suprema a proclamare Bush vincitore (e, in ogni caso, i
voti sono poi stati contati a proclamazione avvenuta, e hanno confermato che
Bush avrebbe vinto comunque). Su Repubblica lessi cosi` tante grossolane
imprecisioni che non saprei da che parte cominciare. Il rapporto sulla
supremazia americana del settembre 2002 veniva presentato da Repubblica come
un qualcosa di top secret e attribuito a Rumsfeld, mentre venne scritto da
Condoleeza Rice e pubblicizzato dalla Casa Bianca in tutto il mondo. Il
pubblico di Repubblica si sorbisce quotidianamente sviste clamorose come
"Powell capo del Pentagono" o "George Bush capo della CIA sotto
Reagan" (era vicepresidente). Dulcis in fundo, in USA si vedono tutti i
principali canali televisivi europei e a me e` sembrato che la RAI fosse
spesso quella che ripeteva piu` fedelmente cio` che diceva il ministro
dell'informazione Iraqeno. Viene il dubbio che il concetto di
"informazione" in Italia stia diventando piu` o meno uguale a quello
di Saddam Hussein.
Non penso che
questi giornalisti lo facciano apposta. Sono, semplicemente, troppo ignoranti
per rendersi conto di cosa e` vero e cosa e` falso. Raccolgono voci di strada
e interviste di storici come se si trattasse della stessa cosa. Un graffiti in
un bagno della stazione vale quanto un saggio di Bernard Lewis, una frase di
un personaggio del jetset come Gore Vidal vale quanto un'analisi dell'Universita`
di Oxford. Anzi, il fatto che gli USA forniscano troppi dettagli a
dimostrazione delle proprie tesi (immagini dei satelliti, conversazioni
telefoniche, testimoni oculari, etc) desta sospetto invece che creare
conferme. Gli USA sarebbero piu` attendibili in Italia se usassero i sistemi a
cui hanno abituato i media italiani: il pettegolezzo, l'insinuazione, la
polemica, e soprattutto l'invenzione di fatti mai accaduti.
In compenso, ho
notato sui media italiani un silenzio agghiacciante sulle vere stragi dei
nostri giorni, per esempio sui 109 civili ammazzati al mese in Chechnya dal
1994 a oggi (la media e` stata fornita dallo stesso governo russo), sulle
fosse comuni che sono state scoperte in giro per la Chechnya, sulle decine di
migliaia di guerriglieri Checheni massacrati dalle truppe russe, colpevoli
soltanto di volere l'indipendenza per un popolo che non ha alcun legame
storico, linguistico o genetico con quello russo. Non una sola "marcia
per la pace" si e` tenuta in Italia per protestare quegli eccidi. Non una
sola marcia contro gli arresti a catena e le fucilazioni ordinati da Castro a
Cuba, che hanno ormai eliminato tutta la classe intellettuale. Non una sola
marcia contro Kim Jong Il, che ha minacciato di gettare bombe nucleari sulle
citta` coreane e giapponesi. Un silenzio agghiacciante.
Diversi lettori mi
hanno scritto parlando degli USA come di un "impero". Ho poi
scoperto, quando ho comprato quei giornali italiani, che erano professori di
storia ad aver avanzato la tesi che gli USA siano un impero. Stesso discorso:
quei professori di storia non sanno neppure chi fosse Alessandro Magno, e temo
che tanti italiani sappiano cosi` poco di storia da non essere in grado di
capire l'incompetenza di quei professori. Gli USA non assomigliano per nulla
agli "imperi" (romano, mongolo, arabo, britannico, francese) che
annettevano tutti i territori che potevano e conquistavano popoli che non
volevano essere conquistati. Gli USA (che non annettono nessun territorio e
non conquistano nessuno) assomigliano semmai a Venezia (sono, in primis, una
potenza economica, non politica) e soprattutto ad Atene (che era la citta`
piu` ricca, libera e influente del mondo antico, ma non ci teneva per nulla a
espandere i propri confini, che venne distrutta dagli imperi ma non fu mai un
impero). Qualunque storico preparato capisce la differenza fra gli USA e
l'impero romano, e capisce le somiglianze fra gli USA e Atene. Il problema e`
che in Italia i professori preparati sono diventati una rarita`, e il pubblico
che potrebbe distinguere fra un ciarlatano e un genio sta diventando ancor
piu` raro.
E` chiaro che, se
non sanno vedere la differenza fra il regime di Saddam e quello di Pinochet,
anzi non sanno neppure che Pinochet e` roba di trent'anni fa (quando c'erano
al governo USA tutt'altri personaggi), e non sanno che trent'anni fa c'erano
160 dittatori sul pianeta (e Pinochet era di gran lunga uno dei meno brutali),
e non sanno vedere invece le somiglianze fra Saddam e Castro, e fra Saddam e i
suoi padrini tradizionali (l'URSS), e non si sa nulla delle tragedie
apocalittiche che affliggono i popoli meno fortunati (quelli che non sono mai
stati "conquistati" dagli USA), questi intellettuali italiani
continueranno a ripetere gli stessi slogan anti-americani fino alla tomba.
Il petrolio? Fatemi
il piacere. La prossima volta questi europei troveranno un'altra scusa, e poi
un'altra, e poi un'altra. Non si ricordano neppure piu` quale scusa trovarono
per osteggiare l'intervento USA in Kosovo o in Afghanistan (le cambiano man
mano che le precedenti si dimostrano false).
Non e` facile
formarsi un'opinione quando si vive in una cultura della disinformazione,
gestita da ciarlatani che si spacciano per giornalisti e per professori
universitari. Non mi stupisce pertanto la rapidita` con cui le stesse persone
cambiano opinione sia su cio` che sia giusto o sbagliato fare sia sui moventi
che hanno indotto gli USA a fare questo o quello. Sono menti allo sbando
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