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30/04/2008 FISCO. Agenzia delle Entrate pubblica redditi degli italiani, Garante Privacy dice stop (LM, http://www.helpconsumatori.it)

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L'Agenzia delle Entrate pubblica l'elenco dei redditi dei contribuenti, il sito va in tilt ma il Garante della Privacy blocca tutto. A poche ore dalla pubblicazione on line sul sito dell'Agenzia delle Entrate degli elenchi di tutti i contribuenti con i redditi e le imposte pagate nel 2005, il Garante ha deciso di "chiedere formalmente e con urgenza ulteriori delucidazioni all'Agenzia e l'ha invitata a sospendere nel frattempo la diffusione dei dati in internet". Lo riferisce in una nota il Garante per la Protezione dei dati.

Fare i conti in tasca a parenti, amici e persone famose è stato possibile per qualche ora. Entrando nella homepage dell'Agenzia delle Entrate, bastava scegliere la voce "Uffici" e di lì accedere agli elenchi. Con la sola informazione del Comune nel quale la persona ha presentato la dichiarazione dei redditi, era possibile conoscere nomi, date di nascita, redditi dichiarati e imposta pagata.

"Un quadro di trasparenza". Così ha definito il provvedimento il direttore dell''Agenzia delle Entrate, Massimo Romano, nell'anticipazione di "Italia Oggi" in prima pagina questa mattina sul quotidiano. Romano ha spiegato che "tali disposizioni sono sottese a perseguire la finalità di interesse pubblico per realizzare un quadro di trasparenza e di circolazione dei dati, in possesso dell'amministrazione finanziaria in tema di dichiarazioni fiscali, mediante la pubblicazione di appositi elenchi".

Nella riunione odierna il Garante Privacy ha svolto una prima valutazione sulla diffusione dei dati in internet e ha rilevato che "per tale forma di diffusione sussistono allo stato evidenti e rilevanti problemi di conformità con il quadro normativo in materia". L'Autorità ha quindi "deciso di chiedere formalmente e con urgenza ulteriori delucidazioni all'Agenzia e l'ha invitata a sospendere nel frattempo la diffusione dei dati in Internet". Inoltre ha invitato anche i mezzi di informazione a non divulgare i dati estratti dagli elenchi resi disponibili in Internet dall'Agenzia.

"La pubblicazione dei redditi non è una violazione alla privacy, ma un atto di trasparenza democratica". Così il presidente del Movimento Difesa del Cittadino (MDC), Antonio Longo sottolineando che la disponibilità dei dati on line "può servire per l'accesso ai servizi pubblici che si pagano e che vengono attribuiti spesso a non aventi diritto, ad esempio gli asili nido, a scapito di famiglie meno abbienti ma che sono a reddito fisso e pagano tutte le tasse fino all'ultimo euro".

Il Codacons ha invece criticato "la scarsa attenzione che enti e ministeri dimostrano verso le Autorità indipendenti". L'associazione ha sottolineato infatti come la pubblicazione sia avvenuta "all'insaputa dela Garante per le Privacy". "Ogni decisione o provvedimento - ha detto il presidente Codacons, Carlo Rienzi, in una nota - deve avere la sua autorità di riferimento. Evitare questo passaggio dimostra mancanza di considerazione verso queste istituzioni, che svolgono un ruolo fondamentale nella tutela dei cittadini".

03/05/2008 La polemica sui redditi on line: Etica dei principi contro etica della responsabilità (Carlo Gambescia - carlogambesciametapolitics.blogspot.com, http://www.canisciolti.info )

Le ragioni della pubblicazione on line dei redditi degli italiani (seppure per poche ore), e le polemiche che ne sono seguite, per essere capite a fondo vanno trattate in chiave di conflitto tra etica dei principi ed etica della responsabilità. E non di fumoso, e spesso fuorviante, individualismo giuridico ottocentesco. Il lettore non si spaventi, cerchiamo subito di spiegarci meglio.

Visco, a prescindere dalle dietrologie anti-centrodestra imputategli, ha deciso in termini di etica dei principi, privilegiando il valore etico della democrazia fiscale. Per farla breve: la trasparenza dei redditi deve sempre avere la meglio sui furbi compromessi sociali. I suoi critici, invece, hanno ragionato in termini di etica della responsabilità. Detto in pillole: se gli italiani, per ragioni storiche, antropologiche, eccetera, non vogliono far sapere in giro quanto guadagnano, perché andare a “stuzzicarli”? Creando così altre inutili fonti di conflitti sociale? Insomma, Quieta non movere ("Non disturbare le cose tranquille")...

Ovviamente, come capita in politica, l’etica della responsabilità è stata nobilitata dai suoi difensori, invocando il diritto alla privacy. Una scelta che, inevitabilmente, ha scatenato un fumoso dibattito giuridico sulla questione. E nel quale non desideriamo entrare. Guai a perdersi nel meandri dell’individualismo vetero-borghese dei codici civili. Si rischia di non uscirne più. Viva perciò la sociologia! Quella però di maestri come Max Weber, al quale dobbiamo i concetti di cui sopra. Ma torniamo a noi. E’ vero che il politico, prima di decidere dovrebbe sempre valutare “responsabilmente” le conseguenze di lungo periodo della decisione che sta per prendere. Ma è altrettanto vero che la rinuncia ai grandi principi, o fini, in nome di una “responsabile etica dei mezzi”, implica sempre uno scadimento dell’agire politico in chiave di moralità sociale. Di regola a questa rinuncia, corrisponde sì la pace sociale, ma al carissimo prezzo di penosi compromessi. E per giunta dannosi, soprattutto nel lungo periodo. Facciamo un esempio.

La marcia indietro per ragioni, sostanziali, di pace sociale, imposta a Visco dal Garante, se rimarrà definitiva, colpendo il principio di trasparenza, andrà negativamente a influire sulla lotta all’evasione fiscale. Una battaglia, che proprio nel lungo periodo, come insegnano i tributaristi, può essere giovevole per tutta la comunità. Pertanto anche l’etica dei principi riesce a guardare lontano.

Concludendo, da una parte abbiamo i difensori di un’etica della responsabilità, che in realtà si risolve in “pelosa” pace sociale, molto all’italiana, che rischia di rendere, proprio nel lungo periodo, la vita più facile agli evasori. Dall’altro un (ex) ministro che crede nell’etica dei principi. Un’etica, come abbiamo mostrato, capace di guardare lontano: perché puntare sulla trasparenza e perciò sulla lotta, oggi, all’evasione fiscale, significa favorire, domani, la riduzione del carico tributario per tutti.

Carlo Gambescia - carlogambesciametapolitics.blogspot.com



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