Ogni tanto qualche passo falso lo fa pure il “Corriere Economia”. Solo per
questa possibilità (e anche per gli articoli di Geminello Alvi, a proposito
non perdetevi il suo libro in uscita, (Le
rendite degli italiani), merita di essere letto attentamente ogni
settimana. Non dico, in religioso silenzio, ma visto taglio e contenuti di
certi articoli, quasi… Di quale passo falso si tratta? Al tempo. Nel numero
di lunedì scorso, è apparsa un’inchiesta di Danilo Taino sul rapporto
speciale tra le nostre istituzioni e “l’investment bank americana”, Goldman
Sachs.
Da lui subito definita democristianamente “una palestra per governanti”… Ma,
escluso il titolo modaiolo (“Coppie di fatto, Italia e Goldman Sachs”),
l’intero taglio del servizio ricorda certi pezzi pubblicati sui bollettini
religiosi. Quando escono con quei resoconti zuccherosi della gita ad Assisi
delle pie donne cinguettanti, avvenuta il mese precedente. L’attacco del
pezzo, col profilo aureolato del “capo supremo” di Goldman, Henry “Hank”
Paulson, è irresistibile, da “viva viva Sant’Eusebio, protettore dell’anima
mia”. Sentite: “Non beve, non fuma, vive ancora con la prima moglie, è un
affiliato alla Chiesa di Cristo Scientista, è un anti-consumista e ‘non lo
vedrete mai su una Porsche’, dice un suo ex collega; ha un pacchetto di
azioni che valgono
sui 500 milioni di dollari, ma ne vende ogni tanto un po’ solo per
beneficenza”.
Ovviamente dopo aver descritto il santo, Taino fa l’elenco dei miracolati:
“Ma strana è un po’ tutta Goldman Sachs: misteriosa e immersa in una certa
mistica, potente, ma a suo modo eccentrica, un animale che in Italia non
molti capiscono, ma dal quale quasi tutti sono affascinati”. E “l’ultimo a
esserne stato catturato è Mario Monti. Ne è diventato adviser da qualche
settimana”. Amen. Ma ecco il passo falso: Il sagrestano, pardon Taino, fa
seguire i nomi di altri miracolati, o colpiti da improvviso benessere sulla
strada, lastricata di dollari, della nuova Damasco: Paolo Zannoni, attuale
capo dell’Investment Banking di Goldman in Italia, Mario Draghi (ormai più
famoso della Coca Cola), Claudio Costamagna, ex Montedison, Romano Prodi, e
poi Diego De Giorgi, Massimo Tononi, Andrea Ponti, Chicco di Stasi, James
del Favero. Tutta gente più o meno famosa in entrata e uscita da Goldman
Sachs. E chissà quanti altri personaggi “minori”, oggi annidati in uffici
minimalle scicche (per dirla con Ricucci), che un giorno saranno famosi,
perché finiti capo, che so, dell’Antitrust italiana…
Insomma, è proprio il caso di canticchiare, eravamo quattro Goldman Sachs?
Benefattori, certo… amici al bar… di Wall Street. Grazie a Taino, ora c’è un
po’ di materiale in più per un Blondet o per chi desideri approfondire, ad
esempio, tutti i perché della recente nomina di Draghi. Ma anche capire come
mai un ex adviser come Prodi, sia stato per la seconda volta scelto come
presidente candidato del centrosinistra. Inoltre il buon Taino fa anche i
nomi di altri miracolati americani, premiati con incarichi prestigiosi
all’interno delle amministrazioni Clinton e Bush (Bob Rubin, John Corzine,
Steve Fiedman e altri ancora). Goldman ha persino infilato uomini suoi fin
dentro Pechino. I “dietrologi” ringraziano.
E come viene giustificata “tanta influenza sul Belpaese”? “Competenza,
esperienza”, e soprattutto, “relazioni”. Certo, nessuno l’aveva capito…
Quanto poi a possibili cattive intenzioni speculative di Goldman verso
l’Italia, Taino le esclude a priori. “Un’ipotesi – scrive – che a Goldman
Sachs respingono, siamo così coinvolti negli affari italiani – dicono – che
significherebbe fare del male prima di tutto a noi stessi. La beneficenza
dell’ascetico Christian Scientist che li guida ne soffrirebbe”. “Viva Viva
Sant’Eusebio protettore dell’anima mia…”. Oppure, se preferite, come
raccontava, credo, il grande Petrolini: “Quando chiedi all’oste, se il vino
è buono, ti risponde sempre che è buonissimo…”.
Carlo Gambescia
Fonte:
http://www.lineaquotidiano.it/
Segnalato da
www.ariannaeditrice.it
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