Egregio direttore,
Noi, e con noi molti altri nostri colleghi, riteniamo che la posizione
di Antonio Fazio quale Governatore della Banca d’Italia sia divenuta
insostenibile.
La questione riguarda non tanto la legittimità formale delle sue azioni
(come recita un detto italiano, "le leggi si applicano ai nemici e si
interpretano per gli amici"), quanto la sua osservanza alle regole di
condotta che dovrebbero vincolare tutti coloro che operano in
un’istituzione pubblica. Il suo comportamento ha compromesso sia la
credibilità esterna, sia la coesione interna della Banca d’Italia.
È vero che il Governo non ha il potere di revocare il mandato di Antonio
Fazio, ma potrebbe rimuovere rapidamente alcune anomalie di fondo: la
mancanza di un limite alla durata della carica; la governance autocratica
della Banca che permette a un Governatore di fatto eterno di concentrare
tutto il potere nelle proprie mani; l’ampiezza della discrezionalità nella
vigilanza bancaria consentita dalle leggi vigenti e dall’aver attribuito
alla Banca le competenze in materia di regolamentazione sulla concorrenza
tra banche.
Cambiare queste anomalie forse non indurrebbe Antonio Fazio alle
dimissioni, ma con ogni probabilità darebbe nuovi contorni ai suoi poteri,
riducendoli. E metterebbe le basi necessarie per una ripresa dello sviluppo
economico dell’Italia.
Troppo a lungo il Governo è rimasto in silenzio, senza esprimere il proprio
punto di vista sul comportamento di Antonio Fazio; e senza nemmeno proporre
alcun tipo di riforma. Il ministro del Tesoro, Domenico Siniscalco, si
assume una grave responsabilità, se non fa sentire la propria voce al più
presto.
Senza un tale intervento, l’Italia potrà fare affidamento solo su pressioni
esterne.
Come membro del
Consiglio direttivo del Sistema europeo di banche centrali, Antonio
Fazio è tenuto a rispettarne il Codice di condotta. I membri del Consiglio
infatti "hanno la responsabilità particolare di salvaguardare l’integrità e
la reputazione del Sistema europeo di banche centrali", che richiede loro
"di mantenere una condotta rispondente al più elevato standard morale" e
"di agire dando prova di imparzialità e discrezione" di "essere consapevoli
dell’importanza dei propri compiti e responsabilità" e "seguire una
condotta che consenta di mantenere la fiducia del pubblico nella Bce". Il
Consiglio potrebbe prendere in considerazione le recenti azioni intraprese
da Antonio Fazio e decidere se sono compatibili con questi requisiti.
Francesco Giavazzi, Università Bocconi, Milano
Luigi Spaventa, Università di Tor Vergata, Roma
Archivio Finanza
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