Una vicenda anima in questi giorni la Borsa italiana: lo scontro per il
controllo della banca Antoveneta.
I dubbi riguardano in particolare le condizioni e il ruolo svolto dalla Banca
Popolare di Lodi e dalle autorità di controllo e vigilanza.
La posizione del cacciatore e della preda
La tabella sotto mette a confronto le due banche, riepilogando alcuni dei
dati più significativi.
Valori in ’000
(Anno 2004) |
BPL |
ANT |
|
|
|
Totale attivo |
43.284.979 |
45.432.252 |
Massa Amministrata |
66.075.374 |
65.612.648 |
Patrimonio netto |
2.729.146 |
2.642.464 |
|
|
|
Margine di interesse |
981.241 |
1.371.041 |
Margine Servizi |
803.691 |
837.889 |
Margine di Intermediazione |
1.784.932 |
2.235.074 |
Risultato di Gestione |
874.406 |
1.085.971 |
Utile di esercizio |
168.382 |
282.688 |
|
|
|
ROE |
6,58% |
9,62% |
Fondi Generati dalla Gestione |
752.268 |
1.311.480 |
|
|
|
Sofferenze Nette/impieghi
Netti (%) |
1,70% |
3,7% |
Sofferenze Nette/Patrimonio
Netto (%) |
16,40% |
54,20% |
Indice Copertura Sofferenze
Nette (%) |
34,40% |
69,80% |
Patrimonio di base/Attività
di rischio ponderate |
6,35% |
5,77% |
Patrimonio di
vigilanza/Attività di rischio ponderate |
9,64% |
9,80% |
|
|
|
No. Dipendenti |
8.706 |
10.481 |
No. Sportelli Bancari |
970 |
1.004 |
|
|
|
|
|
|
Capitalizzazione (aprile ’05) |
2.444.721 |
7.638.996 |
PBV (aprile ’05) |
0,896 |
2,842 |
I due gruppi sono del tutto equivalenti dimensionalmente, sia come
massa amministrata che come total asset. Antonveneta si presenta con una
redditività migliore (anche se aveva chiuso il 2003 con oltre 800 milioni di
perdita) e con una copertura delle sofferenze doppia di quella di Popolare Lodi.
Indubbiamente, la grossa differenza sta nel loro valore di mercato delle
due banche: in questo momento Antonveneta capitalizza oltre tre volte il valore
di Bpl. A questi dati vale la pena aggiungere qualche osservazione in più su Bpl.
Un report elaborato a febbraio di quest’anno da un’analista inglese, Andrew
Sentance, mette in evidenza che Popolare Lodi, per completare alcune
acquisizioni del passato, dovrà pagare nel 2005 oltre 700 milioni di euro.
(1)
Inoltre, la banca ha iscritto in bilancio alcune partecipazioni che con
l’applicazione dei criteri Ias, potrebbero comportare svalutazioni per circa 300
milioni di euro. In particolare, tra queste c’è la partecipazione in
Caribolzano, che ancora nel bilancio 2004 è iscritta al costo e valutata 368
milioni, equivalenti a un valore di 502 euro per azione, quando nel 2004
Bayerische Landesbank ha venduto la sua quota per un’equivalente di 220 euro per
azione. Solo questa partecipazione potrebbe comportare una svalutazione di oltre
200 milioni di euro. E se non sarà svalutata, aspettiamo una spiegazione del
perché.
Domande & paradossi
Ma perché Bpl vale un terzo di Antonveneta nonostante siano due banche
abbastanza simili per dimensione e attività svolta? Antonveneta è palesemente
sopravalutata in questo momento, ma è bene ricordare che la differenza di valore
era rilevante anche prima degli ultimi eventi. Evidentemente, il mercato ha
attese in termini di redditività alquanto superiori per Antonveneta.Altrettanto
evidentemente i rilievi di Andrew Sentance su Bpl sono largamente condivisi tra
gli operatori. I numeri del resto parlano chiaro: Bpl in termini sia di Pbv che
di Pe, attuali e attesi, è all’ultimo posto tra le maggiori banche italiane.
Tutto questo rende quantomeno strano che sia Bpl (capitalizzazione: 2,4 miliardi
di euro) a scalare Ant (capitalizzazione: 7 miliardi di euro), e non viceversa.
Per la cronaca, Abn Ambro, la banca olandese che su Antonveneta ha lanciato un’Opa,
capitalizza sul mercato qualcosa come 33 miliardi di euro. In poco più di un
mese, Bpl ha acquistato sul mercato azioni di Antonveneta per circa 2
miliardi di euro e nel 2005 avrà almeno altri 700 milioni di euro da pagare.
Come pensa Bpl di finanziare tutto questo? Come ha finanziato gli acquisti fino
a questo momento? Probabilmente scambiando titoli di Stato e obbligazioni con
azioni; ma questo è un gioco un po’ rischioso. Soprattutto per una banca che ha
già una bassa copertura delle sofferenze (molto al di sotto della media
delle banche italiane), con un patrimonio che è destinato probabilmente a
intaccarsi nel 2005.
In uno scenario simile, la scelta del management di Bpl di acquistare azioni di
un’altra banca a prezzi così elevati, diciamo pure fuori mercato, non sembra
razionale. Per non parlare, poi, di chi ha autorizzato tutto questo. Si tenga
presente che il Pbv medio delle maggiori banche italiane è di circa 1,68.
Unicredito ha un Pbv di 2. A livello europeo, il Pbv medio è di 1,85; il valore
più elevato è quello di Ubs, 2,99. È credibile che Antonveneta mantenga un Pbv
di 2,84? O che valga in termini relativi quanto una banca come Ubs? La risposta
è molto semplice: no.
Immaginiamo che Bpl conquisti il controllo di Antonveneta. Ai prezzi
attuali, considerando una valutazione di Antonveneta basata su di un Pbv medio
delle banche italiane di 1,68, il premio che sta pagando sarebbe di circa il 70
per cento, qualcosa come 800 milioni di euro sugli acquisti dell’ultimo mese.
Per conquistare un altro 50 per cento, arriveremo a 2,4 miliardi. Se
consideriamo gli attuali target price su Antonveneta, medio (19,2) e mediano
(17,6), il premio si posiziona tra il 40 e il 50 per cento; a cui corrisponde un
valore di 500-650 milioni per gli acquisti dell’ultimo mese e 1,5-2 miliardi per
conquistare il 75 per cento.
Vediamo ora la cosa dal lato degli azionisti di Bpl. I benefici derivanti
dalla conquista di Antonveneta saranno maggiori dei costi e tali da recuperare
il possibile effetto diluizione legato all’aumento di capitale necessario per
finanziare l’operazione e riportare i ratios patrimoniali a livelli accettabili?
Stiamo parlando di coprire dei costi, non di possibili guadagni. Agli azionisti
attuali di Bpl bisognerebbe forse spiegare come e in quanto tempo si pensa di
recuperare i 500-800 milioni di euro già spesi come premio per acquistare
azioni di Antonveneta, ovvero dal 20 al 30 per cento e oltre della
capitalizzazione attuale di Bpl. È evidente che Bpl non è nelle condizioni di
lanciare un’Opa totalitaria su Antonveneta e dunque si guarderà bene dal
superare la soglia del 30 per cento, oltre la quale scatta l’obbligo. A questo
punto, però, non si comprende per quale motivo si è permesso a Bpl di aumentare
la sua quota, dopo che Abn Ambro aveva lanciato l’Opa. Tanto più che la
normativa impone a Bpl l’obbligo di Opa anche nel caso in cui si accordi
con altri azionisti al fine di controllare Antonveneta. Forse la strategia di
Bpl in questa vicenda è rastrellare azioni sul mercato scommettendo su un
aumento del prezzo di Opa da parte di Abn Ambro?
La conclusione a cui vogliamo arrivare è piuttosto evidente: come è possibile
che una banca nelle condizioni di Bpl, con i peggiori fondamentali di mercato,
sia stata autorizzata a rastrellare, a prezzi così alti, tante azioni sul
mercato con l’obiettivo di controllare un istituto che nella peggiore delle
ipotesi vale almeno il doppio? Secondo quali principi e quale logica di
regolamentazione prudenziale stanno ragionando in Banca d’Italia? Come
rispondono agli appunti di alcuni analisti che già stimano i ratios patrimoniali
di Bpl a un terzo del valore del 2004? Non vorremo fare i profeti di sventura,
ma per come si sono messe le cose, ci sono veramente pochi dubbi che questa
storia alla fine avrà un costo. Anche se ci vorrà ancora un po’ di tempo per
stabilire quale sia la sua dimensione, chi sarà effettivamente a pagare e quali
saranno le possibili conseguenze.
Per limitare questo costo esiste tuttavia una strada molto semplice: Bpl
fermi le sue ambizioni e aderisca all’Opa di Abn Ambro. La scelta è poco
onorevole, ma è probabilmente quella economicamente più indolore, se
consideriamo anche il fatto che circa il 5 per cento della quota di Popolare
Lodi in Anotonveneta è a prezzi di carico certamente più bassi di 25 euro per
azione.
Postilla
L’offerta pubblica di scambio di Banca Popolare Lodi su Antonveneta
prevede una valorizzazione dell’istituto di Padova pari a 26 euro per azione.
I rapporti impliciti di concambio prevedono un valore per azione di 9,2 per Bpl
e di 45 per Reti Bancarie, ipotizzando quindi un premio, rispettivamente, di
circa il 18 e 13 per cento sui prezzi attuali. Come hanno riportato tutti i
giornali, ai prezzi attuali, l’Ops di Bpl corrisponde in realtà a circa 23 euro
per azione di Antonveneta. L’offerta è sul 70 per cento del capitale.
Questo significa che in questo momento qualcuno dovrebbe pagare circa 600
milioni di euro, impliciti nella valorizzazione teorica di Antonveneta a 26
euro. Va poi aggiunto il premio che Bpl ha pagato per portare la sua
quota a quasi il 30 per cento. Il premio come abbiamo visto è presumibilmente
compreso tra i 500 e gli 800 milioni. La somma dei due premi determina un costo
totale compreso tra 1,1 e 1,4 miliardi di euro, di cui gli azionisti di Bpl e di
Antonveneta dovranno farsi carico.
Guadagni certi e incerti
Nel progetto di Ops elaborato da Bpl si legge: "Il nuovo Gruppo,
caratterizzato da nuove potenzialità di crescita, da un’intensa creazione di
valore e da interessanti sinergie in termini di ricavi e di costi superiori ai
300 milioni di euro, costituirà un rafforzamento del comparto creditizio
italiano e un forte richiamo per altre realtà della stessa categoria e
dimensioni". Belle parole a parte, ora come ora la cosa risulta piuttosto vaga.
A partire da questi ipotetici 300 milioni: sono le effettive sinergie che
si avranno ogni anno (si sta considerando ad esempio i maggiori costi per
interessi passivi legati alle emissioni obbligazionarie previste dal soggetto di
Ops)? E da quando? È piuttosto evidente infatti che fa molta differenza se tutto
questo si pensa di averlo entro due, tre, cinque o dieci anni.
Ma prendiamo per buoni questi dati e immaginiamo che questi benefici
siano permanenti e si concretizzino in un tempo ragionevole di tre anni.
Ipotizzando un tax rate del 40 per cento e un costo del capitale del 9,5 per
cento (data la situazione, non è certo una stima per eccesso), abbiamo una
potenziale creazione di valore pari a circa 1,4 miliardi di euro, appena in
grado di coprire i soli costi vivi dell’operazione. Non vi sono compresi,
comunque, il costo dei consulenti e quelli legati alla complessa operazione di
aumento di capitale di Bpl che non sono certo poca cosa. L’offerta di Abn
Ambro prevede un’Opa sull’intero capitale: 25 euro in contanti per
ogni azione di Antonveneta. Gli attuali azionisti di Antonveneta, se potranno,
dovranno quindi scegliere tra un guadagno certo e l’ipotesi di dover pagare
subito qualcosa, con la speranza di recuperare poi, e nella migliore delle
ipotesi, poco più di quello che hanno già pagato. Naturalmente, sempre che con
il tempo non emergano problemi di stabilità finanziaria, visto che come ha
rilevato giustamente Alessandro Penati su Repubblica, Bpl assomiglia sempre di
più a un hedge fund più che a una Banca, e che ovviamente le sinergie di 300
milioni stimate da Bpl diventino una realtà nel giro di pochi anni e non
risultino sovrastimate. Abn Ambro stima in poco più della metà i risparmi in
termini di costi e da indiscrezioni di stampa in circa 100 milioni quelle in
termini di ricavi. In bocca al lupo!
(1) Il report su Bpl di
Andrew Sentance per Gestnord si trova nel sito di Borsa Italiana. Dopo la
pubblicazione, Sentance è stato licenziato dal gruppo che fa capo a Maurizio
Sella (presidente Abi) con la seguente motivazione "aver divulgato a terzi (tra
cui l’agenzia Bloomberg) informazioni relative a Bpl, delle quali è venuto a
conoscenza in ragione del suo rapporto di collaborazione" (vedi l’Espresso del
18 marzo). Chiunque abbia letto quel report si sarà accorto che non c’è nulla di
veramente rilevante che non possa essere ricavato dai documenti ufficiali e
dalla stampa.
Il tempo delle regole - Indice Generale dell' Articolo
29/07/2005 Il Tempo delle Regole - Antonveneta, i paradossi di una battaglia Una vicenda anima in questi giorni la Borsa italiana: lo scontro per il controllo della banca Antoveneta.
I dubbi riguardano in particolare le condizioni e il ruolo svolto dalla Banca Popolare di Lodi e dalle autorità di controllo e vigilanza...
29/07/2005 I costi della mancata concorrenza Il tempo delle regole. Il possibile compromesso alla Camera…Nell’ ambito del dibattito sul risparmio, si sta delineando un compromesso sul ruolo della Banca d’ Italia: potrà tenersi il controllo di fatto del sistema bancario, vincendo così la concorrenza dell’Antitrust, in cambio di un qualche limite sul mandato del governatore
29/07/2005 Settore Bancario, la Miglior Difesa è l'Attacco Il dibattito sui futuri assetti del settore bancario in Italia e sulla gli orientamenti in materia della Banca d’Italia è attualmente focalizzato sull’apertura del nostro mercato ai gruppi esteri. Minore attenzione viene data a quale debba essere il modello di specializzazione delle nostre banche, soprattutto quelle maggiori. Eppure, si tratta di una questione cruciale, tanto più in una fase in cui l’economia italiana soffre per la scarsa capacità competitiva...
29/07/2005 Le Banche Estere sono Cattive? Nel tradizionale discorso al Forex il governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, ha risposto alla lettera pubblica con la quale il commissario Parlamento europeo, il Consiglio dell’ Unione europea, la Commissione europea, la Corte di giustizia e la ......Ue al Mercato interno, Charlie McCreevy, aveva chiesto rassicurazioni sul suo impegno a favore di un sistema
29/07/2005 Un Governatore è per sempre La pax bancaria, improvvisamente scoppiata fra Governo e via Nazionale con le dimissioni di Tremonti ha mandato in soffitta anche tutta la parte di riforma relativa all'architettura dei poteri di vigilanza e al mandato del Governatore. La riforma, se mai si farà, sarà realizzata a pezzi e bocconi, utilizzando i veicoli legislativi più...
29/07/2005 Risposte lente e sbagliate Come negli Stati Uniti dopo Enron, la politica si è subito attivata per dare una risposta legislativa allo scandalo Parmalat. Non si può certo dire che alla velocità di reazione iniziale abbiano fatto seguito risultati altrettanto rapidi. Il rischio di far ancora peggio
29/07/2005 Tre punti critici e un Ddl L'esame del disegno di legge per la tutela del risparmio inciampa di nuovo, con le dimissioni del relatore di maggioranza, in un clima rarefatto nel quale le truppe dei sostenitori sembrano ogni giorno assottigliarsi.
Eppure, il provvedimento resta necessario e urgente. Sul fronte internazionale...
29/07/2005 Se non ora quando? "La Banca motiva, da sempre, le sue decisioni. Sistematicamente, con la diffusione di relazioni e studi nelle sedi istituzionali, rende conto delle proprie analisi e del proprio operato". Con queste parole il governatore ha risposto, con encomiabile orgoglio istituzionale, a quanti giudicano inadeguata l'accountability della nostra banca centrale...
29/07/2005 La tela di Penelope della tutela del risparmio La predisposizione definitiva del progetto di legge in materia di tutela del risparmio e disciplina dei mercati finanziari non si è ancora conclusa, dopo le emergenze di questo inverno sul caso Parmalat e Cirio. La duplice esigenza di assicurare una risposta rapida, ma anche organica e convincente, non ha quindi trovato ancora una sua composizione. ..
29/07/2005 Gli obiettivi e gli strumenti Anche la saggezza proverbiale sa che "prendere due piccioni con una fava" è un esito di per sé non impossibile, ma comunque affidato a circostanze fortuite e fortunate...
29/07/2005 Le qualità di un'Authority Il caso Parmalat rappresenta una grande opportunità e un grande rischio per l'ordinamento della finanza.. Opportunità e rischi. Nel corso della storia le crisi finanziarie, grandi o piccole che siano, sono sempre stati utili, anche se a volte tragici e costosissimi, stimoli per legislatori sonnolenti a occuparsi con più attenzione della tutela dei risparmiatori.
29/07/2005 Come riordinare i controlli I fatti gravissimi della crisi Parmalat gettano nuovo discredito sul mercato finanziario e il sistema dei controlli dell'Italia, dopo il fallimento della Cirio e numerosi episodi di collocamento di strumenti finanziari discutibili presso i risparmiatori. Al di là delle responsabilità per ciascun episodio, che andranno...
29/07/2005 Chi deve vigilare sulle banche L'opportunità che alle banche centrali siano affidati, oltre al compito di garantire la stabilità dei prezzi, altre responsabilità, in particolare per quanto riguarda la stabilità del sistema finanziario, è da sempre oggetto di analisi teoriche che sottolineano i benefici relativi di sistemi alternativi. Sebbene le banche centrali...
29/07/2005 Le curiose idee del Governatore su banche e assicurazioni, Banche e assicurazioni (penso in particolare a quelle più attive nel settore delle polizze "vita") si distinguono per la caratteristica molto diversa dei loro bilanci. Le compagnie di assicurazione hanno una raccolta molto stabile, i premi, e impegni a lungo termine e poco liquidi: la scadenza di una tipica polizza vita...
29/07/2005 Autorità indipendenti: hanno ballato una sola estate Sta avvicinandosi per le Autorità Indipendenti la fase del declino, dopo il ruolo di primo piano giocato negli anni Novanta? O siamo invece in una fase di utile ripensamento per riordinare e razionalizzare il quadro delle Agenzie oggi operanti in Italia? I segnali
Archivio Finanza
|