In questi giorni di metà dicembre, con i cieli plumbei
solcati da nuvoloni neri che si fronteggiano con furia belluina, i corsi d'acqua
in piena che borbottano minacciosi e le montagne infiocchettate di neve come mai
prima d'ora in questo periodo, lo "spirito natalizio" sembra permeare ogni cosa,
fino a penetrare nelle nostre anime aride d'inguaribili pessimisti.
Il Presidente degli Stati Uniti G.W. Bush, recatosi in terra d'Iraq per un
saluto di commiato da porgere alla colonia in occasione della scadenza del suo
mandato, ha finalmente portato alla luce quelle armi di distruzione di massa che
per tanti anni hanno albergato solamente nella sua fantasia ed in quella di
pochi suoi fedelissimi. Si trattava di un paio di scarpe numero 42 che sibilando
sinistramente sono sfrecciate poco sopra la sua testa, senza che nessun missile
patriot riuscisse preventivamente ad intercettarle. Scarpe provenienti certo
dall'arsenale segreto di Saddam, che un giornalista iracheno addestratosi a
lungo nei campi di Al Quaeda nell’attesa del momento propizio, gli ha lanciato
contro con destrezza, apostrofandolo contemporaneamente come "cane" fra lo
stupore degli astanti, provocando un certo risentimento fra tutti i quattro
zampe che hanno dimostrato di non gradire affatto il paragone.
In Italia il PD di Veltroni somiglia sempre più alla vecchia Democrazia
Cristiana durante il periodo di tangentopoli. Il numero degli inquisiti continua
a salire ogni giorno di più e gli scandali si susseguono uno dopo l'altro senza
soluzione di continuità. Veltroni, ormai drammaticamente a corto di fantasia,
inveisce contro la magistratura che avrebbe preso di mira il suo partito,
pronunciando le stesse frasi che Berlusconi ripete ormai da quasi 15 anni. Tutti
si affannano a discutere della "questione morale", ma non si comprende bene come
il ladrocinio qualora praticato all'ombra di un partito cessi di essere "furto"
per trasformarsi semplicemente in un'azione moralmente discutibile.
Le elezioni in Abruzzo hanno decretato il crollo del PD, che dopo gli scandali
si è manifestato molto più vicino ai penitenziari piuttosto che non agli
elettori. Nonostante lo scontato successo del PDL i veri vincitori sono
risultati l'astensione, che ha portato un abruzzese su due a disertare le urne e
Antonio Di Pietro, al quale ormai basta fare opposizione poco e male per
raccogliere a piene mani voti dal partito
ombra di Veltroni che non riesce a fare neppure questo.
Silvio Berlusconi si è appropriato della filosofia
Unieuro e simile ad un venditore di lavatrici e televisori esorta gli
italiani ad essere ottimisti e spendere a più non posso nei regali di Natale.
L'importante è sostenere i consumi, smentendo le cassandre e fugando i fantasmi
della recessione. Ora che la social card di Tremonti ha risolto i problemi
relativi alla spesa alimentare delle famiglie si può osare di più, va bene anche
un alberello acquistato a credito o un TV al plasma preso a rate con il rimborso
a partire da aprile 2009. Va bene anche l'abbonamento a SKY di "Pasquale" o un
cucciolo robot che riesca a deliziare i bimbi senza sporcare in casa. Natale
viene una volta l'anno ed ogni cittadino è chiamato a fare la sua parte di buon
consumatore che contribuisce a far girare l'economia, senza rimuginare sul fatto
che anche volendo applicarsi mancherebbero i danari, come fanno i soliti
pessimisti.
Nel mondo non si vendono più auto, probabilmente perché nel corso dell'ultimo
secolo se ne sono vendute troppe e molte persone hanno iniziato a prendere
coscienza del fatto che il mantenimento del "parco auto" (con relative tasse,
gabelle, multe e riparazioni) ha un peso insostenibile all'interno del bilancio
famigliare.
Dagli Stati Uniti all'Europa tutti i magnati dell'auto che per un secolo hanno
accumulato fortune miliardarie all’interno dei propri forzieri, lamentano il
crollo delle vendite e domandano l'appoggio statale che li aiuti a socializzare
le perdite che, a differenza di quanto accaduto con gli utili, aspirano a
condividere con il resto della collettività.
In Italia proprio Walter Veltroni risulta essere in prima fila fra coloro che
esortano il governo ad aiutare economicamente la Fiat, sulla falsariga di quanto
sta avvenendo negli altri paesi con le industrie automobilistiche nazionali.
Esortazioni del tutto superflue dal momento che gli aiuti di fatto sono già
stati stanziati, in quanto la Fiat proprio in questi giorni ha deciso che i
propri stabilimenti resteranno chiusi per un mese intero, scaricando in questo
modo sulla collettività (attraverso la cassa integrazione) l'onere degli
stipendi dei propri dipendenti.
In Irlanda è scoppiato il caso del maiale alla diossina che ha tenuto banco per
molti giorni sulle pagine dei giornali, ed anche l’ipotesi che la UE pretenda di
ripetere il referendum che ha
bocciato il
trattato di Lisbona, probabilmente ad oltranza fino al momento in cui
vinceranno i SI, ma di questo i giornali hanno parlato molto meno.
In Italia Freccia Rossa ha inaugurato l’era del TAV “taroccato” riuscendo
perfino a peggiorare (chiunque avrebbe giurato che sarebbe stato impossibile) la
drammatica condizione dei pendolari e dimostrando che al peggio davvero non c’è
mai fine.
Negli Stati Uniti la FED ha tagliato il tasso di sconto (ora è compreso fra 0 e
0,25%) probabilmente per l’ultima volta, dal momento che a partire dalla
prossima manovra le banche dovranno provvedere a pagare chi prende soldi a
prestito. Sempre negli USA gli agenti immobiliari hanno iniziato a noleggiare
dei pullmann per portare i propri clienti a visitare le case espropriate ai
proprietari schiacciati dai debiti, e davvero lo spirito del Natale fatica a
manifestarsi all’interno di questi tour ai quali i proprietari rovinati sono
costretti ad assistere loro malgrado.
Ma nonostante tutto siamo ormai giunti nella settimana prenatalizia deputata
allo shopping per antonomasia, in quei giorni dell’anno durante i quali anche il
più cinico degli animi non può fare a meno di aprirsi verso gli altri e
trasudare bontà, comprensione, amore verso il prossimo.Cammineremo fra le vie
dei centri cittadini
barbaglianti di luci, fra abeti che sfavillano intarsiati di lampadine,
luminarie iridescenti che baluginano abbarbicate sopra le nostre teste, stelle
comete, Babbi Natale e pacchetti regalo che occhieggiano in ogni dove,
accattivanti, rassicuranti, a trasudare serenità e letizia, a dimostrarci che i
mutamenti climatici e la crisi economica sono soltanto fantasie da disfattisti.
I nostri sguardi si specchieranno dentro all’allettevole cornice delle vetrine,
per inebriarsi di luci e colori, le musichette natalizie ci delizieranno
riportandoci a quando eravamo bambini ed aprivamo i regali sotto l’albero con il
visetto giocondo che si arrubinava tutto per l’emozione. Intorno a noi trepiderà
un alluciolio così sfolgorante, gioioso, perfetto da farci sentire in colpa, noi
ed il nostro inguaribile pessimismo che ci impedisce di consumare come dovremmo.
Marco Cedolin -
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