Con quale programma economico il Movimento 5 Stelle affronterà le elezioni politiche? Possiamo farcene un'idea analizzando quello presentato per il voto in Sicilia. Accanto al modello del chilometro zero, non mancano le sorprese. Soprattuto nel linguaggio.
Tra qualche settimana, i partiti presenteranno agli italiani,
all’interno di un programma elettorale con più capitoli, le loro
idee-guida relative alla politica economica che intendono
realizzare, se premiati dal consenso elettorale. Sul punto, c’è
abbondanza di bozze provvisorie, indicazioni di massima, documenti di
intenti. Oltre, ovviamente, al profluvio di dichiarazioni, mezze
frasi, ammiccamenti offerti dai talk-show televisivi.
PARTITI E PROGRAMMI
Dal dibattito che ha caratterizzato le elezioni siciliane non
si ricavano anticipazioni significative sul tema. Tutti i programmi,
quasi pescando dalla stessa cassetta degli attrezzi, finiscono col
prospettare, senza entrare nel dettaglio, policy già conosciute, in
gran parte mere liste dei desideri: aggiustamento dei conti ed
eliminazione degli sprechi, piena occupazione, sviluppo delle energie
alternative e del settore agroalimentare, turismo ecocompatibile e
valorizzazione dei beni culturali, snellimento burocratico, lotta alla
mafia.
Più creatività e innovazione di proposte emerge invece dal programma
elettorale del Movimento 5 Stelle, o meglio dalle sue parti
dedicate all’economia. (1) Un programma, val la pena di
annotare, considerato in continua evoluzione e revisione, quindi
aperto alle proposte che verranno avanzate e votate dai cittadini
attivi su Liquid Feedback. (2) Per quanto elaborato per la
Sicilia, la sua lettura permette di individuare ben precisi filoni di
pensiero così da poter comprendere, con maggiore precisione il
background culturale della Grilloeconomics. È comunque
opportuno sottolineare che il nostro è uno sguardo a volo d’uccello,
senza alcuna pretesa di completezza o, peggio, volontà di individuare
a ogni costo tesi forse troppo originali o eccentriche, sulle quali
esercitare ironia. (3) Tesi eccentriche, del resto, sono
presenti anche in altri documenti progettuali, come per esempio il
recupero del turismo religioso, una proposta avanzata niente di meno
che dalla Confindustria, la quale, in mancanza di altro, invoca un
“miracolo in Sicilia” per superare la recessione.
QUATTRO CAPISALDI
La lettura del programma del Movimento 5 Stelle, cui rinviamo il
lettore più desideroso di completezza, permette di individuare quattro
filoni di pensiero, l’abbozzo di un modello economico, l’adesione a
due nuovi paradigmi, una concessione al “ribellismo”. Andiamo per
ordine.
I filoni di pensiero sono l’ambientalismo, l’austerità (dai limiti al
rumore delle discoteche alla drastica riduzione dei costi della
politica), la democrazia diretta, la meritocrazia (un po’ a sorpresa,
visto il carattere movimentista dei “grillini”) e infine, la
trasparenza e la legalità.
C’è poi un modello economico che può ricostruirsi, quasi fosse un
puzzle, mettendo insieme proposte sparse nel programma. Un modello
simil-autarchico a “chilometro zero”, nel quale si prevede di
soddisfare la domanda locale con le produzioni locali,
destinando le eccedenze ed eccellenze al mercato estero, di esercitare
un occhiuto controllo sulle derrate alimentari al loro ingresso nel
territorio, di soddisfare la domanda interna soprattutto con la
produzione interna. La parte di domanda che non dovesse essere
soddisfatta dalla produzione locale dovrebbe essere coperta con beni
italiani, e, se esteri, con beni appartenenti per quanto possibile ai
prodotti del mercato equo e solidale, con qualità controllata
da enti non-profit, non governativi internazionali a partecipazione
italiana (pag. 29).
Il salto di paradigma viene esemplificato dall’intendimento, per
valutare lo stato dell’economia, di usare indicatori alternativi al
Pil, come l’Hpi (Happy planet index), il Pil Verde e il Fil
(felicità interna lorda), in linea peraltro con la ricerca dell’Istat,
il cosiddetto progetto Bes (benessere equo solidale). E dal
richiamo al valore della slow life: far prevalere ritmi di vita non
incalzanti con un’agenda di impegni e di relazioni orientata ai
rapporti umani e all’autenticità.
La concessione al “ribellismo” si traduce nell’obiettivo, nel settore
dell’agricoltura, di bloccare le imposte e i contributi con
sospensioni immediate di cartelle esattoriali e successivo pagamento
rateale senza interessi.
Nel programma per la Sicilia manca totalmente un esercizio (o quanto
meno il rimando alla necessità di compierlo): dati i fondi regionali
ed europei disponibili e considerati i tagli dei trasferimenti statali
nel prossimo triennio, cosa è possibile fare per l’occupazione,
l’azzeramento di diseconomie esterne, il recupero di divari nei
servizi con altre Regioni?
Ovviamente, il limite della nostra analisi è che il programma è stato
elaborato per un contesto particolare (la Sicilia). E bisogna anche
riconoscere la difficoltà di afferrare il filo rosso in
un’elaborazione compiuta probabilmente a più mani e con competenze
diverse.
Ma una ricognizione di questo tipo ha una sua utilità: permette di
iniziare a comprendere, seppur per sommi capi, logiche di analisi,
riferimenti culturali, grado di approfondimento della
Grilloeconomics. In transito dal laboratorio siciliano al
Tricolore Nazionale.
Ed emergono alcune sorprese: un tentativo finalizzato a
presentare proposte che, salvo qualche requisitoria sui costi della
politica, concede assai poco alle critiche dell’esistente, anzi, in
certi paragrafi, tende a razionalizzarlo e rafforzarlo. Con una piena
adesione, per esempio, allo spirito dello Statuto speciale
della Regione, del quale, lungi dal seguire il “main stream” del
dibattito sui difetti dell’autonomismo, auspica addirittura una
compiuta applicazione. C’è dunque apparentemente un Grillo che “grida”
ai suoi potenziali elettori non disdegnando il lessico ingiurioso, e
un Grillo che “parla” ai suoi elettori con un lessico ragionato
e, per alcuni tratti, addirittura sofisticato. Quasi i “vaffa”
costituissero il mantra opportuno per arrivare presto e bene alla
felicità. È un’ipotesi di lavoro o, più semplicemente, una
contraddizione?
* Già assessore all’Istruzione e alla Formazione professionale
della Regione Sicilia dal gennaio 2010 al giugno 2012.
(1) Movimento Cinque
Stelle Sicilia, programma elettorale VO.1 (15.9.2012)
(2) Al momento della stesura di questo articolo risultano solo
tre contributi al programma: uno di generico incoraggiamento, un
secondo di denunzia sui privilegi dei parlamentari siciliani e un
terzo, a firma di Alex Zanotelli, sulla dittatura delle banche.
(3) Come fa, ad esempio, S. Cingolani, “Più Fil per tutti. Un
programma da comico”, Panorama, n. 79, 7 novembre 2012.
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