A favore 314 deputati, 291 contrari. Dopo aver votato, Berlusconi ha
indossato il fazzoletto verde
Oggi i padani esultano per la tassa di soggiorno comunale. Sembra
lontanissimo il '98, quando il senatur distribuiva un documento intitolato
"Attacco generale per la liberazione dei nostri popoli"
La perfezione non esiste ma
quella sul federalismo è una buona legge". Così Umberto Bossi ha commentato,
poco prima del voto di fiducia, la riforma bandiera del Carroccio. Il coro
"Bossi, Bossi" ha accolto la dichiarazione del capogruppo alla Camera Marco
Reguzzoni, che ha parlato di "riforma rivoluzionaria". Dai banchi
dell'opposizione qualcuno ha risposto al coro con "scemi, scemi". Il senatur,
negli anni, ha abituato i suoi elettori ad abbassare l'asticella delle
pretese, facendo dimenticare la secessione, che negli anni '90 veniva
teorizzata in un "piano di rinascita padana"
(leggi l'articolo di Elisabetta Reguitti). Per farlo, lo stato
maggiore del partito ha dovuto accettare compromessi ed eliminare il dissenso
interno: ne sa qualcosa
Davide Lovat, espulso via sms per aver sollevato la questione morale in Veneto
(leggi l'articolo di Emiliano Liuzzi). Ma anche Marco Marsili,
assistente di un'assessore leghista in Lombardia, licenziato in tronco perché
ha scritto un libro sul bunga bunga
(leggi l'articolo di Eleonora Bianchini). Intolleranti alle
critiche, i dirigenti leghisti sono rimasti accondiscendenti con gli esponenti
capaci di alimentare gli istinti xenofobi della pancia dell'elettorato. Come
Danilo Narduzzi, capogruppo in Friuli Venezia Giulia, che oggi ha dichiarato:
"Gli immigrati dalla Libia? Li manderei nei campi di lavoro in Aspromonte"
(leggi l'articolo). Per lui non sono previsti provvedimenti
disciplinari
IL CARROCCIO PRONTO A STRAPPARE UN ALTRO MINISTERO
"Il 29 MAGGIO SARA' FESTA REGIONALE". IN LOMBARDIA LA LEGA FA LA VOCE GROSSA
02/02/2011 Il Carroccio pronto a strappare un altro ministero (http://www.ilfattoquotidiano.it)
Se dovessero essere confermate le voci che vogliono Giancarlo Galan
al ministero dei Beni culturali al posto del dimissionario Sandro
Bondi, la Lega strapperebbe un altro ministero, quello alle
Politiche agricole, uno dei posti molto cari al senatùr e ai suoi. La
conferma ufficiale non c’è, ma sarebbe la contropartita naturale per i
parlamentari del Carroccio dopo due mesi di tempesta Ruby. Più di una volta i
vertici della Lega sono arrivati al punto di staccare la
spina al governo Berlusconi, ma hanno retto. Anche a costo di rimmetterci. E
Berlusconi non ha nessuna intenzione di sbarrare la strada a un altro ministro
leghista.
Che il piccolo rimpasto sia pronto lo lascia intendere anche Umberto
Bossi, dopo il voto di fiducia sul federalismo municipale. “Io non so
niente ma Bricolo ha la faccia da agricoltore. Poi abita a Sommacampagna… è
nel destino”. Umberto Bossi scherza con i cronisti a Montecitorio e risponde
così a chi gli chiede se il capogruppo della Lega al Senato Federico
Bricolo possa essere indicato come nuovo ministro dell’Agricoltura. E
pure se dovesse invece essere il “siciliano Saverio Romano”
il prossimo ministro, Bossi non vede nessun problema: “A noi va bene tutto –
dice – Basta che si risolva problema delle quote latte”.
Un rimpasto che nemmeno Galan, uno dei diretti interessati, ha smentito. Alle
domande dei cronisti ha risposto di essere molto contento del lavoro fatto
fino a oggi.
“Il ministero dei Beni culturali è il più bello, ma a me dispiacerebbe
lasciare quello dell’Agricoltura”. Galan non nega il corteggiamento di
Berlusconi. “Bondi – ha spiegato Galan – non aveva più voglia di fare il
ministro. Che il ministero della Cultura fosse per me il più bello di tutti,
il più affascinante, questo non è un mistero. Però – ha aggiunto – adesso mi
dispiacerebbe lasciare il ministero dell’Agricoltura perché mi sto divertendo,
sto anche facendo delle cose non male, lo sto gestendo in modo diverso dalla
stragrande maggioranza dei miei predecessori, che ci ha fatto solo delle
clientele. Poi bisogna dire che i mariti – ha ironizzato – sono sempre gli
ultimi a sapere”. E chi prenderà la decisione? “Non lo so, io no di sicuro”,
ha concluso Galan.
Le voci del rimpasto che girano riferiscono che Paolo Bonaiuti
andrebbe al posto Ronchi alle politiche europee, Bricolo diventerebbe
appunto ministro dell’Agricoltura e Galan alla Cultura.
La poltrona di viceministro alle Attività produttive verrebbe occupata da
Anna Maria Bernini, molto apprezzata da Berlusconi. Solo in
un secondo momento, invece, verrebbero nominati i sottosegretari: il premier
vuole usare quest’arma per allettare quanti più parlamemtari possibili a fare
il salto nella maggioranza. Anche perché il rimpasto averrebbe solo con la
Camera a quota 625 per la maggioranza, mentre adesso stenta ad arrivare a 320.
Una campagna acquisti che evidentemente non è terminata e, questa volta, il
giusto compenso sarebbero le poltrone da sottosegretario.
Rimarrebbe fuori dal giro Fabrizio Cicchitto, che alla
Cultura sarebbe andato più che volentieri: sarebbe stato Berlusconi stesso a
fermarlo perché in questa fase non potrebbe permettersi di fare a meno del suo
uomo ombra, uno dei più esposti dal punto di vista mediatico e colui che in
questi ultimi tempi ha retto meglio di altri allo stress del Rubygate.
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