Un amministratore
capo della più grande compagnia farmaceutica inglese, la GlaxoSmithKline (GSK),
ha ammesso che la maggior parte dei farmaci prescritti non funziona nella
maggioranza dei pazienti.
Allen Roses, vicepresidente della linea genetica della GSK ha detto che meno
della metà dei pazienti ai quali sono stati prescritti alcuni dei farmaci più
costosi ne hanno ottenuto un qualche beneficio. E' un segreto di Pulcinella
all'interno delle industrie farmaceutiche che la maggioranza dei loro prodotti
siano inefficaci, ma è la prima volta che questo viene affermato in pubblico.
I suoi commenti giungono alcuni giorni dopo la notizia che la spesa farmaceutica
del servizio sanitario inglese è salita di quasi il 50% in 3 anni. La GSK ha
annunciato la scorsa settimana di avere in fase sperimentale più di 20 nuovi
farmaci che potrebbe portare alla compagnia introiti fino a $1bn (£600m) l'anno.
Il Dr Roses, un genetista della Università Duke del North Carolina, ha parlato
ad un recente incontro scientifico a Londra, portando analisi di come differenti
classi di farmaci funzionano nei reali pazienti.
I
farmaci per la malattia di Alzheimer si dimostrano attivi in meno di 1/3 dei
pazienti, mentre gli antitumorali lo sono solo in 1 paziente su 4. Farmaci per
l'emicrania, l'osteoporosi, e le artropatie funzionano in circa la metà dei
soggetti trattati. La maggior parte dei farmaci sono efficaci in meno di un
paziente su due trattati: questo comportamento dipenderebbe in modo particolare
dalla presenza o assenza di determinati geni capaci di interagire in qualche
modo con i farmaci assunti.
"La stragrande maggioranza dei farmaci – più del 90% - funzionano solo nel
30-50% delle persone" ha affermato il Dr. Roses "Con questo non voglio dire che
la maggior parte dei farmaci siano inefficaci. Voglio dire che la maggior parte
dei farmaci agiscono solo nel 30-50% dei soggetti. I farmaci vanno bene per il
mercato, ma non hanno efficacia in tutti quelli che li assumono".
Alcuni analisti economici hanno commentato che le frasi di Roses sembrano una
reminescenza della gaffe che nel 1991 fu pronunciata dal gioielliere, Gerald
Ratner, quando affermò che il successo dei suoi negozi era dovuto alla vendita
di "complete schifezze". Mentre, per altri, Roses merita rispetto per essere
stato onesto e aver detto questo fatto poco pubblicizzato, sebbene noto da anni
all'industria farmaceutica.
"Roses
è un individuo abile e quello che ha detto sorprenderà l'opinione pubblica ma
non i suoi colleghi" ha detto un ricercatore industriale "E' un pioniere di una
nuova cultura negli affari farmaceutici, basata sullo studio dei geni per
valutare chi potrà beneficiare di un determinato farmaco".
Dr Roses ha una reputazione notevole nel campo della "farmacogenetica" –
l'applicazione della genetica umana allo sviluppo dei farmaci – e i suoi
commenti si possono leggere come un tentativo per spingere l'industria a
realizzare un futuro in cui sia possibile somministrare farmaci ad un numero più
piccolo di pazienti dotati però di specifici geni.
L'idea è di poter identificare i "responders" – cioè coloro che beneficeranno
del prodotto – con un semplice ed economico test genetico, capace di individuare
i non-responders che potrebbero trarre vantaggio dall'impiego di un altro
farmaco.
Questo è un indirizzo contrario alla attuale cultura di mercato presente
all'interno dell'industria farmaceutica, tesa a vendere il maggior numero di
farmaci possibile al più grande numero di pazienti – una cultura che ha portato
la GSK al rango di una tra le compagnie farmaceutiche con i maggiori profitti,
il che però ha anche il significato che la maggior parte dei farmaci venduti
sono stati per lo più inutili, se non addirittura pericolosi per molti pazienti.>
Il Dr Roses ha dichiarato inoltre che i medici nel trattare routinariamente i
pazienti applicano l'approccio "trial-and-error", cioè se un farmaco non
funziona ce n'è sempre pronto un altro. "Io penso che sia nell'esperienza di
ognuno constatare che farmaci diversi sono stati provati per curare la propria
cefalea o lombalgia. E' nell'esperienza di tutti, anche se non se ne riesce a
capire il motivo. In realtà la ragione sta nel fatto che abbiamo diverse
suscettibilità all'effetto di un farmaco e che questa diversa capacità di
rispondere è genetica".
Nessuno, né il servizio sanitario che paga né il paziente, desidera che si
prescrivano farmaci inefficaci. La farmacogenetica è la promessa per rimuovere
molta della attuale incertezza".
Frequenza di risposta:
(Settore terapeutico: Percentuale di efficacia del farmaco)
· Alzheimer: 30
· Analgesici (Cox-2): 80
· Asma: 60
· Aritmie cardiache: 60
· Depressione (SSRI): 62
· Diabete: 57
· Epatite C (HCV): 47
· Incontinenza: 40
· Emicrania (acuta): 52
· Emicrania (profilassi): 50
· Oncologia: 25
· Artrite reumatoide: 50
· Schizofrenia: 60
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