Non si debbono "trasformare in diritti" quelli che sono
"interessi privati o doveri che stridono con la legge naturale": e' il principio
richiamato oggi dal Papa, che ha aperto con il suo discorso il Congresso
Intermazionale sul Diritto Naturale promosso dalla Pontificia Universita'
Lateranense, in riferimento alle leggi sulle coppie di fatto. "Un'applicazione
molto concreta di questo principio - ha spiegato il Pontefice - si trova se si
fa riferimento alla famiglia, cioe' all'intima comunione di vita fondata dal
Creatore e regolata con leggi proprie. Essa ha la sua stabilita' per Ordinamento
Divino. Il bene sia dei coniugi che della societa' non dipende dall'arbitrio".
Nessuna legge - ha scandito - puo' sovvertire la norma del
Creatore senza rendere precario il futuro della societa' con leggi in netto
contrasto con il diritto naturale". Il Papa ha denunciato il fatto che invece
della verita' si cerca il "compromesso tra diversi interessi che inevitabilmente
si incontrano". E si ignorano cosi' "norme inderogabili e cogenti che non
dipendono dalla volonta' del legislatore o dal consenso degli Stati, ma
precedono la legge umana e per questo non ammettono deroghe da parte di
nessuno". Sui 'dico' ha preannunciato una formale presa di posizione della
Chiesa il presidente della Cei, card. Camillo Ruini, a margine del convegno
dell'Opera romana Pellegrinaggi.
"Su queste cose - ha detto rispondendo alle domande dei giornalisti - sono gia'
state dette da parte nostra tante cose importanti e, credo, quanto era
necessario. E' inutile che io ora aggiunga qualche battuta estemporanea. La
presa di posizione a livello di Magistero della Chiesa sara' "una parola
meditata, ufficiale e accreditata". Reazioni diverse, come previsto a livello
politico. Critici gli esponenti dell'opposizione, da Pisanu ("il ddl sui dico va
ritirato") a Schifani ("Prodi usa purtroppo i temi etici per risolvere la
difficile gestione della sua maggioranza") a La Loggia ("L'allarme della chiesa
deve essere recepito con immediatezza e fatto proprio da tutti cattolici...").
Favorevoli, pur con 'distinguo', quelli della maggioranza: da Zanda ("ddl
equilibrato, ci sono tutte le condizioni perche alla fine venga apporovato dal
parlamento") a Monaco ("Dall'annunciata nota della Cei mi attendo argomenti
persuasivi") e a Cacciari, piu' critico nei confronti della Chiesa ("E'
sbagliato il modo in cui imposta la questione...tradisce se stessa"). Ma
Mastella mantiene le sue posizioni ("Su argomenti come quello delle coppie di
fatto, la scelta e la valutazione doveva essere lasciata alla liberta' delle
forze in campo...". "Il governo non puo' porre la fiducia sulle coppie di fatto,
sui Dico sarebbe una forma di violenza al Parlamento"). Sicuro infine Cesare
Salvi ("E' presto per dare una indicazione, ma una cosa e' certa: il ddl non
sara' messo nel cassetto").
Archivio DICO
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