uando nella legge finanziaria il Governo stanzio' 1000 euro per i neonati italiani e
comunitari. La lettera di "invito" del Presidente del Consiglio a
ritirare il bonus fu spedita per errore a migliaia di famiglie di
cittadini stranieri, che si presentarono alle Poste per ritirare
questo bonus, che per errore fu pagato. Nei mesi successivi,
scoppiato il caso, il ministero dell'Economia inizio' a richiedere
indietro le somme percepite senza averne diritto, ma poi ha
stabilito che chi ancora non ha restituito il bonus puo' tenerlo. Ma
nulla e' stato detto sulle conseguenze penali che gli stranieri
potrebbero subire e le procure stanno inviando a migliaia gli
avvisi di reato. In merito abbiamo fatto presentare anche
un'interpellanza parlamentare. Qui tutte le informazioni del caso:
23/08/2006 Bonus Bebč Interpellanza dell'on Donatella Poretti
Interpellanza dell'on Donatella Poretti al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'Economia ed al Ministro di Giustizia...
26/07/2006 Bonus Bebč. Gli Stranieri che ne hanno fruito rischiano un Procedimento Penale. Urge un Intervento del Ministro di Grazia e Giustizia
In attesa di un provvedimento del Governo, proponiamo un vademecum
rivolto alle migliaia di persone che si ritrovano, o si
ritroveranno, indagate.
COME FARE A SAPERE SE SI E' INDAGATI
Chi e' indagato per la commissione di un reato viene a conoscenza
dell'esistenza di un procedimento penale nei propri confronti a
seguito della notifica dell'informazione di garanzia, un atto nel
quale vengono indicate le norme di legge contestate e si viene
invitati a nominare un difensore di fiducia. Chiunque inoltre, puo'
recarsi presso la Procura della Repubblica e chiedere se il proprio
nome e' iscritto nel registro delle notizie di reato.
NON SOTTOVALUTARE LA VICENDA
Per chi effettivamente e' iscritto nel registro degli indagati e'
molto importante contattare il proprio avvocato. Se il Governo non
dovesse prendere provvedimenti per risolvere la questione, sara'
necessario difendersi in giudizio. Il processo infatti arrivera'
comunque a conclusione, con la conseguenza che ci si potrebbe
ritrovare una condanna nel certificato del casellario giudiziario,
senza possibilita' di cancellarla per diversi anni.
RESTITUIRE LE SOMME RISCOSSE
A fine luglio il Governo ha annunciato un provvedimento di condono,
secondo il quale le famiglie straniere che hanno riscosso il bonus
non dovranno restituirlo. Di fatto pero', ad oggi, questo
provvedimento non e' ancora stato emanato. Per questo motivo
consigliamo di restituire comunque le somme riscosse, seguendo le
indicazioni fornite dal Ministero dell'Economia:
- effettuare un versamento sul c/c postale intestato alla Tesoreria
Centrale dello Stato - Roma n. 31617004;
- scrivere nella causale "Versamento al Capo X° - Cap. 2368 -
restituzione bonus bebč";
- maggiorare l'importo di 1,81 euro a titolo di bollo sulla
quietanza di tesoreria;
- inviare una comunicazione all'Agenzia delle Entrate di avvenuta
restituzione con allegata la copia della ricevuta di versamento;
COSA ACCADE ALLA CARTA DI SOGGIORNO DURANTE IL PROCESSO
I reati che ad oggi sono stati contestati a chi ha riscosso il bonus
bebe' sono la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni
pubbliche (nota 1), indebita percezione di erogazioni a danno dello
Stato (nota 2) e falsita' ideologica commessa dal privato in atto
pubblico (nota 3). Di questi reati, il primo e' ostativo al rilascio
della carta di soggiorno. In pratica, la legge sugli stranieri
prevede che non possa essere rilasciata la carta di soggiorno a chi
e' stato condannato per un simile reato o anche solo a chi
risulti un procedimento pendente. Una condanna per truffa aggravata
ai danni dello Stato comporta la revoca della carta di soggiorno.
SI APPLICA L'INDULTO A QUESTI REATI?
In caso di condanna ad una pena inferiore ai tre anni, si puo'
applicare il beneficio dell'indulto di cui alla legge 241 del 2006,
che pero' ha come effetto quello di sospendere la pena, ma non gli
altri effetti penali. Di conseguenza la condanna resterebbe sul
certificato del casellario giudiziale, e comporterebbe comunque la
revoca della carta di soggiorno (o se ancora non si e' chiesta,
l'impossibilita' di farlo). Il beneficio, inoltre, č revocato se nei
confronti di chi ne ha usufruito viene emessa una condanna per un
delitto doloso, entro cinque anni dalla data di entrata in vigore
della legge.
LA SOLUZIONE LEGISLATIVA
Abbiamo gia' sottolineato la necessita' che il Governo adotti un
provvedimento ad hoc, al fine di porre rimedio alla situazione
paradossale in cui attualmente si ritrovano migliaia di famiglie
straniere residenti in Italia.
Sul punto, e' stata anche presentata una interpellanza parlamentare
al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'Economia
ed al Ministro di Giustizia, dall'on. Donatella Poretti (Rosa nel
Pugno).
SE IL GOVERNO NON PRENDESSE PROVVEDIMENTI: LE CONSIDERAZIONI
DELL'ADUC
PERCHE' NON E' UNA TRUFFA
Il reato di truffa presuppone che chi lo commette utilizzi artifici
e raggiri per ottenere un ingiusto profitto. Chi ha riscosso il
bonus ha firmato un modulo (in cui veniva richiesto di compilare i
campi attinenti ai dati anagrafici dei genitori e i codici fiscali
del nucleo familiare) su cui era prestampata una autocertificazione
di cittadinanza dell'Unione europea e si e' successivamente recato
alle Poste con la propria carta d'identita', come richiesto, sulla
quale c'e' chiaramente scritta la cittadinanza della persona. Non e'
stato messo in atto alcun raggiro, poiche' qualsiasi operatore di
sportello postale poteva verificare la difformita' fra quanto
scritto nella autocertificazione e i dati contenuti sulla carta di
identita'.
L'INDUZIONE IN ERRORE
Dobbiamo tener presente che gran parte delle famiglie straniere che
vivono in Italia parla correntemente l'italiano, ma lo legge poco o
male, e non conosce la burocrazia italiana (fatta eccezione per le
code alla questura che comunque sono una buona palestra!), nonche'
il valore di una autocertificazione. Molto semplicemente queste
persone hanno ricevuto una lettera indirizzata al proprio figlio
appena nato, con un dono di benvenuto nel mondo del valore di mille
euro, da far ritirare a mamma e papa'. L'induzione in errore e' poi
proseguita negli sportelli postali, dove gli operatori, che in
quella sede erano tenuti a controllare i documenti di identita' non
hanno eccepito nulla, e hanno pagato le somme richieste.
LA DERUBRICAZIONE DEL REATO
Nel caso in cui il Governo non intervenisse nella vicenda, le
persone che hanno riscosso il bonus dovranno difendersi nel processo
penale mirando, chiaramente, ad ottenere una assoluzione e, in caso
di condanna, alla derubricazione del reato. Riteniamo che comunque
l'accaduto non possa esser qualificato come truffa, ma al massimo
come indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. I due
reati sono infatti identici nel fine ma diversi nei mezzi. Cambiano
le modalita' di esecuzione, che per la truffa consistono in artifici
e raggiri, mentre per il reato previsto dall'art. 316 ter del codice
penale (Indebita percezione) consiste nell'uso di dichiarazioni
false.
note
1 - L'art. 640 bis del codice penale prevede la sanzione della
reclusione da uno a sei anni.
2 - Art. 316 ter c.p.: [...]chiunque mediante l'utilizzo o la
presentazione di dichiarazioni o di documenti falsi o attestanti
cose non vere, ovvero mediante l'omissione di informazioni dovute,
consegue indebitamente, per se' o per altri, contributi,
finanziamenti, mutui agevolati o altre erogazioni dello stesso tipo,
comunque denominate, concessi o erogati dallo Stato, da altri enti
pubblici o dalle Comunita' europee e' punito con la reclusione da
sei mesi a tre anni.
3 - Art. 483 c.p.: Chiunque attesta falsamente al pubblico
ufficiale, in un atto pubblico, fatti dei quali l'atto e' destinato
a provare la verita', e' punito con la reclusione fino a due anni.
Bonus Bebč Archivio
|