Il Parlamento europeo si muove per trovare
soluzioni all'urgenza del cambiamento climatico e arginare le
conseguenze delle previsioni non rassicuranti che vedono una crescita del
consumo energetico al ritmo del 2% l'anno. Il 19 novembre la commissione
temporanea sul cambiamento climatico ha organizzato il terzo di una serie di
appuntamenti per discutere con esperti e rappresentanti dell'industria
l'importante ruolo che ha l'innovazione tecnologica nella lotta al
riscaldamento del pianeta. L'uso intelligente delle nuove tecnologie, in
particolare la concentrazione dell'energia solare, l'energia eolica,
l'accumulazione del carbonio, l'energia fotovoltaica, può costituire la
strada giusta per risolvere il problema. E questo approccio è
condiviso anche da Tokyo, Pechino e Washington che sono pronte a
collaborare per ridisegnare le loro strategie per il dopo Kyoto, in vista
della conferenza internazionale sul cambiamento climatico che si terrà a
Bali dal 3 al 14 dicembre. "La dicotomia fra economia e ecologia non è
insormontabile", ha sottolineato il Commissario europeo per l'industria
Günter Verheugen, che ha poi affermato che la competitività dell'Europa
passa attraverso "l'eccellenza, le nuove tecnologie e l'innovazione".
Il premio Nobel Carlo Rubbia è intervenuto evidenziando la
necessità di un cambio di mentalità umana, che è "avvezza ai
carburanti fossili" e presentando la sua proposta di "una nuova possibilità
solare". "Un'area desertica di appena 40,000 km² - ha spiegato - lo 0.1% dei
deserti del pianeta, riceve la stessa quantità di energia solare di quella
consumata annualmente dall'intero pianeta". "La tecnologia di concentrazione
dell'energia solare - ha proseguito Rubbia - renderebbe possibile "la più
grande trasformazione, quella da carburanti fossili a solari". Il premio
Nobel indica come esempio da seguire la Spagna che ha istituito un quadro
legale per l'energia solare.
Anche Graeme Sweeney, il colosso Shell, ha enfatizzato la
necessità di un chiaro quadro politico, chiedendo ai governi
"politiche che promuovano l'uso delle fonti di energia alternativa e
permettano alle energie rinnovabili di competere senza ulteriori sussidi".
"Sempre più gente si sta rendendo conto del bisogno di agire subito - ha
detto l'eurodeputato tedesco Karl-Heinz Florenz (PPE-DE). Florenz ha inoltre
parlato delle varie energie disponibili: "Non c'è una sola energia che ci
può salvare - ha detto - c'è bisogno di un approccio omnicomprensivo che
includa ad esempio l'energia solare, ma anche quella nucleare o il carbone.
Non tutte le centrali a carbone inquinano". I deputati sono d'accordo sul
diversificare le soluzioni.
Nella risoluzione adottata il 15 novembre, il Parlamento europeo
chiede obiettivi vincolanti sul livello di emissioni per tutti i
paesi industrializzati e una riduzione del 50% dei gas a effetto serra entro
il 2050
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