Via libera del Parlamento Europeo alla direttiva
sulla liberalizzazione dei servizi, denominata "Bolkenstein"
secondo il nome del suo propositore, l'ex-commissario europeo per la
concorrenza ed il mercato interno Frits Bolkenstein. Il legislativo Ue ha
adottato la posizione comune del Consiglio approvata lo scorso luglio. Il
testo della direttiva risulta ora profondamente riformulato rispetto alla
proposta originaria e, più in particolare, è stato soppresso il molto
controverso principio del paese d'origine. La direttiva stabilisce
le disposizioni generali che permettono di agevolare l'esercizio
della libertà di stabilimento dei prestatori nonché la libera circolazione
dei servizi, «assicurando nel contempo un elevato livello di qualità dei
servizi stessi». Il testo, peraltro, precisa che la direttiva «non riguarda
la liberalizzazione dei servizi d'interesse economico generale riservati a
enti pubblici o privati, né la privatizzazione di enti pubblici che
forniscono servizi». Non riguarda neppure l'abolizione di monopoli che
forniscono servizi né gli aiuti concessi dagli Stati membri cui si applicano
le regole comunitarie di concorrenza.
Nell'ambito di applicazione della direttiva rientrano
anche i servizi ai consumatori, quali i servizi nel settore del turismo,
compresi i servizi delle guide turistiche, i servizi ricreativi, i centri
sportivi, i parchi di divertimento e, nella misura in cui non sono esclusi
dall'ambito di applicazione della direttiva, i servizi a domicilio, come
l'assistenza agli anziani. Queste attività, è poi precisato, possono
riguardare servizi che richiedono la vicinanza del prestatore e del
destinatario della prestazione, servizi che comportano lo spostamento del
destinatario o del prestatore e servizi che possono essere prestati a
distanza, anche via Internet.
Archivio Europa
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