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Il blog ha intervistato
Jeremy
Rifkin, autore di fama mondiale, tra i suoi libri: “Economia
all’idrogeno”.
Il mondo che conosciamo sta cambiando in fretta. Il petrolio sta finendo.
L’energia avrà due caratteristiche: sarà rinnovabile, come il sole e il vento, e
distribuita. Ognuno di noi potrà creare la propria energia e metterla a
disposizione degli altri in rete.
"Ora, al tramonto [della seconda rivoluzione industriale] ci sono alcune
situazioni davvero molto critiche. Il prezzo dell’energia sta
drammaticamente salendo e il mercato mondiale del petrolio si è appena
avviato al suo picco di produzione. I prezzi del cibo sono raddoppiati negli
ultimi anni poiché la produzione di cibo è prevalentemente basata sui
combustibili fossili. Appena raggiungeremo il picco della produzione di
petrolio, i prezzi saliranno, l’economia globale ristagnerà, avremo recessione e
ci saranno persone che non riusciranno a mettere in tavola qualcosa da
mangiare. Il “picco del petrolio” avviene si è usato metà del petrolio
disponibile. Quando questo avverrà, quando saremo all’apice di questa curva,
saremo alla fine dell’era del petrolio perché il costo di estrazione non sarà
più sostenibile. Quando arriveremo al picco? L’ottimista agenzia internazionale
per l’energia dice che ci arriveremo probabilmente attorno al 2025-2035. D’altra
parte negli ultimi anni alcuni dei più grandi geologi del mondo, utilizzando dei
modelli matematici molto avanzati, rilevano che arriveremo al picco tra
il 2010 e il 2020. Uno dei maggiori esperti sostiene che il picco è già
stato raggiunto nel 2005. Ora, il giacimento del Mare del Nord ha raggiunto il
picco 3 anni fa. Il Messico, il quarto produttore mondiale, raggiungerà il picco
nel 2010, come probabilmente la Russia. Nel mio libro, Economia
all’idrogeno, ho speso molte parole su questa questione. Io non so chi
ha ragione, gli ottimisti o i pessimisti. Ma questo non fa alcuna differenza, è
una piccolissima finestra. La seconda crisi legata al tramonto di questo regime
energetico è l’aumento di instabilità politica nei Paesi produttori di petrolio.
Dobbiamo capire che oggi un terzo delle guerre civili nel mondo è nei Paesi
produttori di petrolio. Immaginate cosa accadrà nel 2009, 2010, 2011, 2012 e
così via. Tutti vogliono il petrolio, il petrolio sta diventando sempre
più costoso. Ci saranno più conflitti politici e militari nei Paesi
produttori. Infine, c’è la questione dei cambiamenti climatici. Se prendiamo gli
obiettivi dell’Unione Europea sulla riduzione della Co2, e la UE è la più
aggressiva del mondo in questo senso, anche se riuscissimo a raggiungere quegli
obiettivi ma non facessero lo stesso India, Cina e altri Paesi, la temperatura
aumenterà di 6°C in questo secolo e sarà la fine della civilizzazione come la
conosciamo. Lasciatemi dire che quello di cui abbiamo bisogno adesso è un
piano economico che sia sufficientemente ambizioso ed efficace
per gestire l’enormità del picco del petrolio e dei cambiamenti climatici.
Lasciatemi dire che le grandi rivoluzioni economiche accadono quando l’umanità
cambia il modo di produrre l’energia, primo, e quando cambia il modo di
comunicare, per organizzare questa rivoluzione energetica. All’inizio del XX
secolo la rivoluzione del telegrafo e del telefono convergeva con quella del
petrolio e della combustione interna, dando vita alla seconda rivoluzione
industriale. Ora siamo al tramonto di quella rivoluzione industriale. La domanda
è: come aprire la porta alla terza rivoluzione industriale. Oggi siamo in grado
di comunicare peer to peer, uno a uno, uno a molti, molti a molti. Io sto
comunicando con voi via Internet. Questa rivoluzione “distribuita” della
comunicazione, questa è la parola chiave: “distribuita”, questa rivoluzione
“piatta”, “equa” della comunicazione proprio ora sta cominciando a convergere
con la rivoluzione della nuova energia distribuita. La convergenza di queste due
tecnologie può aprire la strada alla terza rivoluzione industriale.
L’energia distribuita la troviamo dietro l’angolo. Ce n’è ovunque in Italia,
ovunque nel mondo. Il Sole sorge ovunque sul pianeta. Il vento soffia su tutta
la Terra, se viviamo sulla costa abbiamo la forza delle onde. Sotto il terreno
tutti abbiamo calore. C’è il mini idroelettrico. Queste sono energie distribuite
che si trovano ovunque. L’Unione Europea ha posto il primo pilastro della terza
rivoluzione industriale, che sono le energie rinnovabili e distribuite. Primo,
dobbiamo passare alle energie rinnovabili e distribuite. La UE
ha fissato l’obiettivo al 20%. Secondo, dobbiamo rendere tutti gli edifici
impianti di generazione di energia. Milioni di edifici che producono e
raccolgono energia in un grande impianto di generazione. Questo già esiste.
Terzo pilastro: come accumuliamo questa energia? Perché il Sole non splende
sempre, nemmeno nella bellissima Italia. Il vento non soffia sempre e le
centrali idroelettriche possono non funzionare nei periodi di siccità. Il terzo
pilastro riguarda come raccogliamo questa energia e la principale forma di
accumulo sarà l’idrogeno. L’idrogeno può accumulare l’energia così come i
supporti digitali contengono le informazioni multimediali. Infine, il quarto
pilastro, quando la comunicazione distribuita converge verso la
rivoluzione energetica generando la terza rivoluzione industriale. Prendiamo la
stessa tecnologia che usiamo per Internet, la stessa, e prendiamo la rete
energetica italiana, europea e la rendiamo una grande rete mondiale, come
Internet. Quando io, voi e ognuno produrrà la sua propria energia come
produciamo informazione grazie ai computer, la accumuliamo grazie all’idrogeno
come i media con i supporti digitali, potremo condividere il surplus di
produzione nella rete italiana, europea e globale nella “InterGrid”, come
condividiamo le informazioni in Internet. Questa è la terza rivoluzione
industriale. Io lavoro con molte tra le più grandi aziende energetiche del
mondo, come consulente. Lasciatemi fare una considerazione in termini di
business, non in termini ideologici. Non credo che l’energia nucleare sarà
significativa in futuro e credo che sia alla fine del suo corso e qualsiasi
governo sbaglierebbe a investire nell’atomo. Vi spiego le ragioni. Non
produciamo Co2 con gli impianti nucleari, quindi dovrebbe essere parte della
soluzione ai problemi climatici. Ma guardiamo ai numeri. Ci sono 439
impianti nucleari al mondo, oggi, che producono solo il 5% dell’energia
che consumiamo. Questi impianti sono molto vecchi. C’è qualcuno in Italia o nel
mondo che davvero crede che si possano rimpiazzare i 439 impianti che abbiamo
oggi nei prossimi vent’anni. Anche se lo facessimo continueremmo a produrre solo
il 5% dell’energia consumata, senza alcun beneficio per i
cambiamenti climatici. E’ chiaro che perché ne avesse, dovrebbero coprire almeno
il 20% della produzione. Ma perché la produzione di energia sia per il 20%
nucleare, dovremmo costruire 3 centrali atomiche ogni 30 giorni per i prossimi
60 anni. Capito? Duemila centrali atomiche. Tre nuove centrali ogni mese per
sessant’anni. Non sappiamo ancora cosa fare con le scorie. Siamo nell'energia
atomica da 60 anni e l'industria ci aveva detto: "Costruite gli impianti e
dateci tempo sufficiente per capire come trasportare e stoccare le scorie".
Sessant'anni dopo questa industria ci dice "Fidatevi ancora di noi, possiamo
farcela", ma ancora non sanno come fare. L'agenzia internazionale per l'energia
atomica dice che potremmo avere carenza di uranio tra il 2025 e il 2035, facendo
cosi' morire i 439 impianti nucleare che producono il 5% dell'energia del mondo.
Potremmo prendere l'uranio che abbiamo e convertirlo in plutonio. Ma avremmo il
pericolo del terrorismo nucleare. Vogliamo davvero avere
plutonio in tutto il mondo in un'epoca di potenziali attacchi terroristici?
Credo sia folle. E infine, una cosa che tutti dovrebbero discutere col vicino di
casa: non abbiamo acqua! Questo le aziende energetiche lo sanno ma la gente no.
Prendete la Francia, la quintessenza dell'energia atomica, prodotta per il 70%.
Questo e' quello che la gente non sa: il 40% di tutta l'acqua consumata in
Francia lo scorso anno, e' servita a raffreddare i reattori nucleari. Il 40%. Vi
ricordate tre anni fa, quando molti anziani in Francia morirono durante l'estate
perche' l'aria condizionata era scarsa? Quello che non sapete e' che non ci fu
abbastanza acqua per raffreddare i reattori nucleari, che dovettero diminuire la
loro produzione di elettricita'. Dove pensano di trovare, l'Italia e gli altri
Paesi, l'acqua per raffreddare gli impianti se non l'ha trovata
la Francia?
Quello che dobbiamo fare è democratizzare l’energia. La terza rivoluzione
industriale significa dare potere alle persone e per la generazione cresciuta
con la Rete questo è la conclusione e il completamento di questa rivoluzione,
proprio come ora parliamo in Internet, centinaia di persone sono in Internet, ed
è tutto gratuito, e questi possono creare il più grande, decentralizzato,
network televisivo, open source, condiviso…perché non possiamo farlo con
l’energia? L’Italia è l’Arabia Saudita delle energie rinnovabili! Ci sono così
tante e distribuite energie rinnovabili nel vostro Paese! Mi meraviglio quando
vengo nel vostro Paese e vedo che non vi state muovendo nella direzione in cui
si muove la Spagna, aggressivamente verso le energie rinnovabili. Per esempio,
voi avete il Sole! Avete così tanto sole da Roma a Bari. Avete il Sole!
Siete una penisola, avete il vento tutto il tempo, avete il mare che vi
circonda, avete ricche zone geotermiche in Toscana, biomasse da Bolzano in su
nel nord Italia, avete la neve, per l’idroelettrico, dalle Alpi. Voi avete molta
più energia di quella che vi serve, in energie rinnovabili! Non la state
usando…io non capisco. L’Italia potrebbe. Credo che, umilmente, quel che posso
dire al governo italiano è: a che gioco volete giocare? Se il vostro piano è
restare nelle vecchie energie, l’Italia non sarà competitiva e non potrà godere
dell’effetto moltiplicatore sull’economia della terza rivoluzione industriale
per muoversi nella nuova rivoluzione economica e si troverà a correre dietro a
molti altri Paesi col passare del XXI secolo. Se invece l’Italia deciderà che è
il momento di iniziare a muoversi verso la terza rivoluzione industriale,
le opportunità per l’Italia e i suoi abitanti saranno enormi.
Da anni seguo il tuo sito, vorrei che ci fossero voci come la tua in altri
Paesi. Ha permesso a cosi' tante persone di impegnarsi insieme...credo sia
istruttivo rispetto alla strada che dobbiamo intraprendere."
Jeremy Rifkin

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